Burkina Faso

Attentati in Burkina, “oggi non c’è più un luogo sicuro… ma noi continueremo a fare la nostra parte”

fucile

Non importa se hai nove anni e una vita tutta da costruire e da vivere. Il terrore non guarda in faccia nessuno. Trafigge una famiglia, quella dell’italiano Gaetano Santomenna, proprietario del Cappuccino Cafè a Ouagadougou capitale del Burkina Faso e porta via il piccolo Michel, la madre, la zia e la nonna.

Il terrorismo jihadista colpisce venerdì sera il Burkina Faso, uno dei paesi più poveri dell’Africa Nord Occidentale. Nell’attacco contro gli hotel «Splendid» e «Yibi» e il bar-ristorante «Le Cappuccino» sono morte 29 persone, morti anche 4 terroristi. Ha perso la vita anche il piccolo Michel Santomenna di 9 anni, insieme alla madre e ad altri componenti della sua famiglia. “La mano violenta dei terroristi non si ferma nemmeno di fronte a un bambino di nove anni”, ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’azione, rivendicata da Al Qaida per il Maghreb Islamico (Aqmi), è durata 12 ore e si è conclusa quando l’Hotel Splendid e il vicino hotel Yibi sono stati “liberati” dalle forze speciali francesi e locali. La strage è stata rivendicata da Al Qaeda nel Maghreb islamico: «È un attacco per punire gli adoratori della Croce per i crimini commessi in Repubblica Centrafricana, in Mali (chiaro il riferimento alla Francia, ndr) e nelle altre terre dei musulmani e per vendicare il nostro Profeta, contro gli occupanti delle nostre terre, i saccheggiatori delle nostre ricchezze e coloro che violentano la nostra sicurezza», si legge nel comunicato inviato all’agenzia di stampa mauritana al-Akbar.

La sera precedente all’attentato, don Silvio Longobardi, il nostro direttore editoriale, atterrava proprio a Ouagadougou per raggiungere attraversando il quartiere colpito dal terrorismo, l’Oasi St. Therese a Koupela, 150 km circa dalla capitale. Un’oasi di carità dove dal 2007, Caterina una delle consacrate della Fraternità di Emmaus (movimento di spiritualità di cui don Silvio è fondatore), vive stabilmente e dove sono state realizzate diverse opere a favore della popolazione locale: pozzi per l’acqua potabile, centri per far studiare i giovani e accoglierli, biblioteche, dispense e mense per gli studenti.

“Il Burkina sta cercando con fatica di liberarsi dal suo passato politico” commenta don Silvio: “e proprio lunedì 18 il nuovo governo, il primo del neo-presidente Michel Kaboré, sarà ufficialmente insediato. Un Paese che vuole guardare al futuro e imboccare la via dello sviluppo e che invece è costretto ancora a fare i conti con il terrore. Un Paese che dovrà investire maggiori risorse per difendersi da questa violenza cieca, tutte risorse sottratte alla povera gente che attende, da troppo tempo, di veder riconoscere i propri diritti. Il male non solo uccide e soffoca la speranza ma distoglie preziose energie e risorse allo sviluppo di una società più giusta e perciò più umana”.

“Ma” aggiunge il nostro direttore “tutto questo non deve, nemmeno per un istante, togliere il sonno. È una nuova sfida. In realtà oggi non c’è più un luogo sicuro, in nessuna parte del mondo. Come dimostrano questi attentati a raffica che spaziano dall’Asia all’Africa toccando anche l’Europa. “il nostro aiuto è nel nome del Signore”, dice il salmista. Ed è quello che vogliamo ripetere anche noi. Non come un mantra consolatorio ma come una certezza che anima il nostro cuore e mantiene sempre viva la speranza. Noi continueremo a fare la nostra parte, quel poco che sappiamo fare, continueremo a seminare la carità, ad accompagnare i giovani, ad offrire o accrescere l’opportunità di una vita più degna e più rispettosa di quel progetto di bene che Dio vuole realizzare”.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.