Don Enrico Smaldone: al via il Processo per la beatificazione

Don Enrico Smaldone

di Fraternità di Emmaus

Si svolgerà questa sera 13 luglio 2021 presso la Cittadella della Carità alle ore 20, il rito di insediamento e la prima sessione pubblica del Tribunale per le Cause dei Santi e il processo sulla vita, le virtù e la fama di santità del servo di Dio don Enrico Smaldone.

La data scelta dal Vescovo, Mons. Giuseppe Giudice, per l’insediamento del tribunale diocesano, è molto significativa perché il 13 luglio non solo la Chiesa fa memoria di sant’Enrico II Imperatore, ma anche in questo stesso giorno, esattamente 80 anni fa, il servo di Dio veniva consacrato sacerdote dal Vescovo Mons. Teodorico De Angelis.

La Fraternità di Emmaus che attualmente custodisce l’ex Città dei ragazzi, luogo fondato e costruito con le proprie mani da don Enrico Smaldone è in festa per questo particolare evento. Il 29 gennaio 2019, il Vescovo Giudice intitolò la Cittadella della Carità proprio a don Enrico Smaldone. All’interno dell’area è presente un’Oasi, casa di accoglienza per i minori, intitolata al santo sacerdote. Con forme e modalità nuove, si continua il sogno di don Enrico di dare un tetto, un’educazione e tanto affetto ai bambini senza famiglia. 

Don Silvio Longobardi, custode della Fraternità di Emmaus ha dichiarato: “Siamo onorati di gestire la struttura dove il Servo di Dio ha manifestato la sua carità sacerdotale, consumando la sua vita”. “In questi anni abbiamo organizzato molti eventi per ricordare la figura di don Enrico, saremo contenti di collaborare con la Postulazione e la Diocesi per far conoscere ancora di più la figura di questo straordinario sacerdote della nostra terra”.

Quando il 29 gennaio 1967, all’età di 53 anni morì per una leucemia fulminante, la folla accorsa per il suo funerale già lo considerava un santo. E certamente eroica e audace è stata la vita di questo semplice e umile uomo di Dio che nel 1949 dopo la visione di un film che raccontava l’esperienza di padre Edward J. Flanagan che fondò nel 1917 un orfanotrofio per ragazzi in una casa a Omaha, nello Stato americano del Nebraska, decise che anche lui voleva fare lo stesso. Mentre meditava su questo progetto una mattina “picchia alla porta un bimbo di otto o nove anni. Lacero, sporco, coi capelli arruffati, portava in viso i segni della sofferenza. Gli offrii l’altra metà del caffè che stavo sorbendo e lo invitai a parlare”, racconta don Enrico. Fu il segno decisivo. Comincia da quel momento a spendere tutte le sue energie per realizzare il sogno della Città dei ragazzi, un luogo che ha offerto a centinaia di ragazzi di poter essere accolti, amati, nutriti, istruiti e dove hanno imparato il mestiere per la loro vita. Un sogno che continua ancora oggi in forme nuove continua presso la Cittadella della Carità.




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