Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

7 Maggio 2024

Guardare oltre

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato»..

Il commento

…la tristezza ha riempito il vostro cuore” (16,6). I discepoli sono smarriti e tristi ma… è solo un antipasto di quello che proveranno quando, di lì a poco, si troveranno dinanzi alla croce. In questo clima così pesante, Gesù dice: “È bene per voi che io me ne vada” (16,7). Un’affermazione paradossale, quello che agli occhi dei discepoli appare come fonte di tristezza, è presentato come causa di gioia, anzi come un passaggio decisivo per l’umanità. La croce non è il punto omega ma una tappa di una storia luminosa. Dopo le tenebre, irrompe la luce. Il distacco di Gesù è un bene perché prepara la venuta del Paraclito (16,7). È un bene perché attraverso la morte egli apre una “via nuova e vivente” (Eb 10,20), ricuce una nuova umanità nelle profondità del nostro essere. Sarà lo Spirito a illuminare le menti e a mostrare il valore della croce: quello che appare solo come un coacervo di dolore si rivela come il dono supremo dell’amore, il sì irrevocabile di Dio vince l’ingiustizia degli uomini. Una volta e per sempre. Questa rivelazione rinvigorisce il cuore, scaccia ogni tristezza e ci fa camminare nella letizia.

Quando ci troviamo in mezzo alle prove facciamo fatica a guardare oltre, a volte abbiamo la sensazione che non ci sia un oltre. La fede autentica alimenta la fiducia più ostinata. Pochi giorni prima di fare la sua consacrazione religiosa, Teresa di Lisieux immagina di trovarsi all’inizio di un lungo viaggio, Gesù le chiede dove vuole andare, quale paese desidera conoscere e quale via avrebbe voluto percorrere. E lei risponde che non spetta a lei decidere l’itinerario: “Tu sai dove desidero giungere, tu sai per chi voglio salire la montagna, per chi voglio arrivare alla meta; tu conosci colui che amo e colui che voglio accontentare in modo esclusivo. È solo per Lui che intraprendo questo viaggio: conducimi dunque attraverso i sentieri che Egli ama percorrere; purché Egli sia contento, io sarò al colmo della felicità” (LT 110, 30-31 agosto 1890). È questo lo stile dei santi.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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