CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Nelle battaglie della vita, un’alleata invincibile: la Vergine Maria

7 Ottobre 2019

Beata Vergine del Rosario

Che fine ha fatto la preghiera del Rosario in famiglia? Don Silvio: “In un contesto culturale sempre avverso nei confronti della famiglia, la Chiesa s’impegna ma le minacce sono tante e tali da richiedere un particolare sostegno del Cielo: Maria, Regina della famiglia”.

La Chiesa oggi celebra la Vergine del Rosario, forse non tutti sanno che questa memoria liturgica, istituita da san Pio V, è legata alla battaglia navale di Lepanto (7 ottobre 1571) la cui vittoria venne attribuita all’intercessione di Maria, invocata prima e durante il combattimento proprio attraverso la preghiera Rosario. Quella battaglia fu decisiva per arrestare l’avanzata musulmana in Europa. Questa festa dunque suggerisce di ricorrere più frequentemente all’aiuto della Vergine nella battaglia della vita.

Nella Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae (2002), Giovanni Paolo II ha chiesto di riannodare il legame tra l’antica preghiera del Rosario e la famiglia: “Il Rosario è da sempre, preghiera della famiglia e per la famiglia”. Ed ha aggiunto: “Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane, e certamente ne favoriva la comunione. Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera” (n. 41).

Qualche anno prima (1995), lo stesso Pontefice aveva dato facoltà di inserire nelle litanie lauretane l’invocazione Maria, Regina della famiglia. Lo aveva annunciato lui stesso: “Maria, Regina della famiglia, titolo col quale potremo d’ora in poi invocarla nelle Litanie lauretane, aiuti le famiglie dei credenti a rispondere sempre fedelmente alla loro vocazione così che possano essere autentiche chiese domestiche”. (Angelus, 31 dicembre 1995)

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In un contesto culturale sempre avverso nei confronti della famiglia, il Papa invita a puntare in alto. La Chiesa s’impegna e mette in cantiere tante opere per sostenere la famiglia ma le minacce sono tante e tali da richiedere un particolare sostegno del Cielo. Inserire nelle litanie lauretane questa invocazione significa che ogni giorno, in ogni parte del mondo, dovunque si recita il Rosario si prega per la famiglia. Può sembrare una piccola cosa di fronte al male dilagante ma la fede ci dice che non si tratta affatto di una cosa marginale. Il Vangelo assicura che la preghiera fatta con fede sposta le montagne.

Nelle sue Memorie biografiche suor Lucia di Fatima (1907-2005) racconta non pochi dettagli della sua infanzia, in quelle pagine emerge l’immagine di una famiglia che viveva con semplicità la sua fede: “La prima cosa che imparai è stata l’Ave Maria, perché mia madre era solita tenermi in braccio mentre insegnava a mia sorella Carolina, che in età veniva prima di me, avendo 5 anni di più”. E poi: “Mia madre aveva l’abitudine d’insegnare la dottrina ai suoi figli nelle ore della siesta, in estate. D’inverno, la nostra lezione era di sera, dopo cena, vicino al focolare, mentre arrostivamo e mangiavamo le castagne e le ghiande dolci”.

Siamo agli inizi del Novecento, in un piccolissimo villaggio del Portogallo, gente semplice che non può vantare alcuna istruzione. Eppure in quella casa la fede era la veste dei giorni feriali, rappresentava il cuore stesso della vita domestica e collettiva. Esperienze come queste fanno pensare alla profonda verità racchiusa nelle parole di Gesù: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. (Mt 11,25) Torniamo ad essere piccoli per… diventare grandi, di quella grandezza che non offusca ma svela il volto di Dio.




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