DDL Zan

Arisa con i baffi: “Mi sentivo un po’ maschio un po’ femmina, ho optato per la non scelta”. Qual messaggio per i nostri figli?

baffi

di Ida Giangrande

Dopo Elodie e Fedez, ora è il turno di Arisa. Sabato 3 aprile, durante la terza puntata di “Amici”, il Talent show della De Filippi, la nota cantante genovese si è presentata con un bel paio di baffi da sparviero. Una trovata spettacolare o una mossa politicamente strategica?

Siamo alla terza puntata del serale di “Amici” il noto Talent show di Maria de Filippi, che ha lanciato molti volti della canzone italiana e non solo. Sabato 3 aprile, durante la puntata seguitissima soprattutto dai giovani, si alza il sipario su una Arisa piuttosto sui generis.

Arisa, cantante di origini genovesi è sempre stata un’artista sui generis, ma ammetto di essere rimasta interdetta quando l’ho vista tutta truccata, con i capelli in piega e un rossetto rosso fuoco sotto un paio di folti baffi da sparviero. Lì per lì ho pensato a una trovata spettacolare, fatta giusto per far parlare. Lo sappiamo che la televisione di oggi ama fare audience in tutti i modi. Poi… mi sono resa conto, dalle parole della stessa cantante, che non è una cosa buttata lì per caso ed è invece una “mossa” studiata a tavolino. 

Alla domanda sul perché i baffi? Arisa ha risposto: “Allora, innanzitutto le estetiste sono state chiuse fino ad ora. Poi dato che ero in forse stamattina, mi sentivo un po’ maschio un po’ femmina, ho optato per la non scelta. Viva il genere umano!”. Scusate l’ignoranza ma continuo a chiedermi quale significato abbia questo assunto. Viva il genere umano che non sceglie? Viva il genere umano che ignorando il proprio corpo, fa della sessualità una specie di abito da indossare e poi buttare via di giorno in giorno? Di quale genere umano sta parlando Arisa?

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In una serata dove lo spettacolo è il protagonista quella di Arisa è stata decisamente un’entrata ad effetto, che non può non passare inosservata soprattutto dopo le polemiche sorte negli ultimi giorni da parte di numerosi esponenti del mondo dello spettacolo appunto, sul tema delicato della legge Zan, contro l’omotransfobia. Un DDL impantanato in Parlamento, che formalmente mira ad estendere i reati contro l’istigazione all’odio e alla violenza razziale, etnica e religiosa, anche a quelle che riguardano l’orientamento sessuale. Ma concretamente impone il diktat del “politicamente corretto” e imprigiona anche la libera espressione di idee. Quella di Arisa sembra essere dunque un messaggio che chiarisce la sua posizione e si inscrive nel solco di un botta e risposta iniziato dalla cantante Elodie e proseguito con Fedez che ha attaccato il Senatore Pillon. 

Il rapper milanese, neo papà per la seconda volta, ha di fatto attaccato il leghista Simone Pillon tramite delle storie di Instagram, sottolineando il suo disappunto e affermando che lo destabilizzerebbe far vivere il figlioletto: “In uno Stato che non tutela il suo sacrosanto diritto di esprimersi in libertà” precisando che se suo figlio Leone decidesse di indossare una gonna o di truccarsi non lo turberebbe assolutamente. Dopo aver illuminato tutti noi sui contenuti del disegno di legge, (cosa che, per inciso, non saremmo riusciti a fare da soli senza l’aiuto di Fedez) il cantante tira dritto contro Pillon accusandolo di cosa? Di avere idee contrarie alle sue. E insomma Fedez è libero di esprimere il proprio parere ma Pillon non può farlo? Attenzione a non trasformare il concetto di libertà in un gatto che si morde la coda. Qui tutti sono liberi di esprimere le proprie idee basta che non siano contro il pensiero dominante. Guai a dire una cosa contraria ai fantomatici sostenitori dei diritti civili: in un attimo vanno a farsi benedire tutti i principi democratici di accettazione del diverso e ti ritrovi una Arisa in prime time, che dice pubblicamente “oggi mi sentivo un po’ maschio un po’ femmina e ho deciso di non scegliere”.  Tradotto? “La sessualità non ha colore, né odore sei tu a stabilire cosa, come e quando”. 

E se io non la pensassi così? Se avessi scelto di educare le mie figlie nel rispetto del proprio corpo e della propria natura, pronta, da madre, ad accogliere il loro destino e a rispettare la libera scelta dell’altro che non conosco? Dov’è finita la mia libertà di andare controcorrente? Chi ha stabilito che Arisa e Fedez hanno assolutamente ragione e che tutte le altre posizioni sono sbagliate? Messaggi del genere sono arrivati anche dal Festival di Sanremo. Penso ai costumi dei Maneskin per esempio. Ovunque in televisione è un continuo, latente e strisciante lavaggio del cervello per la serie: se non sei d’accordo non è che ti rispetto. Ti convinco anche a costo di toglierti la libertà di espressione. Perché la televisione e, meno ancora, la legge non rappresenta e nemmeno tutela anche la mia libertà di pensiero?




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