CORRISPONDENZA FAMILIARE

La fede dei piccoli. L’esperienza di Fatima

12 Dicembre 2022

Pastorelli di Fatima

Sono tornato a Fatima, un appuntamento sempre luminoso e mai scontato. Ho accompagnato un gruppo di pellegrini ma sono andato anch’io come un pellegrino che ha bisogno di ricevere la carezza materna di Maria. Tra le molteplici pagine che arricchiscono l’esperienza di Fatima vi leggo quella che mi commuove più di tutte le altre. Riguarda i piccoli testimoni, quelli che hanno avuto il privilegio e la responsabilità di accogliere, custodire e testimoniare le parole della Vergine. 

Le Apparizioni sono senza dubbio un evento straordinario, una rivelazione soprannaturale. E tuttavia, in senso stretto non sono un miracolo. Il vero miracolo sono Lucia, Francesco e Giacinta, i bambini trasformati dalla grazia, la loro esistenza è il segno che veramente Dio si è rivelato. Ed è miracoloso anche quello che è accaduto in tutti questi anni, la storia delle santità che il santuario ha generato, le conversioni che qui sono nate. Fatima oggi è un polmone di spiritualità, uno dei riferimenti a cui si guarda da tutto il mondo. Tutto questo è accaduto, non dimentichiamolo, perché tre fanciulli (che all’epoca dei fatti avevano rispettivamente 10, 9 e 7 anni) hanno avuto il coraggio di rispondere con piena docilità alla chiamata di Dio. 

Memorie di suor Lucia” è un libro che racconta quello che è accaduto a Fatima. Non riporta solo i fatti eclatanti e gli eventi spettacolari ma narra anche con molti dettagli quello che è accaduto nei fanciulli. La Madonna aveva detto: “pregate, pregate molto, e fate sacrifici per i peccatori; molte anime vanno all’inferno, perché non c’è chi si sacrifichi e preghi per loro”. Ed essi rispondono con una determinazione sorprendente per la loro età, avviene un improvviso e radicale cambiamento interiore, non solo danno spazio ad una preghiera assidua ma accolgono con amore i piccoli e grandi sacrifici: a volte restavano digiuni anche tutto il giorno, accettavano le incomprensioni dei familiari, sopportavano le sofferenze ed erano pronti anche al martirio. E tutto questo per amore di Gesù.

I pellegrini possono trovare a Fatima tante immagini e statue della Madonna, io suggerisco sempre di acquistare un’icona in cui la Vergine appare insieme ai fanciulli. Mi sembra un’immagine più pregnante dell’esperienza soprannaturale. Possiamo e dobbiamo presentare Fatima come l’evento in cui la Madre di Gesù affida a tre fanciulli un messaggio per tutta l’umanità, non come semplici ambasciatori ma come testimoni. In effetti i veggenti sono personalmente coinvolti in questa storia, i primi a partecipare con la loro sofferenza alla realizzazione di ciò che Dio chiede. Anzi, possiamo dire che sono proprio loro la parola decisiva, la conferma che quegli eventi sono un riflesso della luce divina. 

Leggi anche: Le Apparizioni della Madonna a Fatima spiegata ai bambini

Una sola immagine che presenta insieme Maria e i bambini: il Cielo e la terra sono simbolicamente uniti, la Chiesa gloriosa con la chiesa terrena. Accade abbastanza spesso che siamo noi a invocare l’aiuto della Chiesa celeste. A Fatima è avvenuto il contrario: è Maria che, a nome di Dio, chiede alla Chiesa terrena la piena e fedele collaborazione. Dio salva il mondo attraverso uomini e donne che si arrendono a Lui e diventano docili strumenti della sua grazia. 

La testimonianza di Lucia e dei suoi piccoli compagni conferma che il modo di agire di Dio è sorprendentemente diverso dal nostro. Nel contesto di una guerra che sta insanguinando l’Europa, attraverso la mediazione di Maria, Dio consegna le sue parole a tre fanciulli che vivono ad Aljustrel, uno sperduto paesino del Portogallo. E chiede loro di fermare il male che avanza nel mondo attraverso l’offerta e la preghiera. Tutto questo è davvero sconvolgente! Questo modo di agire contrasta non poco con le raffinate strategie umane, anche quelle ecclesiali, messe in atto per affrontare e risolvere i problemi. È Dio che cambia la storia, Lui solo può modificare il corso degli eventi. E lo fa quando incontra persone che abbandonano ogni presunzione e si rivestono di umiltà, come fanno i bambini di Fatima. Non servono grandi opere ma la disponibilità a vivere di Dio. 

Non so se è un caso ma scorrendo le storie delle apparizioni mariane degli ultimi due secoli vediamo che in prevalenza hanno coinvolto bambini. Sembra una precisa strategia divina che affida i grandi segreti a creature senza istruzione e ancora troppo piccoli per avere credibilità. Nella Lettera ai bambini (1995) Giovanni Paolo II ricorda le testimonianze di santità di alcuni piccoli discepoli che hanno arricchito la storia della Chiesa: 

“E così lungo i secoli, sino ai nostri tempi, non mancano bambini e ragazzi tra i santi e i beati della Chiesa. Come nel Vangelo Gesù manifesta particolare fiducia nei bambini, così la Mamma sua, Maria, non ha mancato di riservare ai piccoli, nel corso della storia, la sua materna premura. Pensate a santa Bernardetta di Lourdes, ai fanciulli di La Salette e, nel nostro secolo, a Lucia, Francesco e Giacinta di Fatima”. 

L’esperienza di Fatima è un’ulteriore conferma della parola evangelica: “Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18,3). La fede richiede la consapevolezza e la maturità propria di chi è adulto. Ma essa si nutre anche dell’ingenuità e della innocenza che è propria dei bambini. Il Natale che ci apprestiamo a celebrare annuncia che il Salvatore del mondo si presenta con il volto di un Bambino. Facciamoci piccoli anche noi per manifestare la grandezza di Dio e partecipare alla sua opera. 




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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