CHIESA SINODALE

La Chiesa sa ascoltare? Riflettendo sul cammino della sinodalità

Sinodo

© Alberto Luccaroni -Wikipedia.com

La Chiesa si prepara all’Assemblea Generale che si terrà, a partire da ottobre, sul tema della sinodalità. Guardando all’Instrumentum laboris (documento che servirà come base per i lavori) vediamo moltissimi temi: dalle guerre, agli abusi nella Chiesa; dal ruolo della donna, all’approccio con il mondo lgbt+… Oggi rifletteremo sul primo punto del documento: “I segni caratteristici di una Chiesa sinodale”

Nel documento si invita a prendere “consapevolezza di alcune caratteristiche o segni distintivi di una Chiesa sinodale”. Si tratta di “convinzioni condivise su cui soffermarsi e riflettere insieme in vista del proseguimento di un cammino che le affinerà e chiarirà ulteriormente”.

Anzitutto, da tutti i continenti arriva una presa di coscienza comune: “una Chiesa sinodale si fonda sul riconoscimento della dignità comune derivante dal Battesimo”. 

Il Battesimo, infatti, ci rende figli e quindi fratelli e sorelle in Cristo. Il Battesimo, dunque, crea “una vera corresponsabilità tra i membri della Chiesa, che si manifesta nella partecipazione di tutti, con i carismi di ciascuno, alla missione e all’edificazione della comunità ecclesiale”. 

È la comunione, dunque, il punto di partenza: “Comunione e missione si alimentano nella comune partecipazione all’Eucarestia che fa della Chiesa un corpo”.

Si tende, allora, verso una Chiesa sempre più sinodale anche nelle sue istituzioni, strutture e procedure, “in modo da costituire uno spazio in cui la comune dignità battesimale e la corresponsabilità nella missione siano non solo affermate, ma esercitate e praticate”. 

Ogni esercizio dell’autorità va dunque vissuto nella logica del servizio “sul modello di Gesù, che si è chinato a lavare i piedi ai suoi discepoli (cfr. Gv 13,1-11)”.

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Grande rilievo, poi, è posto dal documento sul tema dell’ascolto. Anzitutto, “ascolto dello Spirito attraverso l’ascolto della Parola”, ma anche “l’ascolto degli eventi della storia e l’ascolto reciproco tra le persone e tra le comunità ecclesiali”.

L’ascolto non è solo un’abilità umana, necessaria per vivere bene i rapporti, non è solo funzionale ad ottenere qualcosa, ha anche “uno spessore teologale ed ecclesiale”. Dobbiamo metterci “sull’esempio di come Gesù ascoltava le persone che incontrava”.

E, pertanto, come Chiesa dell’ascolto, “una Chiesa sinodale desidera essere umile, e sa di dover chiedere perdono e di avere molto da imparare”

Alcuni documenti raccolti durante la prima fase dei lavori (quella appunto della “raccolta dati”) hanno rilevato che “il cammino sinodale è necessariamente penitenziale”, perché “non sempre abbiamo vissuto la dimensione sinodale costitutiva della comunità ecclesiale”. 

Non possiamo ignorare, a questo proposito, che il volto della Chiesa oggi “porta i segni di gravi crisi di fiducia e di credibilità”. In molti contesti, “le crisi legate agli abusi sessuali, economici, di potere e di coscienza hanno spinto la Chiesa a un esigente esame di coscienza”.

Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’incontro e del dialogo ed emerge anche l’esigenza di “approfondire il cammino ecumenico”. Infatti, una Chiesa autenticamente sinodale “non può non coinvolgere tutti coloro che condividono l’unico Battesimo”.

Guardando alle prime comunità cristiane, il documento fa notare che, vissuta in una diversità di contesti e culture, “la sinodalità si rivela una dimensione costitutiva della Chiesa fin dalle sue origini, anche se ancora in via di compimento”. 

Non bisogna dimenticare che “una Chiesa sinodale è aperta, accogliente e abbraccia tutti”. Non c’è confine che “lo Spirito non senta di dover oltrepassare, per attirare tutti nel suo dinamismo”. Questo non significa venir meno alla chiamata di annunciare la verità, e di scendere quindi a compromessi con i messaggi del mondo. Al contrario, “una Chiesa sinodale affronta onestamente e senza paura la chiamata a una comprensione più profonda del rapporto tra amore e verità”. Il modello da seguire? Ce lo dice san Paolo: «agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare sé stesso nella carità» (Ef 4,15-16). 

È molto importante che una Chiesa sinodale impari a gestire le tensioni senza esserne schiacciata, vivendole come “spinta ad approfondire il modo di comprendere e vivere comunione, missione e partecipazione”.

Infine, una Chiesa sinodale è anche “una Chiesa del discernimento”, nella ricchezza di significati che questo termine assume e a cui le diverse tradizioni spirituali danno rilievo. Discernere significa anzitutto imparare “prendere decisioni profetiche che siano frutto della guida dello Spirito”.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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