CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Come dire ai miei figli che lo zio ha cambiato sesso?

3 Ottobre 2016

gender

Don Silvio risponde ad un genitore che chiede come parlare ai figli della transessualità dal momento che il fratello del papà ha deciso di cambiare sesso. L’invito è intrecciare sempre verità e carità.

Caro amico,

grazie per avermi confidato questa tua dolorosa storia familiare, purtroppo non rara e sempre meno lo sarà in futuro: la vicenda che racconti è l’icona emblematica di un’epoca in cui la grammatica della vita è stata radicalmente stravolta.

Non c’è dubbio che lungo i secoli la diversità sessuale sia stata bollata ed abbia subito ogni sorta di discriminazione. Ancora oggi questo accade in alcuni Paesi, segnatamente quelli a maggioranza musulmana. Non mi pare che sia possibile fare il Gay Pride in Algeria o in Marocco e neppure nella più tollerante Tunisia, tanto meno in Egitto. Non parliamo dell’Arabia Saudita. La Chiesa cattolica, invece, esprime il suo netto dissenso ma rispetta le persone coinvolte. Eppure, proprio la Chiesa, anzi solo la Chiesa cattolica, viene avversata e presentata come il nemico da combattere.

Comprendo e condivido la tua istintiva reazione dinanzi alla scelta di tuo fratello che ha deciso di cambiare sesso. Mi chiedi cosa fare. La Chiesa ci insegna a intrecciare verità e carità: custodire la più grande carità senza però rinunciare a dire la verità, quando è necessario farlo. Il cristiano non alza muri ma è chiamato a custodire una sana relazione con tutti, tanto più con i fratelli di carne, altra cosa è costruire un legame di amicizia e di condivisione. Da quel che mi racconti, è molto difficile. E non tanto per la radicale diversità di opinioni ma perché tuo fratello manifesta una critica esasperata nei confronti della Chiesa e di tutti coloro che ne fanno parte. Una sana relazione nasce dal rispetto reciproco, pur nella diversità di opinioni. Tu puoi amarlo anche se non condividi le sue scelte. L’anno della Misericordia ti invita a parlare con lui per mostrargli che l’amore fraterno non viene meno. A volte, un abbraccio fraterno vale più di mille parole.

Tu mi chiedi anche cosa dire ai tuoi figli? Un tema così complesso non può essere risolto con poche battute. Il criterio fondamentale è questo: mai nascondere la verità se non quando c’è un motivo grave, cioè quando si crea uno scandalo maggiore o quando la persona non è (ancora) in grado di sopportare quella verità. Altra cosa è come e quando dirlo. Da questo punto di vista un supporto psicologico si rivela di grande aiuto. L’età dei vostri figli vi permette ora di parlare con più chiarezza, anche per evitare che vengano a saperlo da altri. In questo caso perdereste la loro fiducia. Ma la verità che dovete comunicare non è solo la cronaca di un fatto ma anche il necessario commento. I vostri figli hanno diritto di sapere qual è il vostro giudizio su questa vicenda. Non nascondete la sofferenza e non abbiate paura di dire, con le parole opportune, che amare un fratello non significa necessariamente amare le sue idee o le sue scelte. Fate capire che qui non si tratta di giudicare o condannare qualcuno ma il suo comportamento. Distinguere il bene dal male è un elemento essenziale della vita personale e sociale. Sono certo che troverete le parole adatte per fare una comunicazione educativa.

Caro amico, dobbiamo trovare tempo e modo per approfondire argomenti come questi. Ti ho dato solo qualche spunto che conferma quel patrimonio di idee che già ti appartiene. Oltre a queste poche parole, puoi contare sulla mia preghiera. Ti abbraccio.

Don Silvio




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