Un matrimonio può durare (nell’amore!) tutta la vita? La risposta del Vangelo

Ultimamente mi capita spesso di incontrare dei giovani adolescenti e altri che sono ormai prossimi all’età adulta. Molti si chiedono cosa sia l’amore; se sia possibile viverlo per tutta la vita in un matrimonio e come proteggere un rapporto dall’usura del tempo. Cosa diciamo loro? Qual è la risposta del Vangelo? Siamo disposti a dare le nostre giare a Cristo, come fecero alle nozze di Cana?

L’amore “senza tempo” e senza “data di scadenza” è l’essenza del matrimonio cristiano. Il principio dell’indissolubilità sfida, tuttavia, una mentalità particolarmente diffusa secondo cui, in fondo, nessuno può sapere, in partenza, se starà con l’altra persona per tutta la vita. Ci si sposa, spesso, sperando e augurandosi che sarà così, ma c’è chi afferma (pur arrivando all’altare e pronunciando delle promesse) che, nonostante le migliori intenzioni e i forti sentimenti, le cose, poi “possono cambiare”, le persone stesse possono cambiare. E, dicono, l’amore può morire.

Che l’amore sponsale non sia, per sua natura, destinato a consumarsi ma a crescere, noi cristiani lo evinciamo da tutto l’insegnamento di Gesù: Egli, interrogato sul divorzio, spiega come l’uomo e la donna siano destinati a divenire una sola carne, una nuova realtà indissolubile (Mc 10,2-16). 

Oggi vorrei soffermarmi su un passo evangelico molto significativo, quello in cui San Giovanni racconta di Gesù che trasforma l’acqua in vino durante un banchetto di nozze (Gv 2,1-11).

Perché, tra tutti i segni possibili, Gesù ha scelto questo miracolo per manifestarsi? Da notare che è il primo segno compiuto da Lui sulla terra, il primo che attesta la sua missione di Messia. Sembra quasi che, per rivoluzionare il mondo, Gesù parta dal matrimonio, dalla coppia umana.

Perché il vino come elemento simbolo delle nozze?

Tutti i cibi, dalla carne alla frutta, dal pesce alla verdura, e tutte le bevande, si deteriorano col passare del tempo. Il vino, invece, migliora giorno dopo giorno, acquista sapore e valore.

Così è per l’amore coniugale: se il rapporto è sincero, se viene curato, con delicatezza, umiltà, impegno, costanza, nel tempo cresce. 

A spegnersi – o assopirsi – sono, forse, le sensazioni dei primi tempi. 

A spegnersi può essere la nostra voglia di dedicarci all’altro, la pazienza di metterci in ascolto, la volontà di trovare punti di incontro. E, di conseguenza, il rapporto si rovina.

Leggi anche: Simboli e riti nel matrimonio. Perché è lo sposo che attende la sposa?

Certamente, se il nostro criterio per definire un rapporto “d’amore” sono le emozioni e l’euforia di stare insieme, allora sì che il rapporto – col tempo – può “finire”. 

Se, invece, l’idea che abbiamo del matrimonio si basa sulla comunione e sull’appartenenza reciproca, queste, se il rapporto è vero, crescono nel tempo.

Col matrimonio sacramento, inoltre, immettiamo il nostro legame in un amore più grande, quello di Dio, garantendo alla coppia un potenziale di eternità

Tuttavia, come spiega don Luigi Maria Epicoco, che di recente ho avuto il dono di ascoltare dal vivo, in una chiesa stracolma, la differenza tra la grazia e la magia è che “nella magia tu sei spettatore, nella grazia sei chiamata, chiamato, a fare il tuo possibile”. 

Ecco il miracolo dell’acqua trasformata in vino alle nozze di Cana: noi mettiamo le giare, le riempiamo con il nostro possibile (l’acqua), poi Cristo viene per dare a quell’acqua un sapore nuovo, il sapore dell’amore di Dio.

Il matrimonio cristiano è presenza di Cristo tra gli sposi

Tante volte, quando si vedono coppie che festeggiano venti, trenta, cinquant’anni di matrimonio viene spontaneo chiedere loro: “Ma è davvero possibile amarsi tutta la vita? Qual è il segreto? Voi, come avete fatto?”.

Questa domanda nasce dal fatto che assistiamo a molti divorzi, a rotture dolorose. E poi – ce ne accorgiamo tutti, anche senza aver studiato filosofia – qualsiasi cosa in natura, col tempo, si rovina. Prima nasce, poi cresce, infine muore. 

Pensiamo anche alle creazioni dell’uomo: da un’automobile, ai tanti strumenti tecnologici che riempiono le nostre case. Quanto dura un cellulare? Quanto dura un computer? Quanto dura una macchina? 

È possibile pensare ad un oggetto con vita eterna? Ovviamente no. E allora, quanto dura un amore? 

Tanti sono scettici sull’amore per sempre. Pensano che, in fondo, l’amore sia forte “solo all’inizio”. 

D’altronde, tutto sembra inesorabilmente destinato a corruzione. Persino il nostro stesso corpo, che andrà incontro, un giorno, alla morte.

“È solo questione di tempo”, diciamo. E “tutto finirà”. 

Eppure, l’amore no. 

Non segue questa logica, la logica della corruzione. L’amore, per noi cristiani, irrompe nella storia, ma sfida la morte e oltrepassa il tempo.

San Paolo, apostolo delle genti, tra i primi teologici cristiani insieme ai discepoli di Cristo, sa bene che tutto passa, ma l’amore resta. Tre, sono, a suo avviso le cose più importanti della vita: la fede, la speranza e la carità, ma più di tutte la carità (che possiamo tradurre con “amore” in senso ampio). La carità, ci fa intuire san Paolo, è il senso di tutto. È la forza attorno cui ruota la nostra esistenza. L’amore incorruttibile, che resterà anche nella vita senza fine che ci attende in Cielo, è il sale del matrimonio. Siamo disposti, però, a dare le nostre giare a Cristo? 

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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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