CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Imparare a spegnere il fuoco. Consigli per gli sposi…

11 Novembre 2019

crisi

(Foto: stefanolunardi - Shutterstock.com)

La vita quotidiana di una coppia è attraversata da piccole e grandi ferite, contrasti che sembrano di poco conto ma che a lungo andare generano una distanza e, in maniera impercettibile, innalzano muri di incomprensioni. Che fare dunque? L’unica via possibile è il perdono.

Nel corso degli anni, a stretto contatto con l’esperienza e la fatica di tanti sposi, ho compreso quanto sia importante apprendere l’arte del perdono. Nel mio ministero ho incontrato coppie che avevano perduto l’amore e altre che lo avevano ritrovato, amori feriti a morte dall’individualismo e altri fortificati dalla tenerezza della coniugalità, coniugi che zoppicavano e altri che camminavano con determinazione.

La vita di una coppia spesso si inaridisce perché nessuno dei due ha il coraggio di perdonare di cuore e ricominciare daccapo. Ci sono situazioni difficili e tragiche, quando la conflittualità ha raggiunto o superato i livelli di guardia e tutto fa pensare che la separazione sia la soluzione più ragionevole. Ma ci sono anche – e rappresentano la maggioranza – quelle vicende segnate e appesantite dalla micro-conflittualità. La vita quotidiana di una coppia è attraversata da piccole e grandi ferite, contrasti che sembrano di poco conto ma che a lungo andare generano una distanza e, in maniera impercettibile, innalzano muri di incomprensioni. Non tutti arrivano alla separazione ma molti sposi si acquietano nella placida rassegnazione, ritenendo che la comunione sia un ideale bello ma impossibile.

Nel film Il genio ribelle uno dei protagonisti, uno psicologo interpretato da Robin Williams, parla così della moglie: “Le piccole debolezze che conoscevo solo io. Questo la rende mia moglie”. Sono parole luminose e fanno intravedere quella muta complicità che ogni coppia deve custodire e coltivare. “Io accolgo te”, dicono gli sposi nella promessa nuziale. Significa: “Accolgo tutto di te, difetti compresi, quelli che conosco e quelli che ancora non conosco”.

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Un amore che si ritrae dinanzi al male, non è vero amore. Un amore che amplifica i torti subiti per giustificare le offese fatte, non solo è infantile ma concede spazio al risentimento che, a sua volta, genera irritazione e si traduce in atteggiamenti di ostilità. Imparare a spegnere il fuoco prima che divampi l’incendio non è solo un buon consiglio ma un impegno inderogabile.

Amare e perdonare sono due aspetti strettamente congiunti. Gesù lo sapeva bene perciò ha fatto del perdono la legge suprema dell’amore. Scrive sant’Agostino: “Quelli per cui chiese il perdono volle che venissero trasformati interiormente, e costoro si è degnato di cambiarli da nemici in fratelli, e così veramente fece” (Sant’Agostino, Commento alla prima lettera di Giovanni, 8, 10). Attraverso il perdono egli accoglie il nemico e lo trasforma in amico. Il perdono è una sfida, una provocazione. Anzi, una vera rivoluzione dei rapporti umani. Solo il perdono impedisce al male di prevalere.

Il male non è una catena che imprigiona ma il segnale della debolezza, non soffoca ma provoca la speranza. Chi crede in Gesù Cristo sa che non può rassegnarsi al male né rispondere al torto subito con un altro e uguale gesto. Bisogna perdonare. E perdonare di cuore. Non dobbiamo però pretendere di dimenticare. La persona è fatta anche di emozioni e non può fare a meno di provare dolore o di ricordare con tristezza quegli eventi che sono stati causa di grande sofferenza. Il perdono tuttavia è il segno che non viviamo di emozioni, mostra che siamo capaci di governare le emozioni e di vincere la superficiale istintività. 

La promessa nuziale non si conclude con un “per sempre” pieno di fascino e poesia, ma con un più prosaico “tutti i giorni della mia vita”. Che vuol dire: “Ogni giorno”. Non interessa la somma complessiva – anche perché non sappiamo quanti saranno i giorni della vita – ma il dettaglio, ciò che conta è far entrare l’amore in ogni angolo dell’esistenza. Una strada faticosa ma è l’unica che veste di gioia la vita coniugale.




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