CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Gli occhi puntati al cielo per contemplare la Vergine Assunta

13 Agosto 2018

Assunzione della Beata Vergine Maria

Nel blog di oggi don Silvio ci invita a vivere la festa dell’Assunzione con particolare cura e attenzione. Presentando l’amore per la Vergine nell’esperienza dei santi Luigi e Zelia Martin, riconosce nell’affidarsi alla Madre celeste la strada sicura verso la santità.

Cari amici,

la festa della Vergine Assunta rischiara questo tempo di vacanze e ci invita a vivere con lo sguardo rivolto al Cielo non solo per vedere lo sciame di stelle ma anche e soprattutto per contemplare Colei che la fede venera come la Stella del mattino. Vorrei perciò invitarvi a vivere questa solennità attraverso l’esperienza della santa famiglia Martin. Nell’epistolario di Zelia non troviamo alcun riferimento a questa specifica festa che ha trovato il suo definitivo riconoscimento solo nel 1950 con la proclamazione dogmatica di Pio XII. L’appuntamento liturgico ci offre comunque un’occasione per parlare della devozione mariana di Luigi e Zelia.

In casa Martin l’amore per Gesù è sempre profondamente intrecciato a quello per la Madre sua. I santi coniugi non hanno dubbi: il Figlio e la Madre non sono affatto concorrenti. Nella sua giovinezza Luigi aveva raccolto una serie di frammenti letterari, frutto delle sue letture. La collezione è sigillata dalla sua firma ma è preceduta da una formula in cui c’è tutta la sua fede:

“Gloria all’Onnipotente! Scritto integralmente da me, a Rennes, il 21 maggio 1843. E alla Vergine Maria L. ST. X. MARTIN. Che il Signore sia glorificato su tutta la terra”

Ho segnato in rosso il riferimento a Maria per sottolineare che, fin dalla prima giovinezza, Luigi ritiene che non sia possibile separare la gloria che dobbiamo all’Onnipotente dalla venerazione riservata a Colei che Dio stesso ha scelto come Madre del Figlio. La Santa Vergine, come Zelia amava chiamare Maria, non era una cometa che appariva di tanto in tanto, ma una stella che risplendeva sempre in casa Martin, per questo decidono di dare a tutti i figli, maschi e femmine, il nome della Madre Celeste. Volevano così dare un’impronta e affidare ogni figlio a Colei che Dio ci ha dato come Madre.

L’amore per la Santa Vergine si manifesta attraverso le forme devozionali dell’epoca, a noi interessa sottolineare l’ingenuità e la semplicità della fede di Luigi e Zelia. In casa Martin, Maria è invocata come Vergine Immacolata, Nostra Signora delle Vittorie e Vergine del Carmelo. Nel 1872 Zelia si iscrive alla Pia Unione mariana di Nostra Signora del Buon Consiglio. I titoli si moltiplicano perché l’amore vero non misura i gesti e le parole.

Luigi e Zelia si sposano nel 1858, lo stesso anno in cui la Vergine appare a Lourdes e si presenta come l’Immacolata Concezione. Si tratta di una felice coincidenza cronologica, in quanto Luigi e Zelia nello stesso anno s’incontrano e celebrano le nozze. Ma c’è anche un altro particolare: entrambi gli sposi avevano una chiara devozione alla Vergine Immacolata, un amore vissuto con particolare intensità da Zelia che attribuiva all’Immacolata alcune grazie particolari che lei aveva ricevuto.

La signora Martin nutre nei confronti di Maria una fede ingenua, come quella di un bambino. Rallegrandosi con il marito per un affare che aveva concluso con saggezza, gli scrive: “È nostra Signora delle Vittorie che ti ha protetto” (LF 46). Al fratello Isidoro, che studia a Parigi, consiglia di recarsi ogni giorno nel santuario di Nostra Signora delle Vittorie e di recitare anche solo un’Ave Maria: “Vedrai che ella ti proteggerà in una maniera tutta speciale”. E poi aggiunge: “Ciò che ti dico non è da parte mia una devozione esagerata e senza fondamento: ho motivo di aver fiducia nella Santa Vergine” (LF 1). Alla figlia Paolina scrive: “Quest’anno andrò ancora a trovare la Santa Vergine di buon mattino, voglio essere la prima ad arrivare, le offrirò il mio cero, come al solito, ma non le domanderò più figliolette; la pregherò che quelle che mi ha dato siano tutte sante e che, quanto a me, le segua da vicino, ma bisogna che siano molto migliori di me” (5 dicembre 1875).

Se volessimo approfondire adeguatamente questo capitolo dovremmo parlare anche di Lourdes e della Vergine del Sorriso e citare tanti altri episodi che hanno fortemente segnato la vita della famiglia Martin. Ma quanto ho già scritto basta per comprendere che la nostra fragile fede trova nella Madre di Gesù un sostegno formidabile. Vi invito perciò a celebrare degnamente questa festa chiedendo, come faceva Zelia, la grazia di camminare nella santità. Un caro saluto a tutti.

Don Silvio




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