Gender

Genitori in prima linea contro l’avanzata del gender nelle scuole

Family Day - no gender

Ieri 4 dicembre, Giornata Nazionale per il Diritto di Priorità Educativa della Famiglia per protestare contro la colonizzazione ideologica del gender nelle scuole.

Cara ministra, per questo Natale vorrei essere ricevuto insieme agli altri rappresentanti delle associazioni che il 20 giugno hanno riempito la piazza più grande di Roma, per poterti raccontare che cosa c’è che non va con tante attività proposte e svolte nelle scuole dei nostri figli e nipoti su temi molto intimi e delicati”. Inizia così la lettera che l’associazione Generazione Famiglia ha indirizzato al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, per chiedere un confronto sul comma 16 della legge sulla Buona Scuola, recante l’obbligo per le scuole di ogni ordine e grado di integrare l’offerta formativa con attività sul contrasto alla discriminazione e alla violenza di genere. L’avanzare dell’ideologia gender si presenta sempre più come una vera e propria emergenza che si acuisce giorno dopo giorno. In seguito alle svariate segnalazioni pervenute da varie parte d’Italia, l’Associazione Generazione Famiglia, in collaborazione con ProVita Onlus, Giuristi per la Vita e Voglio la Mamma di Mario Adinolfi, hanno indetto questa giornata di protesta e manifestazione per dare seguito al popolo del Family Day e concedere alle famiglie di riappropriarsi del diritto di parlare ai proprio figli di affettività e di sessualità secondo tempi e modi da esse stabiliti. A questo scopo nella giornata di ieri i genitori sono stati invitati a non mandare i propri figli a scuola. È chiaro che questa non è una scelta contro il singolo istituto ma un modo per far arrivare l’eco di questo disagio ancora più forte al ministero e al governo», spiega Filippo Savarese, portavoce di Generazione Famiglia. Savarese ricorda inoltre, che in Francia una simile iniziativa ha avuto un’adesione molto forte e ha portato il ministero ad ascoltare le rivendicazioni delle famiglie. “Noi speriamo che questo possa accadere anche in Italia” si augura Savarese e auspica al più presto un confronto con il ministro Giannini, dal momento che continuano a moltiplicarsi i casi che confermano l’allarme lanciato dalle associazioni pro-family riguardo ad una errata interpretazione del comma 16 della legge sulla Buona Scuola.




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