CORRISPONDENZA FAMILIARE
di don Silvio Longobardi
Per amore dei tuoi figli, non divenire prigioniera del dolore!
16 Gennaio 2017
Nel dramma della separazione, ciascuno pensa al proprio dolore, chi lascia pensa a costruirsi un’altra vita e chi è abbandonato pensa a raccogliere i cocci, chiedendosi dove ha sbagliato. Don Silvio, scrivendo ad Elena, offre una chiave di lettura diversa: guardare ai propri figli e imboccare la via della fedeltà e dell’amore.
Mia cara Elena,
le tue parole mi hanno toccato profondamente, ho letto nei tuoi occhi tutto l’impegno e la fatica di vivere la tua nuova condizione coniugale. Hai ragione, non è facile accettare la separazione e sapere che lo sposo, la persona con cui hai condiviso tanti anni della vita, se n’è andato a vivere con un’altra. Se n’è andato senza sbattere la porta, senza accusarti di nulla, senza fare scenate ma … se n’è andato. Ti fa rabbia e avresti voglia di gridarlo al mondo. Sì, non è giusto. Ma la storia dell’umanità non cammina soltanto nei sentieri della luce, tante ombre si addensano, a volte sono così dense da togliere il respiro e soffocare la già fragile candela della speranza.
Ti senti abbandonata e ferita, la tua dignità di donna e di sposa è come una veste strappata. Non lasciarti turbare, non puoi evitare le lacrime e la sofferenza ma non dare spazio alla collera, non chiuderti nella camera della sorda rivendicazione, quella che genera rancore e animosità. Faresti male a te stessa! Non ripiegarti su te stessa. Ricorda che hai dei figli ed essi hanno tutto diritto ad avere una madre pienamente attiva e sempre attenta ai loro bisogni. In questo momento anche i tuoi figli soffrono e sono disorientati. Vorrebbero un padre a tempo pieno e devono accontentarsi delle briciole di tempo. Hanno bisogno di capire e di essere rassicurati. Lo so, non puoi nascondere la tristezza ma non farne l’abito quotidiano. Contempla la Vergine Maria ai piedi della croce: in quel momento, in cui tutto sembrava finito, Lei sapeva guardare oltre e già vedeva spuntare i primi bagliori della resurrezione. Sperare è un mestiere difficile ma se non impariamo a coniugare questo verbo, la vita diventa una prigione.
Ricorda che hai anche un marito. Sì, contro ogni apparenza, G. resta tuo marito, lo sposo che tu hai scelto. E resta anche il patto coniugale. Ti prego, non dare spazio all’idea che tutto è finito, che il cammino vissuto insieme è stato tutto un’illusione, non buttare tutto nella spazzatura, non cancellare i momenti più belli e sinceri. Non togliere dalla casa le foto che vi ritraggono insieme. Se lui ha lasciato casa, sbagliando, tu non rispondere con la stessa moneta. Resta fedele, consegnando a Dio il tuo dolore e la tua speranza.
È un discorso lungo, mia cara amica. E credo che dobbiamo riprenderlo e approfondire. Per ora ti affido alla Madonna e sono certo che lei saprà avvolgerti nel manto della consolazione. Ti abbraccio.
Don Silvio
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