21 Febbraio 2024

Disforia di genere: l’ideologia sulla pelle dei bambini

“Ho avuto l’infanzia devastata dalla disforia di genere e per questo ne posso parlare con cognizione di causa. Ho iniziato ad avere problemi fin dall’asilo, quello che nei primi anni era una forza primigenia e inconscia è diventata una disperata consapevolezza: ero scesa in terra nel corpo sbagliato. Data l’epoca, non ho mai confessato a nessuno questa mia devastante certezza ma passavo le notti piangendo se mi veniva regalata una bambola o peggio ancora un qualche vestito da bambina. Verso gli otto, nove anni la sofferenza è diventata incontenibile, avevo sentito dire che a Casablanca si poteva cambiare sesso e quella città improvvisamente si era ammantata per me di una luce magica. Mia nonna, intuiti i miei tormenti, a un Carnevale mi ha comprato un costume da ufficiale, divisa che non mi sono più tolta fino a che le ginocchia non si sono bucate” è Susanna Tamaro, celebre scrittrice a scrivere tra le colonne del Corriere della Sera, offrendo una interessantissima e controcorrente visione della disforia di genere a partire dalla sua personale esperienza.

“Nel corso delle scuole medie, questo mio penare ha iniziato ad affievolirsi; cominciavo ad avere i miei interessi, a immaginare una vita diversa da quella della caserma. Avrei fatto la scienziata, non c’era dubbio. E poi, al primo anno delle superiori, ho fatto una scoperta incredibile: esistevano i maschi e sembravano essere estremamente interessanti. Potenza e meraviglia degli ormoni! Le atroci sofferenze della disforia di genere si sono dissolte come un fantasma alle prime luci dell’alba. (….)”: confessa con una semplicità disarmante. Una verità tanto palese quanto ipocritamente ignorata dalla cultura di oggi. 

“Da molti anni ormai mi chiedo però che cosa ne sarebbe stato di me se, a sette, otto, nove anni, fossi stata presa sotto l’ala protettiva dei falchi del gender? Mi avrebbero convinto della liceità delle mie inquietudini e, come nella più cupa delle fiabe, con il sorriso suadente di chi in realtà è un orco, mi avrebbero rassicurato, avrebbero saputo come risolvere i miei problemi e io avrei baciato con riconoscenza le mani di quegli angeli che promettevano di dissolvere il dardo infuocato che da sempre feriva il mio cuore. Psicologi, pillole, ormoni e poi il grande salto di diventare ciò che avevo sempre sognato: un maschio. Sono fermamente convinta che la storia giudicherà i cambiamenti di sesso imposti ai bambini e ai ragazzi come un crimine”. Non usa mezzi termini la Tamaro e dovremmo senza dubbio accogliere la verità di queste parole con una grande onestà intellettuale. Lei affetta dalla sindrome di Asperger dice:

“Quante sono le bambine e le ragazze Asperger non diagnosticate avviate al cambiamento di sesso? Quando ci penso, non dormo la notte. (….) La società contemporanea si è abbandonata al sonno della ragione, il pensiero collettivo, astutamente e lungamente indottrinato, continua ad abbattersi con furore come un’onda contro una granitica scogliera e a indicare nella scogliera il grande limite che impedisce a quell’onda di conquistare la libertà del mare aperto. Questa scogliera è in realtà un altare, e su questo altare avviene il sacrificio di tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze che, a causa di un momento di confusione e di fragilità nella crescita, vengono trasformati in vittime sacrificali, perché a qualsiasi persona di buon senso appare subito chiaro che la disforia di genere nell’infanzia è sintomo di qualche altro profondo disagio, primo tra tutti, forse, quello di vivere in un mondo che ti ripete continuamente che la vita non ha senso, che noi siamo soltanto figli del nulla e del caso e che non esiste alcuna realtà al di là di quella forgiata dai nostri desideri”. Grazie per questa testimonianza così profonda e così vera.



Il Caffè sospeso...
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Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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