12 novembre 2017

12 Novembre 2017

Una Chiesa in uscita

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi.
Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.
Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.

Il commento

Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono [exēlthonincontro allo sposo” (25,1). Nel versetto iniziale troviamo tutte le coordinate essenziali della parabola: si parla delle vergini e delle lampade e si chiarisce il motivo che ispira e orienta la loro vita e i loro passi: camminano verso l’incontro con lo sposo. Ciascuno di questi elementi richiede un’attenta riflessione. Mi soffermo sul verbo uscire che dona alla scena la sua dinamicità. Tutta la vita è presentata come un esodo: uscire significa lasciare un luogo per andare altrove. Non siamo nomadi che vanno senza meta ma discepoli che hanno l’intima certezza di camminare verso l’incontro con lo Sposo, cioè con Colui che riempie la vita di amore e gioia. Nel versetto centrale della parabola troviamo lo stesso verbo [exérchomai]: “Ecco lo sposo, andategli incontro” (25,6). Nel cuore della notte risuona l’annuncio: sta per venire Colui che abbiamo a lungo cercato, talvolta nei vicoli oscuri della vita. Questa parola non appartiene solo al giorno ultimo, in cui tutto si compie, ma illumina ogni nostra giornata, ci sveglia e ci invita a rimetterci in cammino. Il verbo è all’imperativo, si tratta dunque di un comando che Gesù rivolge a tutti e a ciascuno di noi. Se l’uomo resta chiuso in se stesso fa della vita una prigione; se invece è proteso verso un oltre fa della vita un’avventura carica di gioiosa speranza.

L’insegnamento evangelico si scontra con le nostre resistenze, la fatica di cambiare e la tentazione di accasarsi. Il legittimo desiderio di stabilità si traduce nella ricerca affannosa di sicurezze che nessuno può dare. E così, invece di camminare verso l’oltre, ci fermiamo ai margini della strada. Un’immagine cara a Papa Francesco è quella di “una Chiesa in uscita”: accogliere il Vangelo significa “uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo” (Evangelii gaudium, 20). È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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