24 Marzo 2023

In obbedienza

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 7,1-2.10.25-30)
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercarono allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

Il commento

…non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo” (7,1). Giovanni narra dettagliatamente il pellegrinaggio di Gesù a Gerusalemme per la festa della Capanne, una festa molto popolare che ricorda il cammino verso la terra promessa. La memoria di quegli eventi era impregnata di speranza, gli israeliti, infatti, vivevano la festa come attesa di quei tempi in cui Dio avrebbe portato a compimento le sue promesse. Questa cornice è molto utile per comprendere tutto il racconto e l’annuncio che sigilla l’esperienza (7, 37-39). La narrazione inizia sottolineando la ritrosia di Gesù a recarsi in Giudea perché sa di essere un ospite indesiderato. Sono i suoi parenti a chiedergli di andare e manifestare pubblicamente e in modo chiaro la sua identità messianica (7, 3-4). L’evangelista spiega che questa richiesta nasce dalla mancanza di fede (7,5). Gesù respinge l’invito dei familiari perché non è ancora giunto il tempo della manifestazione (7, 6-8). E tuttavia, “quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui” (7,10). La contraddizione è solo apparente. Gesù non misura le sue scelte con le attese degli altri, vive unicamente in obbedienza a quello che Dio gli chiede. Per questo, quando giunge il tempo della prova, sarà pronto ad affrontare anche l’opposizione più dura. È l’obbedienza che lo rende forte.

Stando al resoconto evangelico, Gesù si reca nella Città santa “non apertamente, ma quasi di nascosto” (7,10). In realtà non si nasconde nella folla dei pellegrini né potrebbe farlo perché tutti cercano il Rabbì della Galilea. Dobbiamo perciò leggere quel “non apertamente” in relazione alla richiesta dei parenti che sperano di vedere finalmente un segno manifestativo che toglie ogni dubbio. Non è questa la missione che ha ricevuto. Al contrario, si presenta nella sua veste abituale, la sua unica forza è la Parola che annuncia con autorità: “Gesù salì al tempio e si mise a insegnare” (7,14). Tante volte chiediamo a Dio di manifestare più chiaramente la luce, oggi chiediamo soltanto di avere più fede.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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