CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Per amore dei tuoi figli, non divenire prigioniera del dolore!

16 Gennaio 2017

(@stefanolunardi - Shutterstock.com)

Nel dramma della separazione, ciascuno pensa al proprio dolore, chi lascia pensa a costruirsi un’altra vita e chi è abbandonato pensa a raccogliere i cocci, chiedendosi dove ha sbagliato. Don Silvio, scrivendo ad Elena, offre una chiave di lettura diversa: guardare ai propri figli e imboccare la via della fedeltà e dell’amore.

Mia cara Elena,

le tue parole mi hanno toccato profondamente, ho letto nei tuoi occhi tutto l’impegno e la fatica di vivere la tua nuova condizione coniugale. Hai ragione, non è  facile accettare la separazione e sapere che lo sposo, la persona con cui hai condiviso tanti anni della vita, se n’è andato a vivere con un’altra. Se n’è  andato senza sbattere la porta, senza accusarti di nulla, senza fare scenate ma … se n’è  andato. Ti fa rabbia e avresti voglia di gridarlo al mondo. Sì, non è  giusto. Ma la storia dell’umanità  non cammina soltanto nei sentieri della luce, tante ombre si addensano, a volte sono così dense da togliere il respiro e soffocare la già  fragile candela della speranza.

Ti senti abbandonata e ferita, la tua dignità  di donna e di sposa è come una veste strappata. Non lasciarti turbare, non puoi evitare le lacrime e la sofferenza ma non dare spazio alla collera, non chiuderti nella camera della sorda rivendicazione, quella che genera rancore e animosità. Faresti male a te stessa! Non ripiegarti su te stessa. Ricorda che hai dei figli ed essi hanno tutto diritto ad avere una madre pienamente attiva e sempre attenta ai loro bisogni. In questo momento anche i tuoi figli soffrono e sono disorientati. Vorrebbero un padre a tempo pieno e devono accontentarsi delle briciole di tempo. Hanno bisogno di capire e di essere rassicurati. Lo so, non puoi nascondere la tristezza ma non farne l’abito quotidiano. Contempla la Vergine Maria ai piedi della croce: in quel momento, in cui tutto sembrava finito, Lei sapeva guardare oltre e già vedeva spuntare i primi bagliori della resurrezione. Sperare è un mestiere difficile ma se non impariamo a coniugare questo verbo, la vita diventa una prigione.

Ricorda che hai anche un marito. Sì, contro ogni apparenza, G. resta tuo marito, lo sposo che tu hai scelto. E resta anche il patto coniugale. Ti prego, non dare spazio all’idea che tutto è finito, che il cammino vissuto insieme è stato tutto un’illusione, non buttare tutto nella spazzatura, non cancellare i momenti più belli e sinceri. Non togliere dalla casa le foto che vi ritraggono insieme. Se lui ha lasciato casa, sbagliando, tu non rispondere con la stessa moneta. Resta fedele, consegnando a Dio il tuo dolore e la tua speranza.

È  un discorso lungo, mia cara amica. E credo che dobbiamo riprenderlo e approfondire. Per ora ti affido alla Madonna e sono certo che lei saprà  avvolgerti nel manto della consolazione. Ti abbraccio.

Don Silvio




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