È più conveniente difendere la vita del bambino non ancora nato che promuovere l’aborto. Negli Stati Uniti se ne sono finalmente accorti. Spicca il caso del Mississippi che, con le sue leggi pro-life, fa da apripista ad altri Stati.
Nel dibattito sulla propaganda legata all’ideologia gender, spunta spesso il modello ungherese. Ma cosa prevede tale modello? Ce lo dice la ministra Judit Varga: “È diritto dei genitori, non di Bruxelles, occuparsi dell'educazione dei propri figli. È un diritto garantito dalla Carta europea, vogliamo proteggere i nostri bambini e le nostre scuole dalla propaganda LGBT”.
Volete una dimostrazione del fatto che il gender è nemico delle donne? Basta guardare a quello che è accaduto alle Olimpiadi di Tokyo. Laurel è un trans ma gareggia tra le donne pur essendo uomo nei cromosomi, nei muscoli, nello scheletro, nel baricentro, negli ormoni, nel sistema cardio circolatorio, nei polmoni. Si può definire una competizione equa?
Disastro ambientale
di Gabriele Soliani
20 Luglio 2021
Si discute in modo ossessivo del cambiamento climatico ma si dimentica l’importanza della prevenzione sul tema del dissesto idrogeologico. Intanto la gente muore come sta avvenendo in Nord Europa.
Al giorno d’oggi essere “sexy” è quasi un dovere. Ma la bellezza, quella vera, è la stessa cosa? Assolutamente no. Dovremmo educare i nostri figli al pudore. Una parola antica, ma sempre nuova.
Nonostante la netta opposizione della Conferenza Episcopale Francese e il disappunto di una cospicua fetta della popolazione, la Legge di Bioetica in Francia è passata. Quali novità? PMA anche alle donne lesbiche, sì all’utero in affitto e via libera a una serie di abusi sugli embrioni.
Guai a chi osa mettere le mani sull’aborto in Italia. Il quotidiano “la Repubblica” parla di “sbarco degli antiabortisti sulle coste dei consultori” che sono i luoghi dove la donna si rivolge per chiedere aiuto. Eppure anche la legge 194 in sottofondo dice che bisogna cercare di aiutare la donna a non abortire.
La legge 194 in 43 anni di applicazione è costata allo Stato dai 4,1 ai 5,6 miliardi di euro per l’aborto di 6 milioni di bambini e bambine. Circa 120 milioni di euro l’anno. Chissà quante donne che hanno scelto di abortire per motivi economici, si sarebbero potute aiutare ad accettare il figlio o la figlia. E fra le bambine nate, oggi ci sarebbero a loro volta altre mamme. La crisi demografica nasce anche da questo.