Cannabis

Quali sono le conseguenze della legalizzazione della cannabis?

droghe leggere

di Gabriele Soliani

Dal primo luglio 2018 in Canada sarà legale fumare marijuana. Legalizzare la cannabis è un modo per combattere la criminalità organizzata o per accrescere il lucroso traffico di stupefacenti? Diamo un’occhiata alla situazione attuale nei Paesi del mondo in cui fumare canne è già legale.

Con un anno d’anticipo il Canada ha annunciato che per il primo luglio 2018 sarà legale fumare marijuana, comprarla e coltivarla. Era una promessa elettorale del premier Justin Trudeau, già contestato in patria per affermazioni imprudenti sull’accoglienza degli immigrati.  Gli argomenti a favore della legalizzazione sono i soliti: riduce la criminalità organizzata che lucra sul traffico di stupefacenti, svuota le carceri, alleggerisce il carico di lavoro della polizia e, dicono loro, fa bene alla salute.

I presunti benefici dell’innocua “canna” sono una bufala, visto che qualunque studio (scientifico) contesta l’ipotesi. Per il resto basta dare un’occhiata alle due principali esperienze di legalizzazione attuate nel mondo: Uruguay e Colorado. Il paese sudamericano è il primo ad aver legalizzato con il Governo di José Pepe Mujica, nel dicembre 2013, la droga, che ora può essere venduta nelle farmacie. I residenti possono anche coltivarla a casa o associarsi ai club autorizzati. Tutto bene? Neanche a parlarne. A marzo il direttore nazionale della polizia uruguayana, Mario Layera, ha detto che: “Nel 2016 abbiamo raggiunto nuovi record in termini di confische: il traffico di stupefacenti verso l’Uruguay non è in alcun modo diminuito”.

In Uruguay nel 2016 la Divisione narcotici ha sequestrato 4,3 tonnellate di cannabis. Nel 2015 ne aveva sequestrate 2,5 tonnellate e prima ancora meno. E infine i tre quarti degli uruguayani continua a comprare illegalmente la marijuana dagli spacciatori, che hanno notevolmente abbassato i prezzi.

Negli USA dal 2013 al 2015 sono aumentate del 62 per cento le vittime di incidenti stradali dovuti alla guida di persone sotto l’effetto della cannabis. Raddoppiato il dato dei ricoveri in ospedale: nel 2011 6.305, nel 2014 11.439. Nel 2015 sono raddoppiate le morti per incidenti stradali.

La cannabis legale porta con sé un business enorme: in Colorado c’è un giro d’affari di 699,2 milioni di dollari nel 2014, 996,2 milioni nel 2015 e 1,3 miliardi nel 2016. Non pensiamo male se diciamo che il Canada non pensa al benessere dei suoi cittadini ma piuttosto a fare cassa. 

Timidamente qualche politico si lamenta come il parlamentare Glen Motz: “Non sono d’accordo con la legalizzazione e i suoi presunti benefici. I dati finora ci dicono solo che sono aumentati gli incidenti stradali, i costi della sanità sono aumentati, l’attività criminale non è diminuita come promesso”. Nel moderno e laico Canada la polizia non ha neanche un sistema per rilevare se una persona ha fumato cannabis.


In Italia i pensatori come Saviano, il presidente della commissione anticorruzione Cantone e tanti vip del cinema e della televisione, spingono per la cannabis legale. I motivi sono gli stessi ma anche i fallimenti e, purtroppo, i morti saranno gli stessi.




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