PILLOLA CONTRACCETTIVA

Pillola contraccettiva gratuita: chi ci guadagna?

L’Aifa rende gratuita la pillola contraccettiva. Penso sia bene gioire per tutti i progressi che la ricerca medica ha fatto negli ultimi decenni per curare tante malattie, soprattutto quelle che un tempo erano letali, ma fare l’amore non è una malattia. Perché la donna dovrebbe assumere un farmaco, che ha inevitabilmente conseguenze sul suo corpo, quando all’uomo questo sacrificio non è chiesto?

Quando frequentavo le scuole superiori, una mia coetanea – non ancora maggiorenne – mi confidò una situazione che stava vivendo. Il suo ragazzo era “stanco di usare il preservativo” e le faceva pressioni perché iniziasse a prendere la pillola anticoncezionale. Lei era un po’ restia, anzi a dire il vero non era particolarmente entusiasta di prendere un farmaco “non necessario” a quell’età. 

Pian piano, però, riuscì a convincerla che la loro vita sessuale sarebbe migliorata e lei decise di parlarne con i genitori. 

Si vergognava molto, ma alla fine riuscì a confidarsi con la madre. La mamma acconsentì, e la ragazza iniziò a prendere il farmaco anticoncezionale. 

Per un po’, la cosa rimase segreta al papà. Quando lui lo scoprì, a casa scoppiò il putiferio. Prese la figlia a brutte parole, dicendo che non se lo aspettava da lei, che certe cose non si nascondono a un genitore e aggiunse che alla sua età “doveva giocare con le bambole, non andare con i ragazzi”. Fu un momento molto duro per lei

Il fidanzato, però, in tutto questo, era contento: finalmente si era liberato del fastidiosissimo preservativo. La storia tra i due si consumò in breve tempo: pochi mesi dopo, infatti, si lasciarono. Quella però fu la prima volta che mi chiesi se la pillola fosse davvero una conquista del femminismo… e non del maschilismo.

Non ha senso generalizzare e non voglio farlo: per una ragazza che si è lasciata convincere controvoglia dal fidanzato ad assumerla, ce ne saranno cento che prendono questa decisione da sole, senza alcuna pressione, solo per avere la sicurezza di non diventare madri (una volta una giovane donna di 24 anni mi disse: “Mi affido a lei” e mi spiegava come stesse tranquilla perché il margine di fallimento era molto basso… “Al 99% non succede nulla!”).

Tante donne, quindi, avranno gioito al sapere che l’Aifa ha deciso di rendere gratuito questo farmaco.

Di fronte all’esultanza di tanti (“Finalmente!”, hanno detto molte persone che conosco), a me sorgono tuttavia delle perplessità.

La prima considerazione è che la pillola è un farmaco e come tale ha delle controindicazioni – come tutti i farmaci, d’altronde. 

È bene gioire per tutti i progressi che la ricerca medica ha fatto negli ultimi decenni per curare tante malattie, soprattutto quelle che un tempo erano letali (le medicine, usate con cognizione, sono una benedizione e rappresentano un passo in avanti per la storia dell’umanità) ma fare l’amore non è una malattia

Perché la donna dovrebbe assumere un farmaco, che ha inevitabilmente conseguenze sul suo corpo, quando all’uomo questo sacrificio non è chiesto?

Leggi anche: Perché non usare i contraccettivi? Chiediamoci, piuttosto, perché usarli! (puntofamiglia.net)

Perché fare l’amore dovrebbe essere a tutti gli effetti paragonabile a una patologia per cui assumere medicinali?

Qualcuno potrà dire: “Perché non posso, in questo momento, diventare genitore e non voglio rinunciare al piacere o all’intimità di coppia”. L’ho sentito dire anche da coppie di amici, anche da coppie cattoliche. Se è vero che ci sono momenti della vita in cui si può faticare ad aprirsi alla vita (per ragioni fisiche, psicologiche, per un momento complesso che la famiglia sta attraversando), va notato che ci sono metodi molto più rispettosi del corpo per rimandare una gravidanza.

La seconda considerazione è che ci sono tanti farmaci necessari per la salute che non sono gratuiti

Una volta una mia amica che aveva entrambi i figli malati (una semplice febbre…) mi disse: “Quando i miei figli si ammalano, ringrazio di avere il denaro necessario per comprare tutte le medicine che occorrono! Penso a quei genitori, in tante parti del mondo, che non possono permetterselo…”.

Spesso do per scontato di poter curare i miei figli, ma non è così. Le medicine costano… e anche tanto! (Nel periodo autunnale e invernale, spendiamo di più per le medicine che per la mensa scolastica…)

Quanti bambini mancano oggi – in tante parti del mondo – di cure necessarie, mentre da domani una donna che lavora potrà avere gratis un contraccettivo?

Non voglio generare polemiche sterili, ma soltanto riflettere su quella che ai miei occhi è un’ingiustizia.

Terza considerazione: tra i tanti farmaci che ci sono al mondo, sarà gratis proprio la pillola anticoncezionale. Perché? Perché proprio questo farmaco, che non ha che vedere con la salute, ma con la scelta personale di una donna e di una coppia?

Siccome dietro alle mosse delle aziende c’è sempre una ragione economica (non pensiamo che si tratti di una scelta altruistica o di amore per la libertà sessuale: non stiamo parlando di missionari, ma di persone che fanno affari nel mondo, e lì nessuno fa nulla per nulla…), mi sono posta subito una domanda: chi ci guadagna?

Io non ho risposte a queste domande, ma credo sia bene chiederci cosa ci sia dietro, perché solo un ingenuo può pensare che si tratti di amore disinteressato (altrimenti avremmo già distribuito farmaci di prima necessità a quanti ancora muoiono per un raffreddore in paesi dove c’è miseria assoluta…).

Ultima considerazione: perché cerchiamo ovunque il cibo bio, gli oli e i trucchi naturali, cerchiamo di evitare – giustamente – dove possibile di assumere medicine perché possono procurare nel lungo termine malattie a loro volta, e poi gioiamo perchè le donne possono riempirsi di ormoni per vivere la cosa più naturale del mondo? (Quando, lo ribadiamo, ci sono altri metodi per evitare gravidanze laddove si sia impossibilitati ad accogliere la vita).

Una volta un’amica laureata in medicina, ad oggi insegnante (molto esperta e ricercata!) di metodi naturali, mi disse che aveva un problema con il ciclo mestruale. Le proposero di prendere la pillola – non per motivi contraccettivi, ma per risolvere il problema una volta per tutte – lei rispose di no, senza tirar fuori l’Humanae Vitae, ma semplicemente elencando ciò che è scritto nel bugiardino. Mi disse: “Per risolvere il mio problemino dovrei andare incontro a tutti questi rischi? No grazie”.

Ognuno è libero di fare le proprie scelte e di esultare di fronte a questa notizia, ma ammetto che, personalmente, per i motivi appena esposti e per molti altri di cui ho già parlato in altri articoli (ho proprio una diversa comprensione della sessualità umana…) la mia risposta è la stessa: “No, grazie”.  




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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