CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Il compito dei genitori è: dare speranza

4 Settembre 2017

Nel blog di oggi don Silvio scrive ad una coppia che attende il primo figlio invitandoli a restare fedeli alla grazia di Dio, nonostante la fatica e la gioia di fare spazio a questa creatura.

Carissimi,
anche se è solo un  batuffolo di carne, quel cuore che batte annuncia che è iniziata per voi l’avventura della paternità e della maternità, è un passo importante e decisivo della vita nuziale, un passaggio che chiede a ciascuno di voi un salto di qualità, un modo diverso di guardare e organizzare la vita. Oggi non avete parole per esprimere la gioia, sarà così anche al termine della vita, quando entreremo nella luce di Dio rimarremo senza parole. Nello scorrere dei giorni vi sono eventi che ci fanno pregustare quel giorno in cui tutto sarà avvolto di luce.

Il tempo della gravidanza è una lunga e feconda meditazione sul mistero della vita. A partire dalla vostra. Per essere e diventare bravi genitori dovete prima di tutto riscoprire la vostra identità di figli. Secondo la carne e secondo lo Spirito. Rileggete la vostra vita di figli, il percorso a volte difficile che avete compiuto, i sentieri spezzati, le ferite che ancora pesano. Rileggete anche il vostro itinerario di fede e l’esperienza ecclesiale. Ricordate che ogni vita umana è una scintilla dell’amore di Dio, un segno della sua presenza. Preparatevi ad accogliere Gesù che entra nella vostra vita attraverso il volto di un bambino.

L’esperienza della gravidanza è così bella e carica di mistero, soprattutto per la donna: tu, cara Mena, porti in grembo una creatura che è frutto della carne; ma nello stesso tempo è un dono che viene dall’alto, porta in sé il timbro dello Spirito. Questi due poli, Cielo e terra, saranno sigillati nel battesimo. Tu, caro Gigi, come il buon san Giuseppe, pur avendo partecipato all’opera creativa, guardi, osservi ma non ti è dato di vivere la stessa esperienza e di provare le stesse emozioni. Né avrai da portare la stessa fatica. Condividere è altro che sperimentare in prima persona. Entrambi siete partecipi di un mistero grande. Un’esperienza come questa chiede una più ardente preghiera, anzi fa della preghiera una preziosa alleata. Molti giovani genitori si alleano con la medicina, puntano tutto sulla scienza. Noi invece anche in questo caso vogliamo intrecciare sapientemente Cielo e terra, la competenza della scienza medica e la sapienza che viene dall’Alto.

Un figlio non è un imprevisto, specie questa bambina che voi avete fin dall’inizio desiderata, ma porta con sé tutta una serie di imprevisti, cambia il ritmo della vita, i tempi del dialogo dipendono da lei, gli impegni devono necessariamente tener conto della sua presenza. Abituatevi agli imprevisti ma restate fedeli alla grazia di Dio, fedeli alla preghiera, anche se dovete trovare spazi distinti, fedeli agli incontri della comunità. Per vivere così non avete bisogno di doparvi, come fanno quegli atleti che hanno paura di non essere all’altezza delle attese. È sufficiente ricordare che il nostro Datore di lavoro è Dio, la confidenza con Lui non toglie la fatica ma comunica un amore che ricarica le nostre batterie scariche. Senza Dio è impossibile piacere a Dio.

È già iniziata la vostra avventura di genitori. Qual è il vostro compito? Ve lo dico in due parole: dare speranza. È questa la cosa che più manca, quella di cui tutti hanno bisogno. Amare vuol dire consegnare ai figli le chiavi del futuro. Non abbiate paura, Colui che vi ha affidato questo compito non vi lascerà soli. Vi abbraccio.

Don Silvio




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