2 Ottobre 2025

La sanità al collasso e il sacrificio silenzioso di chi cura

La morte di Maddalena Carta è lo specchio impietoso dello stato in cui versa una parte della sanità italiana, soprattutto in quelle regioni dove la mancanza di medici di base si traduce in carichi di lavoro insostenibili. Maddalena aveva 38 anni, era una dottoressa di famiglia a Dorgali, nel Nuorese, e si è spenta in ambulatorio per un infarto dopo giorni in cui il suo corpo le stava già lanciando segnali di allarme. Ha ignorato i sintomi per non lasciare scoperti i suoi pazienti: 1.800 in carico ufficialmente e altri 3.000 che seguiva in supplenza. Una sola persona a reggere il peso di una comunità intera. La mamma racconta che alcuni giorni rientrava a casa alle 3 di notte per poi ricominciare all’alba del giorno seguente.

“È una morte sul lavoro a tutti gli effetti”, ha detto la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici. E hanno ragione: Maddalena è morta di lavoro. Non per una fatalità, non per un destino beffardo, ma perché il sistema sanitario le ha chiesto troppo. Il confronto con altre vicende di cronaca è amaro. Da una parte c’è Maddalena, che ha dato la vita per i suoi malati, consumata dal senso di responsabilità. Dall’altra ci sono medici che trasformano la professione in un mercato, che operano senza scrupoli persino su corpi minorenni, come quel chirurgo estetico in Messico che ha devastato la vita di una ragazzina di 13 anni, figlia della compagna mentre il papà della ragazza non era stato neanche informato. In Italia questo per fortuna non sarebbe stato possibile per legge ma non è detto che possiamo arrivarci. Due facce opposte della stessa medaglia: da un lato la medicina come missione, dall’altro la medicina come business spietato.

Diciamo con chiarezza anche un’altra cosa. La pandemia ha lasciato in eredità un vuoto: sempre meno giovani scelgono la facoltà di Medicina, scoraggiati da turni massacranti, stipendi poco dignitosi e carichi emotivi enormi. Eppure, il medico non è un impiegato qualsiasi: è colui che si trova ogni giorno di fronte alla vita e alla morte. È trincea, non scrivania. È missione, non solo mestiere. E soprattutto non è un modo per guadagnare di più. Dovremmo tutti ripensare all’etica della professione medica oltre che alle modalità in cui vinee svolta per alcuni come i medici di famiglia. Le sentinelle sul territorio.

In Sardegna, come in tante altre regioni, centinaia di ambulatori restano senza titolare. Nei territori periferici, nelle montagne, nelle campagne, persino nelle grandi città, la figura del medico di base rischia di scomparire, sostituita da un vuoto pericoloso. E questo vuoto si paga: con l’abbandono delle comunità più fragili e, come nel caso di Maddalena, con la vita stessa di chi ha giurato di curare.

Il sindaco di Dorgali ha proclamato il lutto cittadino, ma non basta. Il dolore collettivo deve trasformarsi in azione politica. Non possiamo più permettere che la cura degli italiani ricada interamente su medici lasciati allo sfinimento, in un sistema che continua a tagliare invece che a investire. Maddalena Carta ha mostrato la faccia più alta della medicina: quella che non calcola, non risparmia, non volta lo sguardo. La sua morte è un grido che non possiamo ignorare. Perché, quando chi cura muore di lavoro, muore anche la dignità di un Paese intero.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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