CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

L’amore per i poveri nella famiglia dei Santi Martin

20 Novembre 2017

Famiglia Martin

In occasione della I Giornata Mondiale dei Poveri, rileggiamo alcune pagine di carità della vita dei Santi Luigi e Zelia Martin per imparare come educare in famiglia ad uno stile di amore e attenzione verso gli ultimi.

Mia cara Paolina, […]
Sono stata alla Messa cantata; in seguito abbiamo fatto una lunga passeggiata per i campi. Abbiamo raccolto dei bei mazzi per il mese di Maria e siamo rimasti molto contenti di questa uscita. Ritornando, abbiamo incontrato un povero vecchio che aveva un aspetto bonario. Ho mandato Teresa a portargli una piccola elemosina, è sembrato tanto commosso ed ha tanto ringraziato che ho compreso che doveva essere molto infelice. Gli ho detto di seguirci, che gli avrei dato delle scarpe. Gli è stato servito un buon pasto: moriva di fame. Non ti potrei dire di quante miserie sia abbeverata la sua vecchiaia. Quest’inverno ha avuto i piedi congelati; dorme in una catapecchia abbandonata, manca di tutto, va a rannicchiarsi presso le caserme per avere un po’ di minestra. Insomma, gli ho detto di venire quando vuole e che avrebbe ricevuto del pane. Vorrei che tuo padre lo facesse entrare all’Ospizio: desidera tanto andarvi. Si sta trattando la cosa.
Sono molto triste per quest’incontro, non faccio che pensare al buon uomo che aveva tuttavia un volto molto lieto per pochi soldi che gli ho consegnato: «Con questo – diceva – mangerò della minestra, domani andrò alle cucine economiche; poi avrò del tabacco e mi farò radere la barba». In una parola, era allegro come un bambino. Mentre mangiava, prendeva in mano le sue scarpe, le guardava felice e sorrideva loro; in seguito ci ha recitato una bella preghiera che dice sempre alla messa. […]
Raccomando alle tue preghiere e soprattutto di tua zia e della buona Suor Maria Geltrude che amo tanto, un pover’uomo che sta per morire. Sono quarant’anni che non si confessa. Tuo padre fa tutto quello che può per deciderlo a convertirsi, ma lui pensa di essere un santo: trova che non gli rimane più, come a san Paolo, che ricevere la corona di giustizia! Ed è veramente un brav’uomo, ma più difficile da convertire di un cattivo: non c’è che un miracolo della Grazia che possa far cadere il fitto velo che ha davanti agli occhi. […]

Cari amici,
ieri abbiamo celebrato la Giornata Mondiale dei Poveri voluta da papa Francesco per chiedere alla comunità ecclesiale di non dimenticare coloro che sono privi dei beni essenziali. I poveri, ha detto il Santo Padre alla preghiera dell’Angelus, “sono nel cuore del Vangelo, in essi incontriamo Gesù che ci parla e ci interpella attraverso le loro sofferenze e i loro bisogni”. Questa celebrazione mi ha spinto a rileggere alcune pagine biografiche della famiglia Martin, quelle in cui emerge con naturalezza l’attenzione e l’amore per gli indigenti. Il frammento che ho riportato è solo uno dei tanti passaggi in cui Luigi e Zelia testimoniano che il comandamento della carità ha un duplice e complementare volto: Dio e il prossimo.

In effetti, la fede autentica apre gli occhi sulle necessità degli altri e genera il miracolo della carità, semplice ed eroica. Una carità che rimane il più delle volte nascosta, nessuno avrebbe conosciuto i molteplici gesti di carità compiuti da Luigi e Zelia se non ci fosse stato il processo di canonizzazione di Teresa che ha richiesto di raccogliere tutte le testimonianze riguardanti la vita personale e familiare. La carità dei Martin è fatta con “semplicità e discrezione”. La loro vita è ricamata di tanti piccoli episodi. Celina Martin riporta questa significativa testimonianza di Luisa Marais, per lunghi anni domestica in casa Martin: “Io sola ho saputo quante monete da due franchi e quante porzioni di quello che si mangiava a tavola, ella mi mandava a portare a dei poveri” (Incomparabili genitori, 145). In un’altra lettera troviamo questo dettaglio che descrive assai bene lo stile concreto e nascosto di casa Martin: “Questa sera, dopo i vespri, sono andata con Maria a vedere una povera operaia che è ammalata, come pure suo marito, da quasi otto mesi” (LF 192, 4 marzo 1877).

Zelia prende sul serio l’invito ad amare il prossimo: quando si accorge che il suo papà, rimasto vedovo, non è più capace di badare a se stesso, lo accoglie in casa sua e si prende cura di lui fino alla morte. “Questo povero papà – scrive al fratello – non sa cavarsela da solo: bisogna che io ne abbia cura, per prolungare i suoi giorni”. Ma quando gli propone di trasferirsi, incontra la più viva resistenza: “Gli ho spiegato che non potevo separarmi da lui, che mi rende dei grandissimi servizi, insomma l’ho scongiurato a rimanere” (Lettera del 10 dicembre 1865). In seguito alle insistenze, il papà accetta. Resterà tre anni in casa Martin, fino alla morte.

Celina Martin ricorda che quando la domestica si ammala non la manda a casa o in ospedale ma si prende cura di lei e resta per tre settimane accanto al suo letto (Incomparabili genitori, 148). Nella pagine dei ricordi troviamo anche un altro fatto: il giorno della Prima Comunione di Leonia, Zelia invita alla festa di famiglia una fanciulla povera che quel giorno si era accostata per la prima volta all’Eucaristia, e la fa sedere al posto d’onore. Tutti questi gesti – e tanti altri che sono scritti nel libro di Dio – lasciano una traccia indelebile nel cuore delle figlie che apprendono fin dalla più tenera età che i poveri sono l’immagine di Gesù e come tali vanno serviti e onorati.

Due anni fa papa Francesco, in un’intervista concessa a Paris-Match, un settimanale francese, diede questa testimonianza: “Sappiamo bene che la famiglia Martin era accogliente ed apriva la sua porta e il suo cuore. In un’epoca in cui una certa etica borghese, con la scusa del decoro, disprezzava i poveri, entrambi gli sposi, con le loro cinque figlie, consacravano energie, tempo e denaro per aiutare le persone bisognose”. E concludeva: “Essi sono certamente un modello di santità e di vita coniugale”.

Ai santi Luigi e Zelia affidiamo questa duplice intenzione: che nessuna famiglia resti sola nel portare il peso e le difficoltà della vita; e che nessuna si chiuda alle necessità del prossimo. Un caro saluto a tutti.

don Silvio




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.