CORRISPONDENZA FAMILIARE

“La sua vita è bella anche se è così”. Bambini speciali

12 Giugno 2023

La disabilità è un valore aggiunto per tutto il mondo. Una maestra di vita che ci conduce all’essenziale. Don Silvio risponde alla lettera di una mamma e della sorella gemella per la Prima Eucaristia di Simona, una bambina speciale: “Anche se non può esprimersi completamente ha detto più parole lei in questi anni che quelle che potremmo dire noi in una vita intera”. Sono le parole dell’amore e della fede che arrivano diritte al cuore. 

Caro don Silvio,

grazie di cuore per aver celebrato la Prima Eucaristia di Simona, la tua disponibilità è stata per noi come una piccola carezza di Dio. Il primo incontro con Gesù è stato un appuntamento molto importante per tutta la famiglia, una tappa di un cammino segnato da gioie e sofferenze. In quel momento abbiamo consegnato tutto nelle mani di Dio. 

Simona è una bambina che ha scavato molto nelle nostre vite, fino a farci sentire persi e disorientati, e nello scavo interiore, in ognuno di noi ha riposto la fiducia e l’attesa di essere amata. In questi 13 anni lo abbiamo fatto con tutto il cuore. E poi, inaspettatamente, con il suo modo di essere unico e speciale anche lei ci ha fatto provare emozioni forti e gioie. Anche se non può esprimersi completamente ha detto più parole lei in questi anni che quelle che potremmo dire noi in una vita intera. 

Sono nati tanti legami autentici e meravigliosi lungo questo percorso. Nulla è stato semplice per noi e per questo sentiamo forte il bisogno di ringraziare chi in questi anni ci è stato vicino, perché non saremmo la famiglia che siamo oggi senza l’affetto e la vicinanza dei familiari e di tutte le persone che a vario titolo hanno accompagnato e condiviso la nostra esperienza. 

Oggi posso dire ad alta voce, e con maggiore convinzione, quello che tante volte ho detto nel silenzio della preghiera: “Simona è un pezzo di cielo sulla terra”. È proprio così: da quando è entrata nella nostra vita sento un legame con il Cielo più vivo. La sua presenza ci fa sentire più completi. Grazie ancora, caro don Silvio, continua a seminare amore e gioia. 

Carmela 

Buongiorno don, 

desidero condividere quello che porto nel cuore con te… innanzitutto ringraziandoti per aver celebrato tu questa Prima Eucaristia.  Simona è una bambina speciale e speciale è stato tutto ciò che abbiamo vissuto intorno da quando è nata e, in modo ancora più intimo, nella Celebrazione Eucaristica che ieri abbiamo vissuto. 

Non so dirti per quale ragione (forse sarà il forte legame con mia sorella Carmela), ma sento di averla partorita anche io. E ieri mentre mi veniva l’ansia di non arrivare puntuali in Chiesa pensavo di aver preparato tutto…e invece no. Il mio cuore non era pronto…non abbastanza. Quando l’ho vista vestita di bianco le lacrime sono scese senza chiedere il permesso. Come in un film si sono proiettate le immagini della sua nascita… dopo aver ricevuto la notizia che sarebbe stata una bambina diversa. 

Ieri era lì, vestita di bianco, davanti a Dio, insieme ai suoi genitori… a ricordarci come ha detto saggiamente Benedetta [la figlia di 8 anni, ndr]: “La sua vita è bella anche se è così”. Ha detto bene Carmela alla fine della Celebrazione: “Simona è un pezzo di cielo sulla terra, alimenta continuamente la connessione fra Cielo e terra”. Lo sono tutti i bambini speciali. La sua vita parla più delle nostre mille parole. 

Non siamo perfetti… anzi le provocazioni di Dio mettono in luce la nostra fragilità ma nessuno di noi si è tirato indietro, abbiamo cercato di fare la nostra piccola parte in questa avventura bella e faticosa. Ma ti assicuro che Carmela e Mimmo, come tutti i genitori di figli disabili, sono davvero un Vangelo aperto, testimonianza vera dell’accoglienza e dell’amore gratuito. Grazie ancora per la tua presenza. 

Annalisa 

Cara Carmela, 

è stato un onore per me partecipare alla festa dell’amore, l’amore di Dio manifestato attraverso il vostro amore genitoriale, è stato bello vedere tante persone, venute appositamente per Simona, questi figli ci ricordano ciò che davvero conta nella vita. Ti prego, fa’ in modo che questo incontro non sia una parentesi, malgrado le difficoltà cerca di accompagnarla a Messa nei tempi e nei modi più adatti. Ti lascio le parole dell’omelia come un piccolo segno del mio affetto per voi e della preghiera che continua. 

Questa Messa è il segno della fede, la fede di Carmela e Mimmo che hanno voluto accompagnare la loro piccola Simona all’incontro con Gesù. Una fede nient’affatto scontata. Quando ci incontriamo con la fragilità ci preoccupiamo di mettere in atto tutte quelle terapie che sono necessarie. Conoscendo l’intraprendenza e la tenacia di Carmela, siamo certi che questo compito sia stato fatto nella maniera più completa. Può accadere purtroppo, e spesso accade, che ci fermiamo a questo livello dimenticando che la creatura umana non ha soltanto un corpo o una psiche ma anche un’anima. 

Questa celebrazione è il frutto di un’altra tenacia che si chiama fede. Fede nella grazia di Dio. Oggi consegnate nuovamente questa creatura nelle mani Dio, come avete fatto nel giorno del battesimo, certi che l’amore di Dio può tutto. Abbiamo ascoltato queste parole: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Voi, dunque, sapete che quest’incontro appartiene alle cose essenziali della vita. È un incontro di vitale importanza, grazie a voi, cari genitori, per questo gesto di fede.

Leggi anche: La grazia delle persone con disabilità 

La vostra fede dev’essere accompagnata, sostenuta da quella di un’intera comunità. Ed è bello vedere che tanti amici sono venuti per fare festa con voi. Questa celebrazione deve essere percepita e vissuta come una festa. L’Eucaristia non è un premio ma una festa: è l’incontro con il Signore che riempie di vita i nostri giorni. Abbiamo bisogno di fede ma la fede di ciascuno è troppo fragile dinanzi ai fatti della vita. Anche se abbiamo maturato convinzioni precise, la nostra fede resta fragile. Abbiamo bisogno di sostenerci gli uni gli altri. Essere credenti non basta, abbiamo bisogno di una comunità credente in cui ciascuno sostiene l’altro. Siamo come in una barca, avanziamo insieme; e quando qualcuno è stanco e non riesce a remare, ci sono gli altri che continuano a farlo. E così che la barca avanza e, se siamo sulla barca, ognuno di noi avanza nel cammino della vita. 

La festa della Santa Trinità è un annuncio dell’amore di Dio. Nella prima lettura, tratta dal Libro dell’Esodo, c’è una parola che vi invito a custodire come una preziosa reliquia. Mosè sale sul monte, il monte è il luogo di Dio ma Dio resta distante perché è aldilà di tutto quello che possiamo vedere, sentire e toccare. Mosè desidera stare alla presenza di Dio ma non può raggiungere Dio. Ecco allora il gesto della misericordia: “Il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui”. È bellissima questa espressione: “il Signore scese”. Non possiamo raggiungere Dio, è Lui che scende e si ferma. 

L’Eucaristia è il segno visibile e permanente di questo scendere di Dio nella storia di ogni uomo attraverso il segno più semplice ed umile. Questo pane, una volta consacrato per opera dello Spirito Santo, diventa il segno visibile e reale della presenza di Dio. Ecco quel che avviene ogni volta: Dio scende e si dona a noi, a ciascuno di noi. Oggi si dona a Simona. 

Nella festa della Repubblica il Presidente Mattarella ha incontrato gli ambasciatori e tutti quelli che appartengono alla categoria dei potenti ma al pomeriggio i giardini del Quirinale sono stati riempiti di duemila ragazzi che appartengono alla categoria delle persone più fragili. È stata un’idea bellissima! Appare l’immagine di un’Italia che non abbandona nessuno, una società in cui c’è spazio per tutti e in cui ciascuno deve sentirsi parte e fare la propria parte. 

Se questa è una regola per la società, lo è ancora di più per la Chiesa. Ma su questo punto abbiamo ancora tanto da imparare e tanto da fare. La nostra pastorale ordinaria non è attenta alle famiglie fragili, le nostre celebrazioni liturgiche non tengono conto delle particolari difficoltà dei bambini speciali. Dobbiamo fare ancora tanti passi… 

Il Vangelo ci chiede di stare accanto ai piccoli. Gesù si accostava con particolare amore ai più deboli, a quelli che erano scartati, a quelli che non avrebbero avuto nessun futuro nella società. Non solo si avvicinava ma rispondeva al loro grido di aiuto. “Fate questo in memoria di me”, ha detto agli apostoli nell’ultima cena. Sono parole che ripeteremo anche oggi. Ma dobbiamo allargare l’orizzonte di queste parole. Dobbiamo imparare a camminare nei sentieri della carità, come ha fatto Lui. 

Grazie a questa festa, e grazie alla fede dei nostri cari amici Carmela e Mimmo, ci rendiamo conto ancora meglio che il Vangelo chiede a tutti di avere uno sguardo particolare per quelli che sono più fragili. Preghiamo per voi carissimi genitori e chiediamo al Signore di allargare la tenda per poter effettivamente dare accoglienza a chi più ha bisogno di sperimentare l’amore. Amen.




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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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