CORRISPONDENZA FAMILIARE

I passi dell’amore coniugale nella luce di santa Teresa

28 Settembre 2020

In preparazione alla festa di santa Teresa di Gesù Bambino, don Silvio offre a partire dalla spiritualità della piccola carmelitana, tre parole che possono essere applicate alla vita coniugale: perfezione, sorriso e offerta di sé.

Cari sposi, 

ci prepariamo a celebrare la festa di santa Teresa di Gesù Bambino, Patrona delle missioni e Dottore della Chiesa. La sua testimonianza ha un forte timbro verginale ed esprime nella maniera più limpida la totalità della vita consacrata. E tuttavia le pagine che ha scritto hanno un valore universale, parlano a tutti. Oggi vorrei invitare Teresa come testimone delle vostre nozze: alla sua intercessione affido il vostro cammino coniugale, a voi consegno alcune sue parole che possono confermare e orientare la vostra vocazione. 

La prima parola è perfezione. La troviamo nelle prima battute della sua autobiografia: “La perfezione consiste nel fare la sua volontà, nell’essere ciò che Egli vuole che noi siamo…” (Ms A 2v). Una parola semplice e luminosa che Teresa spiega con un esempio: ogni fiore contribuisce a rendere più bello il giardino, non importa essere un giglio, una rosa o una margherita. Ciò che conta è custodire l’abito che Dio ci ha donato.

Teresa ricorda che ogni battezzato è chiamato alla perfezione e partecipa alla grande avventura della fede e tutti sono chiamati a stare in prima fila. Non per apparire ma per esercitare quel ministero che Dio ha assegnato a ciascuno nella grande storia della salvezza. Nelle parole di Teresa troviamo la primizia di quella dottrina che sarà pienamente confermata con il Vaticano II: il compito della Chiesa è quello di aiutare tutti i battezzati a camminare nella santità, ciascuno secondo la vocazione e il carisma che ha ricevuto. 

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La seconda parola è sorriso. La vicenda biografica di Teresa è segnata dall’improvvisa guarigione, ricevuta all’età di 10 anni grazie ad un intervento provvidenziale della Vergine. Bisogna leggere i suoi scritti, per comprendere pienamente il valore dell’esperienza vissuta dalla bambina, insieme alla sua famiglia. Teresa si trovava immersa in una camera buia dalla quale non poteva più uscire; e sentiva l’angoscia di non poter vincere quel male oscuro che assediava la sua mente e bloccava il suo corpo. Non aveva le forze per tornare alla vita normale eppure viveva tutto questo con grande lucidità. Insomma, era prigioniera di se stessa. Ed ecco, un giorno la Vergine passa e sorride. E tutto cambia. Teresa ritrova la forza di reagire, ritorna a vivere. Quel giorno (13 maggio 1883) era domenica di Pentecoste ma per lei era il giorno della resurrezione. Una nuova Pasqua. Quest’esperienza resta ben impressa nel cuore di Teresa. Era stata educata fin da piccola a rivolgersi a Maria, da quel giorno comprende che davvero la Santa Vergine è sua Madre. 

Da questa pagina luminosa e drammatica, traggo un augurio che consegno a tutti sposi: il sorriso della Vergine accompagni i vostri passi, la Madre di Gesù abbia un posto privilegiato nel vostro cammino. Siatene certi: chi accoglie Maria nella casa dell’amore, non solo trova in Lei un rifugio sicuro nelle tempeste della vita ma potrà sempre contare sulla sua materna premura. La Madre di Gesù accoglie e consola quando vi vede scoraggiati; vi custodisce nel tempo della fatica e vi chiede di camminare con fedeltà nelle vie di Dio.

È bello notare che il sorriso di Maria avviene nel contesto di una casa e di una famiglia che prega. Quel giorno, infatti, tutta la famiglia è attorno al letto di Teresa. E tutti pregano. Il sorriso appare dunque come la risposta all’invocazione fiduciosa e accorata che tutta la famiglia rivolge alla Regina del Cielo. Non trascurate la preghiera domestica: vi rende partecipi della storia della salvezza e vi dona la gioia di portare il sorriso della Vergine in tante altre case, specie in quelle in cui manca l’amore e non risplende la speranza. 

C’è una terza parola da consegnare ed è forse quella più difficile da pronunciare e da praticare: offerta. Nel 1895 Teresa vive un momento particolarmente luminoso della sua esperienza monastica, ha solo 22 anni ma ha già raggiunto un’invidiabile maturità nella vita spirituale. Lei non lo sa che i giorni della sua vita si vanno consumando rapidamente. E tuttavia, si sente chiamata a fare una particolare offerta di se stessa all’Amore Misericordioso. Tutto questo avviene il 9 giugno 1895. Quel giorno, come lei scrive: “Ho ricevuto la grazia di capire più che mai quanto Gesù desideri essere amato, da quel giorno felice mi sembra che l’amore mi penetri e mi circondi, mi sembra che ad ogni istante questo Amore Misericordioso mi rinnovi, purifichi la mia anima e non vi lasci nessuna traccia di peccato, perciò non posso temere il purgatorio. Oh come è dolce la via dell’amore, come voglio impegnarmi a fare sempre con il più grande abbandono la volontà del buon Dio”. Ho voluto riportare questo brano perché mi pare particolarmente luminoso. Da meditare con attenzione. 

L’amore coniugale può essere espresso con tante parole ma quella che coglie l’essenza di questa esperienza, quella che ci conduce all’essenziale, è proprio questa: offerta di sé. In fondo, amare significa offrire la propria vita. Nel matrimonio ciascuno si consegna all’altro ed entrambi gli sposi si consegnano a Dio. Offrire significa dare tutto. Chi ama non misura il dono né traccia confini preliminari. Chi ama è pronto a perdere tutto. Questo stile appartiene alla natura umana ma non si afferma automaticamente, anzi trova nell’istinto della carne un nemico invisibile ma tenace. È uno stile che si apprende poco alla volta. Un atteggiamento da coltivare stando ai piedi della croce e contemplando la testimonianza dei santi. I santi hanno tracciato una strada sicura. Se v’incamminate nella piccola via di Teresa arriverete in Paradiso. In fondo, è solo questo che conta.




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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