CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Diario di un viaggio speciale in compagnia dei santi Luigi e Zelia: capitolo secondo

12 Febbraio 2018

“Perché parlare solo delle famiglie in crisi e non raccontare le vicende luminose di quelle case in cui l’amore diventa storia quotidiana e si traduce in un’operosa carità?”. Così don Silvio mentre ripercorre l’incontro con alcune famiglie durante la Peregrinatio delle reliquie dei Santi coniugi Martin.

Cari amici,

la Peregrinatio dei santi Luigi e Zelia continua lungo le contrade della nostra Penisola, non ho tempo né spazio per raccontarvi i dettagli di questa esperienza che offre a tanti la possibilità di incontrare per la prima volta la testimonianza di fede dei coniugi Martin, quella che faceva scrivere a Teresa di Lisieux di essere nata in una “terra santa”.

Nessuno dubita che la famiglia sia oggi attraversata da una crisi che, ad uno sguardo umano, appare ben radicata nel contesto sociale e favorita dal tessuto culturale. Ma non possiamo parlare sempre e solo della crisi e dimenticare che ci sono tanti sposi che vivono con gioiosa fedeltà la loro avventura coniugale e s’impegnano a far crescere i figli in un ambiente carico di amore e rischiarato dalla fede. Nel corso della Peregrinatio ho la gioia di incontrare tanti sposi che appartengono a questa categoria. Come quella coppia di coniugi che da poco ha celebrato le nozze d’oro, con i loro sei figli, uno di questi era il sacerdote che presiedeva la liturgia. Un altro, il più piccolo, due anni fa è entrato in seminario. Una famiglia di albergatori che non ha mai messo in cantina la fede anzi l’ha sempre tenuta bene in vista, in modo che tutti potessero vedere la luce. Un’esperienza certamente bella ma, grazie a Dio, simile a tante altre disseminate un po’ ovunque.

Onore a questi sposi che non cedono alle sirene di una cultura che favorisce l’individualismo e di fatto corrode la relazione coniugale. Onore a questi sposi che hanno il coraggio di andare controcorrente, ignorati e forse anche sbeffeggiati. Perché parlare solo delle famiglie in crisi e non raccontare le vicende luminose di quelle case in cui l’amore diventa storia quotidiana e si traduce in un’operosa carità? Perché chiudere gli occhi su queste famiglie sane che rappresentano la struttura portante del nostro Paese? A chi giova nascondere la realtà viva di un cristianesimo che non smette di portare buoni frutti anche in una stagione culturale in cui si fa di tutto per emarginare la fede? Non è questo il tempo della sterile lamentazione. Meglio prendere coscienza che la fede è un bene prezioso da coltivare con cura.

Presentando la vita santa di Luigi e Zelia mi accorgo che la loro testimonianza non lascia mai indifferenti quelli che ascoltano. Anzi, diventa per tutti – in particolare per gli sposi – un annuncio, una conferma e un sostegno. Un annuncio per tutti coloro che sono ancora deboli nella fede; una conferma per quanti hanno scelto di camminare sulle orme di Gesù; un sostegno per quanti sperimentano la fatica della fedeltà. I nostri Santi sono vissuti in un’altra epoca ma anch’essi hanno lottato per custodire la fede, hanno attraversato anche loro i sentieri del dolore, hanno imparato a intrecciare i tempi della preghiera e quelli del lavoro. Il segreto di questo matrimonio santo è tutto racchiuso nella fiducia incrollabile che avevano riposto in Dio. Niente li scoraggia, neppure la morte dei quattro figli ancora tanto piccoli: “Dio è il Padrone e non aveva da chiedermi il permesso”. Così scrive Zelia alla cognata testimoniando una fede rocciosa che non pretende di misurare l’amore di Dio con le proprie esigenze ma si abbandona con la certezza che quanto Dio dispone è sempre la cosa migliore.

Dinanzi a questa esperienza, semplice e radicale, non pochi sposi ritrovano il coraggio per combattere la battaglia della vita a partire e nella luce della fede. Luigi e Zelia diventano per loro non solo modelli a cui guardare ma amici con i quali percorrere il pellegrinaggio di questa vita. La Peregrinatio diventa così l’occasione per stringere un legame spirituale che dona ancora più slancio alla fede.

Un caro saluto a tutti voi, amici che seguite l’esperienza della Peregrinatio. Siate certi che la nostra preghiera abbraccia tutti e raccoglie anche le vostre intenzioni.

don Silvio




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