Un proiettile, nascosto in un giornale, consegnato a un prete mentre distribuisce l’Eucaristia: così la camorra ha voluto ribadire la sua presenza al Parco Verde di Caivano. Non è la prima volta. Eppure la scena resta scioccante: l’altare, il Corpo di Cristo, e quel segno di morte infilato con cinica ostentazione nella liturgia. Un uomo qualunque, minacciato così, reagirebbe con paura o con rabbia. Ma un sacerdote non è un uomo qualunque. Don Maurizio Patriciello non alza muri né si difende con le armi della vendetta. Si mette in ginocchio davanti al Crocifisso, e da lì riparte. Perché la sua forza non viene da sé, ma da quell’Amore più grande che lo ha mandato in mezzo al suo popolo.
Don Maurizio non è un eroe di film, non cerca applausi. È un parroco che rimane tra le sue case, che chiama “fratello” persino chi lo minaccia. Sa che il Vangelo non si annuncia da lontano, ma condividendo la polvere delle strade, le paure, i lutti di chi vive accanto. La sua è la tenacia del pastore che non abbandona il gregge, anche se il lupo si avvicina. È un uomo, certo: conosce la stanchezza, la fragilità. Ma ha scelto di restare, perché il cristiano, e ancor più il sacerdote, testimonia con la sua presenza che la vita ha sempre un valore, che la dignità dell’uomo non è negoziabile, neppure sotto minaccia. In fondo, l’amore cristiano è l’arte del rimanere.
E allora Caivano non è solo Caivano. È il volto di un’Italia che deve decidere da che parte stare: se piegarsi al ricatto di chi traffica morte, o alzare lo sguardo e sostenere chi, come don Patriciello, rende Dio presente là dove tutto sembrava perduto. Chi ha sparso quel proiettile voleva seminare terrore. Invece ha mostrato che in quel quartiere la camorra non ha l’ultima parola. C’è un prete che, pur tremando, non fugge. E con lui c’è la Chiesa intera. Sta a noi non lasciarlo solo.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).



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Non capisco tanto cosa tu voglia indicare con vista a 90 gradi dell’uomo e a 360 della donna… come anche…
Grazie! Don Silvio, esprimi la bellezza della conuglialità, quale dono meraviglioso di Amore, ma indicando sentieri di amore coniugale, nel…
sarebbe interessante aggiungere una valutazione sul comportamento dell'attuale governo