Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,46-50)
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Il commento
“Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre” (12,50). Questa parola non sconfessa la Madre, al contrario la Vergine ha camminato nei sentieri della volontà di Dio fin dalla più tenera infanzia. È questo il cuore dell’odierna memoria liturgica. Cercare Dio e vivere di Dio fin dall’infanzia appare poco ragionevole ai nostri occhi. E invece, per smentire quella cultura del sospetto che troppo spesso rinnega la fede in nome di una presunta razionalità, negli ultimi anni il Signore ha donato alla Chiesa esperienze di bambini che, malgrado la loro precocissima età, hanno dato una testimonianza esemplare e hanno affrontato la malattia con una fede che ha commosso e messo in crisi tanti adulti che, nonostante la maturità degli anni, non sono capaci di dire un sì pieno e convinto. Penso a Anne-Gabrielle Caron (2002-2010), a Giulia Gabrieli (1997-2011) e a tanti altri bambini. Queste esperienze sono veri e propri miracoli, segni luminosi di quell’Amore che in ogni tempo non smette di portare frutti.
La testimonianza di Teresa di Lisieux è ancora più significativa perché è passata attraverso la ricerca rigorosa e critica del processo di canonizzazione. Nel suo scritto più famoso – Storia di un’anima – la giovane carmelitana racconta che all’età di nove anni ha consegnato alla Priora del Carmelo il desiderio di indossare l’abito monastico: “Dopo aver ascoltato le mie grandi confidenze la buona Madre credette alla mia vocazione, ma mi disse che non accoglievano postulanti di 9 anni e che bisognava aspettare i 16 anni… Mi rassegnai nonostante il mio vivo desiderio di entrare il più presto possibile” (Ms A 26v). Con il passare degli anni quel desiderio non perse il suo slancio, al contrario divenne sempre più forte. Vincendo tutte le resistenze Teresa riuscì a sigillare il suo sogno all’età di 15 anni. Non possiamo certo dubitare di questa vocazione e della luce che il buon Dio aveva seminato in lei fin dai primi anni di vita. Affidandoci all’intercessione della Vergine, impegniamoci a custodire con maggiore responsabilità gli impegni del battesimo.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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