Migrazioni femminili
Donne che partoriscono tra i flutti del mare, donne che curano, medicano le ferite del corpo e spesso anche quelle dell’anima
di Ida Giangrande
È stato tenuto ieri nella sede del Sovrano militare ordine di Malta (Smom) un seminario dedicato al tema delle migrazioni femminili. L’incontro è stato organizzato dall’ambasciatore dello Smom presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, in collaborazione con L’Osservatore Romano, in occasione della presentazione del numero 52 (dicembre 2016) del mensile «donne chiesa mondo», dedicato proprio a quest’argomento.
Le donne al centro dell’ampia riflessione dell’incontro di ieri sul tema delle migrazioni femminili. Donne che partono, lasciando le proprie radici, un passato difficile e un futuro impossibile. Donne che partoriscono tra i flutti del mare, che viaggiano verso un mondo sconosciuto e poi c’è l’altro orizzonte, fatto sempre di donne, quelle che accolgono, incoraggiano, curano, medicano le ferite del corpo e spesso anche quelle dell’anima. Al tema delle migrazioni al femminile, declinato nelle sue varie sfaccettature, è stato dedicato il seminario che ha avuto luogo ieri martedì 13 dicembre, nella sede del Sovrano militare ordine di Malta (Smom). L’incontro è stato organizzato dall’ambasciatore dello Smom presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, in collaborazione con L’Osservatore Romano, in occasione della presentazione del numero 52 (dicembre 2016) del mensile «donne chiesa mondo», dedicato proprio a quest’argomento. Oltre alla coordinatrice della pubblicazione, Lucetta Scaraffia, ai lavori hanno preso parte donne attive nella Curia romana e in alcune congregazioni religiose, impegnate nel settore della sanità e nell’accoglienza dei migranti, che hanno offerto testimonianze e spunti di riflessione su quello che rappresenta uno dei temi portanti del pontificato di Papa Francesco. Al centro della riflessione un profondo richiamo a due Sante, modella di una santità impegnata proprio a servizio dei migranti: la prima santa Francesca Saverio Cabrini e la seconda Assunta Marchetti, co-fondatrice delle suore missionarie di San Carlo Borromeo (Scalabriniane), recentemente beatificata. Santa Francesca Saverio Cabrini, una donna che ha valorizzato la religiosità femminile in modo carismatico, rispondendo a problematiche allora emergenti nel fenomeno migratorio. L’apostolato di madre Cabrini tra i migranti era fatto di misure concrete e innovative: un punto di riferimento tra migranti poveri e emarginati, con un’azione articolata per salvaguardare la loro dignità umana, la preoccupazione per la loro evangelizzazione, e il deciso sostegno per l’integrazione dei migranti nel nuovo contesto sociale senza rompere i legami con i costumi e la cultura del Paese di provenienza. Il suo impegno e testimonianza dell’amore cristiano vissuto concretamente, hanno contribuito allo sviluppo della dottrina sociale della Chiesa sulla questione delle migrazioni. Dall’altro lato Assunta Marchetti, co-fondatrice delle suore missionarie di San Carlo Borromeo (Scalabriniane), recentemente beatificata, che ha vissuto la sua vocazione dedicandosi in modo particolare ai più bisognosi. Madre Assunta aveva il carisma della donna forte e sapiente. Amava profondamente il prossimo e lo dimostrò, dedicandosi ai migranti, agli orfani e ai malati. La sua testimonianza oggi ha una attualità sconvolgente: italiana in Brasile, è testimone che le frontiere si possono superare. Migrante tra i migranti, la beata Marchetti ha vissuto un modello di servizio socio-pastorale concreto e, pertanto, possiamo ricordarla come segno di una importante risposta del nostro tempo, in particolare nell’accoglienza dei minori non accompagnati e dei bambini orfani a causa delle tragedie dell’emigrazione.
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