CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

In famiglia il cielo scende sulla terra e la terra viene rivestita di quella luce che viene dall’alto

26 Dicembre 2016

Candela

Pixabay

Nel blog di oggi, don Silvio risponde ad una missiva di auguri per Natale di una coppia di sposi che nella semplicità descrive la sua notte di luce. Gli occhi rivolti al cielo e le mani verso i fratelli più piccoli.

Don Silvio carissimo, 

mancano poche ore a Natale e non ti nascondo che intimamente lo vivo ancora in parte come da bimbo. Non vedo l’ora di fare gli auguri a Cristina che in questo giorno è particolarmente radiosa, penso ai miei cari Genitori ed alla felicità che mi hanno trasmesso nell’attesa del Santo Natale, rispondo con gioia agli auguri che ricevo da conoscenti ed amici e questo sicuramente scalda il cuore.

Quest’anno abbiamo deciso di condividere il pranzo con una ventina di persone rimaste sole o con pochi soldini; stiamo ultimando la cottura dei cibi, attenti a preparare anche pietanze che possano essere consumate dai fratelli di religione musulmana,  saranno in sei, per accoglierli con rispetto. Tutto questo sta occupando i tempi per i normali consueti preparativi ma la gioia e la curiosità della condivisione del pranzo di domani ci riempie di trepida attesa. Ecco come passeremo le prossime ore, in cucina e con il Rosario, aspettando l’arrivo di Gesù, pensando ai nostri cari amici di Lisieux, di Angri e di Pompei ed al nostro caro Custode.

Auguri di Buon Natale a Te e a tutti gli ospiti dell’oasi Saint Joseph. Con tutto il cuore

Paolo&Cristina

 

Carissimi,
la vostra lettera porta il profumo del Natale nella mia camera, nelle vostre parole c’è tutta la semplicità di Betlemme, s’intravede la folla dei pastori che nella notte si mettono in cammino, senza avere alcuna certezza se non una parola tanto luminosa quanto misteriosa. In fondo, poteva anche essere un’illusione! Cercano un … bambino! È questo il segno straordinario? Eppure non c’è niente di più ordinario di una donna che partorisce un bambino! Il nostro Dio è davvero strano, si nasconde negli eventi più umili.
Le vostre parole mi hanno commosso: l’attesa orante, la memoria grata dei genitori, il pranzo con quei fratelli che in questi giorni di festa sentono in modo ancora più vivo la solitudine. E poi la preghiera per i tanti amici, quelli di lunga data e quelli degli ultimi mesi. Voi siete l’immagine di quello che ogni famiglia è chiamata ad essere e cioè una Chiesa domestica, uno spazio in cui le mani sono rivolte al Cielo, per invocare la luce; ma anche tese per abbracciare i fratelli e donare loro un po’ di luce. Cielo e terra s’incontrano, il Cielo scende sulla terra e la terra viene rivestita di quella luce che viene dall’alto.

Rileggendo la vostra lettera ho pensato alle parole che Papa Francesco ha pronunciato nella Messa della notte: “Anche oggi ci può essere la stessa indifferenza, quando Natale diventa una festa dove i protagonisti siamo noi, anziché Lui; quando le luci del commercio gettano nell’ombra la luce di Dio; quando ci affanniamo per i regali e restiamo insensibili a chi è emarginato. Questa mondanità ci ha preso in ostaggio il Natale: bisogna liberarlo!”. Grazie per la vostra testimonianza che non concede nulla alla formalità e scommette tutto sulla carità. Vi attendiamo con gioia a Lisieux per condividere la fede. Un affettuoso abbraccio.

Don Silvio




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