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Tanti sposi, nonostante le difficoltà e le ferite che si portano dentro, scelgono di restare fedeli al patto nuziale. Non possono essere dimenticati dalla comunità ecclesiale, hanno bisogno di essere sostenuti con percorsi specifici e una preghiera più fervente e un’amicizia più presente. Sono l’icona di una Chiesa che vive l’alleanza nell’orizzonte dell’eternità. 


«L’eros rimanda l’uomo al matrimonio, a un legame caratterizzato da unicità e definitività (…) all’immagine del Dio monoteistico corrisponde il matrimonio monogamico. Il matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo diventa l’icona del rapporto di Dio con il suo popolo e viceversa». Parole di Papa Benedetto XVI.


Ancora nei paraggi di San Valentino, vale la pena di riflettere sull’amore: la parola più bella e più abusata. Oggi vorrei riflettere sul modo in cui Petrarca e Dante vedono l’amore: il primo pone l’accento sulla sensualità, dimenticando la tenerezza, il secondo, invece, riesce a integrare spiritualità e carnalità.


Quanti sono i volti dell’amore che ci vengono raccontati? Dall’idea del principe azzurro all’“usa e getta”, qual è la verità sull’amore? Ci troviamo di fronte ad una sfida, quella di imparare ad amare. Forse si può iniziare cercando un equilibrio tra la dimensione del bisogno e quella del dono.


Chiedo alla mia studentessa chi sia Siri. Mi risponde che è un’applicazione del cellulare, ma in realtà rappresenta per lei molto di più: “Chiedo di tutto. Se sono giù di morale, posso chiedere anche di raccontarmi una storia divertente e lei comincia. È praticamente la mia migliore amica. La amo!”. Questa risposta, da insegnante, mi […]