TERREMOTO IN MAROCCO

Terremoto in Marocco: arrivano gli aiuti internazionali

alyaoum24, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons

Sul web iniziano a circolare immagini e storie del terremoto in Marocco. Tra i volti c’è Amazigh, bambino di circa dieci anni. Nel crollo ha perso mamma, nonna e due fratellini. Queste catastrofi ci invitano alla solidarietà, nonché a meditare sul mistero della morte e della Resurrezione. Accompagniamo con mezzi materiali e preghiere le popolazioni colpite…

A partire dallo scorso 10 settembre, il Marocco è stato colpito da una serie di scosse di terremoto che hanno provocato oltre 2.100 vittime accertate; altrettanti sarebbero i feriti. Si continua a scavare, mentre arrivano i primi soccorsi internazionali. Una sfida contro il tempo, per trovare altri sopravvissuti. 

I villaggi montagnosi dell’Alto Atlante sarebbero stati i più colpiti dal sisma: è qui che si sono registrate la metà delle vittime. Paura anche nel centro popolosissimo di Marrakech, a una settantina di chilometri dall’epicentro del sisma. Consistenti i danni al patrimonio artistico della Medina. Crepe e crolli in vari punti dei bastioni del XII secolo, presenti sulla lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco.

Stando ai rapporti della Croce Rossa Internazionale, le popolazioni colpite necessitano di tutto: acqua, cibo, medicinali, sacche di sangue per i feriti. 

Leggi anche: Terremoto in Siria e Turchia: “Dio, aiutami, faccio fatica a credere nel tuo amore” (puntofamiglia.net)

Sul posto sono giunte una squadra di soccorritori e unità cinofile dalla Spagna: uno dei quattro paesi, insieme a Regno Unito, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, di cui Rabat ha al momento si è offerto di aiutare nelle operazioni.

Intanto sul web iniziano a circolare le immagini e le storie strazianti di questa catastrofe. Tra i volti del disastro c’è Amazigh, un bambino di circa dieci anni. Ha la parte sinistra del volto ancora ricoperta di sangue. A causa dei crolli, ha perso la mamma, la nonna e due fratellini. Gli sono rimasti solo il padre, il nonno e lo zio. 

Il ragazzino è spaesato, il suo racconto è straziante. Un dolore atroce che ci invita a pregare per lui e per tutti coloro che in pochi istanti hanno perso gli affetti più cari. 

La distruzione di case e edifici possa essere vinta dalla solidarietà e dalla voglia di ricostruire; la morte, invece, può essere sconfitta solo dalla potenza della Resurrezione, che Cristo vuole per tutta l’umanità. 

Preghiamo, allora, prima di tutto, che i sopravvissuti – sconvolti e senza speranza, come questo bambino – possano risorgere nel cuore.




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