CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Quando nel matrimonio si smette di vigilare sull’amore…

23 Ottobre 2017

Oggi don Silvio scrive ad uno sposo separato: “La doverosa attenzione alla tua mamma ammalata ti ha fatto trascurare la relazione coniugale. Non hai saputo intrecciare questo doppio e complementare binario: essere figlio e sposo. Hai dimenticato di essere un figlio sposato”.

Caro Nicola,

ti ringrazio per la fiducia che riponi in me, prima di rispondere ho chiesto allo Spirito santo di darmi le parole più adatte. A me capita spesso di parlare con gli sposi e di affrontare le diverse problematiche della vita coniugale ma ti assicuro che non è mai facile. Nel libro dei Salmi leggo che “il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi” (Sal 19). E tuttavia facciamo sempre fatica a tradurla nelle scelte concrete della vita.

La tua vicenda coniugale non è affatto strana, anzi devo riconoscere che purtroppo è abbastanza frequente. E lo sarà sempre di più nel futuro prossimo. Con sincerità tu riconosci che c’è stata una fase – non proprio breve – in cui la doverosa attenzione alla tua mamma ammalata ti ha fatto trascurare la relazione coniugale. Non hai saputo intrecciare questo doppio e complementare binario: essere figlio e sposo. Hai dimenticato di essere un figlio sposato e probabilmente non hai saputo condividere con tua moglie questo immenso dolore. Di fatto lei si è sentita come tagliata fuori, il fatto di non avere figli a cui dedicare l’attenzione materna, ha reso la tua assenza ancora più incandescente e ha fatto germogliare una delusione che poco alla volta ha creato una distanza fino a diventare chiusura. Solo dopo è arrivato l’altro ed ha riempito un vuoto affettivo che tu avevi contribuito a creare. Si è intrufolato con astuzia ma quel vuoto l’avete creato entrambi.

In una significativa parabola, Gesù ci avverte che la zizzania viene seminata di notte, quando tutti dormono (Matteo 13, 24-30). Il sonno è icona di quelle situazioni della vita in cui, presi da altre cose, non siamo abbastanza vigilanti e … lasciamo spazio al nemico. Tu non pensavi di avere un nemico, pensavi di poter contare su tua moglie. Ed oggi, per consolarti, dici che in fondo se ci ha messo poco a sostituirti vuol dire che l’amore non c’era nemmeno prima. Per quanto ne capisco, posso dirti che l’amore c’era anche prima ma, l’affetto più sincero è un fiore delicato che ha bisogno del sole e dell’acqua, altrimenti deperisce e … muore. Non scrivo queste cose a cuor leggero e non lo faccio per gettare su di te il peso di questa storia. Ma è bene avere coscienza degli errori commessi per dare un giudizio più equilibrato sugli eventi.

A distanza di tempo hai l’impressione che nulla sia cambiato. Anzi, inizi a prendere coscienza che nulla possa cambiare. Tu cerca di fare i tuoi passi, con grande umiltà. Non so come andrà a finire, posso solo augurarti che questa vicenda assai dolorosa sia per te un’occasione per ripensare la vita e dare il giusto peso alle cose che contano. Ti affido al Signore e gli chiedo di darti la luce di cui hai bisogno. 

don Silvio




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