Fedeltà coniugale

di Assunta Scialdone

Gli uomini vanno e vengono… ma Dio no! È possibile restare fedeli al proprio matrimonio?

16 Gennaio 2020

Rosario

(Foto: Agnes Kantaruk / Shutterstock.com)

“Come può mio marito chiedermi di rifarmi una vita come ha fatto lui? Perché me lo chiede?”. Così una sposa mi domanda di riassumerle il contenuto dell’insegnamento di Cristo sulla fedeltà coniugale. “Io ho deciso di restare fedele al sacramento celebrato 12 anni fa con mio marito, secondo te è sbagliato?”.

Succede che un sabato mattina mentre gironzoli per casa, ancora in pigiama perché la scuola è chiusa, sorseggiando una calda e fumante tazzina di caffè, rigorosamente amaro, squilli il telefono: dall’altro capo del filo c’è una sposa che ti chiede udienza. È Cristo, presente in lei, che ti chiede di non rilassarti troppo perché c’è tanto da fare nella vigna del Signore, ma, soprattutto, non c’è tempo da perdere. Già dai convenevoli iniziali mi accorgo che il suo cuore è turbato. Mi chiede se è possibile ascoltarla perché lei è caduta in uno stato di confusione dopo aver parlato con più persone sedicenti “cattoliche”. Dico addio al mio caffè fumante e mi pongo a fianco di questa sorella. Le chiedo di aprire il suo cuore ed esprimere con verità ciò che la turba. Si tratta di una giovane sposa, separata e madre di due figli. Il marito l’ha lasciata da tre anni perché non sopportava la responsabilità della famiglia e dei figli. Voleva riappropriarsi della sua libertà, della sua adolescenza ormai passata, ma che, con prepotenza, riemergeva nella sua esistenza. 

Se ne era andato con una donna più giovane di lui perché lo faceva sentire di nuovo vivo e gli faceva riassaporare tutta la bellezza della libertà ormai persa nell’arco dei 12 anni di matrimonio. La giovane sposa ha custodito un rapporto civile con il marito per il bene dei figli, ma pochi giorni prima ha avuto una sorta di “discussione” con lui su un argomento particolare: trovarsi un nuovo compagno. La giovane sposa per telefono mi dice: “Come può mio marito chiedermi di rifarmi una vita come ha fatto lui? Perché me lo chiede? Gli ho risposto che non mi rifarei mai una vita perché io la vita già ce l’ho e consiste nel matrimonio celebrato con lui e la nascita dei nostri due figli. Questa è la mia vita! Non ne voglio un’altra! Questa è la vita che devo custodire! Non voglio un altro uomo che entri nel mio letto, anzi, nel nostro letto, dove abbiamo concepito i nostri due figli!”. La sposa, continuando il suo racconto, aggiunge che, prima della discussione con il marito, anche la psicologa che segue il figlio maggiore le ha detto: “Signora, gli uomini vanno e vengono: se ne trovi un altro”. Ci sono, poi, le amiche che le chiedono: “Perché non vesti in modo da mostrare la tua femminilità? Devi trovarti un altro uomo”. La giovane sposa incalza, sfogandosi: “Perché devo trovarmi un uomo? Cosa significa che gli uomini vanno e vengono? Io non sono una donna di facili costumi da concedermi a diversi uomini che vanno e vengono! Perché chi mi circonda mi dice ciò? Io ho deciso di restare fedele al sacramento celebrato 12 anni fa con mio marito, secondo te è sbagliato? Perché la gente che incontro e che va in Chiesa tutte le domeniche mi spinge a fare un passo contrario alla fedeltà matrimoniale? Non so più dove risieda la verità. Per questo ti ho chiamato. Vorrei confrontarmi con te perché mi fido”. 

Legge anche: Anche gli sposi sono chiamati a vivere la verginità all’interno del loro matrimonio?

La ringrazio della fiducia che ripone in me ricordandole, però, che lei deve avere piena fiducia solo in Cristo e nel Suo insegnamento. Lei incalza dicendo: “Qual è il suo insegnamento riguardo alla mia condizione? Tutti, persino i miei genitori, mi spingono a trovarmi un compagno. Io, però, sento nel mio cuore che non è la cosa giusta”. Alla giovane sposa rispondo che ciò che sente nel cuore è la voce della coscienza. Il Maestro e la Chiesa chiedono a lei e a tanti che vivono la sua stessa situazione, una scelta eroica: restare fedeli al sacramento validamente celebrato. Questo avviene perché Cristo non divorzia da noi tutte le volte che commettiamo peccato e, soprattutto, perché il divorzio non esiste. Puoi anche trovarti un nuovo compagno ma quel matrimonio celebrato in precedenza e i figli da esso nati non potranno mai essere cancellati, sono parte integrante dell’esistenza che ti legherà sempre a tuo marito e viceversa. Le dico: “Credo fermamente che tu stia facendo la scelta giusta perché aderente all’insegnamento di Gesù Cristo che ci chiede di non ripudiare i nostri coniugi e di non sposare un uomo o una donna ripudiati (Cf, Mt 19) ma di restare fedeli proprio come lo è stato Lui sulla croce verso di noi”. La giovane sposa mi dice che ascoltando quelle parole il suo cuore si riempie di gioia e si sente confermata nel suo pensiero ma poi aggiunge: “Grazie per ciò che mi stai dicendo, purtroppo sei l’unica. Il mondo annuncia altro ponendoti in uno stato di confusione e di dubbio. Il mondo, spesso, ci fa sentire inadeguati e ci spinge a conformarci alle sue idee e alle sue mode calpestando l’insegnamento del Vangelo”. 

Fin qui la chiacchierata. Per gli addetti ai lavori c’è da ricordare alcune cose che, purtroppo, non risultano essere più scontate a causa del clima, a volte, di confusione che alberga fuori e dentro di noi. La Chiesa (in questo caso mi riferisco a quelle persone praticanti che hanno consigliato alla giovane sposa di trovarsi un compagno) non può discostarsi dall’insegnamento del Maestro “modificandolo” per una sorta di “accoglienza falsa” o per compiacere un’ampia parte della società attuale che deride la fedeltà coniugale. La società propone uno stile di vita improntato sul carpe diem perché non concepisce più la bellezza della vita ultraterrena. La Chiesa, e noi con lei, deve continuare ad indicare la Verità nella misericordia, condannando sempre il peccato e mai il peccatore. Pronunciando instancabilmente le parole di guarigione che più volte Cristo pronuncia: “Va’ e d’ora in poi non peccare più”. Quel “Va’” sembra dirci: dopo che hai conosciuto e fatto esperienza dell’amore infinito di Dio, scegli di non peccare più. Scegli d’essere fedele a Cristo perché “solo Lui basta” se Lo si è veramente incontrato.

 

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, al numero 1614, leggiamo: «Nella sua predicazione Gesù ha insegnato senza equivoci il senso originale dell’unione dell’uomo e della donna, quale il Creatore l’ha voluta all’origine: il permesso, dato da Mosè, di ripudiare la propria moglie, era una concessione motivata dalla durezza del cuore; [Cf Mt 19,8] l’unione matrimoniale dell’uomo e della donna è indissolubile: Dio stesso l’ha conclusa. “Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi” (Mt 19,6)».

 

Anche nella Prima Lettera ai Corinzi (7,10-11) leggiamo, con grande chiarezza, l’insegnamento paolino: «Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito – e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito – e il marito non ripudi la moglie». Ancora il Catechismo al numero 1615 insiste: «Questa inequivocabile insistenza sull’indissolubilità del vincolo matrimoniale ha potuto lasciare perplessi e apparire come un’esigenza irrealizzabile [Cf Mt 19,10]. Tuttavia Gesù non ha caricato gli sposi di un fardello impossibile da portare e troppo gravoso, [Cf Mt 11,29-30] più pesante della Legge di Mosè. Venendo a ristabilire l’ordine iniziale della creazione sconvolto dal peccato, egli stesso dona la forza e la grazia per vivere il matrimonio nella nuova dimensione del Regno di Dio. Seguendo Cristo, rinnegando se stessi, prendendo su di sé la propria croce [Cf Mc 8,34] gli sposi potranno “capire” [Cf Mt 19,11] il senso originale del matrimonio e viverlo con l’aiuto di Cristo. Questa grazia del Matrimonio cristiano è un frutto della croce di Cristo, sorgente di ogni vita cristiana».

 

L’essere fedeli al sacramento del matrimonio, validamente celebrato, fa in modo che gli sposi si conformino sempre di più a Cristo e non al mondo. Sarà pure vero che “gli uomini vanno e vengono!”, ma non per coloro che hanno Cristo come riferimento. Per essi conta molto di più il frutto della croce: la vita nello Spirito, che non sempre coincide col “va dove ti porta il cuore” come viene inteso oggi. Frutto della croce è anche la vita eterna che sempre più spesso viene dimenticata: in essa gli sposi vivranno la pienezza del loro matrimonio.




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1 risposta su “Gli uomini vanno e vengono… ma Dio no! È possibile restare fedeli al proprio matrimonio?”

Esiste anche una Fraternità riconosciuta dalla Chiesa, che accoglie separati e divorziati fedeli al Sacramento del Matrimonio: la Fraternità Sposi per Sempre, un cammino spirituale, al cuore del Sacramento.

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