CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

La fedeltà nuziale è ancora un valore assoluto?

23 Gennaio 2017

(Foto: Antonio Guillem - Shutterstock.com)

Nel suo blog oggi don Silvio ci invita nuovamente a riflettere sul dramma della separazione e in modo particolare invita a tenere fermo il valore della fedeltà anche quando il patto nuziale viene bruscamente interrotto, perché l’uomo viene meno ma Dio è sempre fedele alla sua alleanza.

Cara Elena,

avevo promesso che sarei ritornato sull’argomento, la questione è troppo importante per lasciarla nel vago e, come tu hai notato, non senza intima sofferenza, nessuno oggi parla degli sposi separati che hanno deciso di custodire il patto nuziale, nessuno dice loro parole di consolazione e di incoraggiamento. L’attenzione è tutta spostata sugli sposi separati che hanno scelto di vivere una nuova avventura affettiva. Hai ragione, una volta anch’io ho fatto notare questa contraddizione. Mi hanno risposto che gli sposi fedeli sono come il figlio maggiore della parabola, quello che rimane a casa; la Chiesa deve preoccuparsi del figlio perduto. È una risposta che non mi convince. Gli sposi separati sono persone ferite che sentono tutta l’angoscia del fallimento e anche il peso del giudizio altrui. E sono perciò deboli, più deboli degli altri, cristiani a rischio. La cosa più facile in questi casi è quella di aprire le porte ad una nuova relazione. Tu sai di cosa parlo.

La Chiesa annuncia il valore della fedeltà nuziale ma poi fa poco o nulla per custodire la fedeltà di quegli sposi che restano soli. L’insistenza sull’accoglienza dei separati supera di gran lunga l’attenzione umana e pastorale che dovremmo offrire agli sposi che portano nel cuore e nella carne il dolore della separazione. Per carità, nessuno mette in dubbio la fedeltà coniugale ma non appare più come un impegno da custodire anche a prezzo di sacrifici. Insomma, il messaggio che passa è più o meno questo:

“se viene meno il patto nuziale, ciascuno è libero di scegliere se restare da solo oppure ricominciare una nuova avventura. La Chiesa non propone e non giudica ma è sempre pronta ad accogliere tutti”.

Forse esagero ma è questa la mia impressione e sarei tanto contento di essere smentito. La fedeltà nuziale non appare più come un valore assoluto ma relativo. I valori assoluti vanno custoditi sempre e comunque, quelli relativi possono cedere il passo quando vi sono altre esigenze e altre necessità.

Ma tu non lasciarti imbrigliare da questi ragionamenti. Non lasciare entrare nel tuo cuore l’ombra del dubbio. Il patto nuziale non è stato un errore di gioventù ma una scelta libera e consapevole. Colui che ti ha chiamato alle nozze, non viene meno e accompagna i tuoi passi. Ascolta la parola dell’apostolo: “camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne” (Gal 5,16). Invoca lo Spirito, lo faccio anch’io con te, e chiedi la grazia di vivere oggi la fedeltà crocifissa, la grazia di amare gratuitamente e senza attendere alcuna ricompensa, se non quella pace del cuore che Dio dona a coloro che camminano nelle sue vie.

La strada che devi percorrere è ripida e in alcuni momenti sentirei tutta la fatica e l’amarezza. Non puoi farla da sola. Hai fatto bene a chiedere consiglio e farai bene a lasciarti accompagnare. Cerca anche di prendere parte alla vita della comunità ecclesiale, troverai amici fidati, cioè persone che hanno fede e ti aiutano a custodire la fede. Troverai una Chiesa che ti prende per mano e ti conduce oltre la palude degli errori. È un tema che dobbiamo ancora continuare, vi sono altri consigli da dare. Comincia a meditare queste parole.

Ti affido a Maria, la Vergine del silenzio che imparò a custodire nel suo cuore la Parola, anche quando non poteva comprenderla. Sarà Lei ad insegnarti la nuova via dell’amore.

Ti abbraccio.

Don Silvio




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6 risposte su “La fedeltà nuziale è ancora un valore assoluto?”

La chiesa come tale deve preoccuoarsi del figlio perduto perché sono loro che maggiormente hanno bisogno di aiuto,sostegno e bisogno di sentirsi vicino a qualcuno che possa aiutarli ma soprattutto bisogna aiutare chi soffre in silenzio…perché separarsi è facile ma continuare a credere nel valore del sacramento è difficile e nessuno aiuta e sostiene tale sofferenza…
Il dramma dell infedeltá e della separazione è molto comune e questo ci fa capire che i valori come l’amore si stanno perdendo. Stiamo dando spazio a cose di minore importanza in quanto ciò che ci rende felici non sarà mai il bene inteso come cosa ma come sentimento e il sentimento piu grande è proprio l’amore non solo per il proprio marito ma anche per i proprio figli.
Mettiamoci per un attimo nei panni di un figlio che vede questa situazione in una famiglia apparentementr felice. La sua vita si distruggerà e avrá un idea sbagliata dell’amore.
Credo che le persone che non sono sicure del proprio amore non debbano fare un passo grande come quello di sposarsi ma dall’altro lato penso che non sia un obbligo restare in un matrimonio che non è come vorreste.

“se viene meno il patto nuziale, ciascuno è libero di scegliere se restare da solo oppure ricominciare una nuova avventura”.
Penso che questa sia la frase più giusta perchè quando non c’è più l’amore,quando non si va più d’accordo,quando non c’è più il desiderio,ognuno è libero di ricominciare..

Sono d’ accordo. Bisognerebbe aiutare le persone che per il bene dei figli cercano ancora ti tacere su un rapporto che ormai è finito. Ma se i figli non vivono serenamente la vita familiare, sarebbe piu giusto aiutare la donna o l’uomo ferito ad uscire da un matrimonio che è ormai lacerato.

Mi sono sposata in giovanissima età ma è stata una scelta assunta nella piena capacità di intendere e volere… un amore adolescenziale che ancora oggi dopo 11 anni di matrimonio ,preceduti da 3 di convivenza per motivi contingenti, alimentiano. Ho insegnato ai miei figli il valore costruttivo della verità,della lealtà ,del rispetto ma soprattutto della coerenza. Per questo se mi dovessi ritrovare in un dramma simile, anche io non potrei fare altro che custodire la mia fedeltà giurata non solo a mio marito,ma anche a Dio il giorno del mio matrimonio. Non potrei vivere in pace con la mia coscienza , diversamente. Non è semplice, lo so !
Congratulazioni a chi con perseveranza e sacrificio ,sostenuto dalla preghiera rimane fedele a LUI…

Caro Don Silvio, siamo quattro alunne del liceo e stamattina abbiamo letto in classe il vostro articolo e crediamo che abbiate ragione sul fatto che gli sposi separati in casa non abbiano una guida o un po’ di conforto.
Crediamo che sia un atto di grande generosità nei confronti dei propri figli sacrificando la propria situazione sentimentale. Per noi se i nostri genitori non fossero più felici insieme avrebbero tutta la nostra comprensione , purché riescano a vivere la felicità che meritano.

Io sono convinta che al mondo d’oggi ci sia troppo l’abuso della parola “progresso” sia da parte dell’uomo che della donna. A volte , il sabato sera quando torno a casa ci sono ragazzine dai 16/18 anni che escono dalle 23 in poi . Io penso che bisogna partire dal principio che una ragazza/o debba avere la massima educazione e il massimo rispetto verso l’altra figura. Credo che già dal periodo dell’adolescenza una ragazza debba avere le idee chiare sulla sua scelta del prototipo di ragazzo. Io conosco molti casi di persone separate, molti di loro sono sotto la cura degli psicologhi perché non sanno come reagire di fronte a questo enorme ostacolo anche perché avendo figli ed essendo senza lavoro avrebbero dei problemi anche economici oltre a quelli sentimentali. La mia idea è di organizzare dei centri di accoglienza in nodo da poter dare un ” aiuto ” rispetto a tutti i problemi.

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