INCIDENTE AD ALATRI

Tragedia sfiorata ad Alatri: un altro giovane sfrecciava verso il nulla

Ad Alatri è stata sfiorata una tragedia. Un trentenne, sotto effetto di alcol e stupefacenti, ha causato un incidente, mentre sfrecciava su una strada il cui limite era di 50 km/h. Si stava riprendendo con il telefonino per una diretta social. Ferito lui, una donna e due bambini. Nessuno è in pericolo di vita. Il padre di famiglia assente al momento dei fatti: “Poteva ucciderli tutti solo per avere un like”.

Una tragedia sfiorata, ad Alatri, nella giornata dell’11 settembre, dove un uomo di trent’anni di origini marocchine, poi risultato positivo ad alcoltest e al test antidroga, viaggiando ad altissima velocità, ha invaso la corsia nel senso di marcia opposto con la sua Audi, colpendo frontalmente la Nissan guidata da una mamma di famiglia; a bordo anche i suoi due bambini, sette e cinque anni. 

Tutti sono rimasti feriti, ma a riportare i danni maggiori la bambina è stata la più piccola. È stata operata, tuttavia non è in pericolo di vita.

L’uomo che ha causato l’incidente, mentre sfrecciava su una strada il cui limite era di 50 km/h, si stava riprendendo con il telefonino per una diretta social.

Provato, il padre di famiglia assente al momento dei fatti: “Poteva ucciderli tutti solo per avere un like. Quando sono arrivato in strada ho riconosciuto la macchina, era distrutta completamente davanti, c’erano già le ambulanze e io non sapevo su quale delle tre salire”.

La piccola, infatti, è stata trasportata in elicottero al Bambin Gesù di Roma, mentre mamma e fratellino sono stati portati all’ospedale di Alatri.

“Basta ascoltare le urla di mia moglie in quel video per comprendere la follia”, dice Orlando Corsi a Il Messaggero, riferendosi al video, ora al vaglio degli inquirenti, girato proprio dal conducente che ha causato l’incidente.

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“Il punto lo sa qual è? – sottolinea l’uomo, ancora sconvolto -. È che per questa gente che usa in questo modo i social ce ne è altrettanta che mette like, che segue, che si appassiona. Io non vado a vedere questo sui social. Che uso se ne sta facendo?”. Il riferimento è anche alla sfida social a bordo di una Lamborghini, presa a noleggio da un gruppo di youtuber ventenni, terminata con l’incidente a Casal Palocco (Roma), costata la vita a un bimbo di cinque anni.

E mentre qualcuno grida, in contesti diversi, al diritto di “ubriacarsi” e/o caldeggia la legalizzazione delle droghe leggere, dovremmo ricordare che entrare in uno stato di alterazione (parziale o totale) e perdere il controllo di sé stessi non è mai un comportamento responsabile, non è mai un “diritto da promuovere”.

Qualcuno potrebbe dire: “L’importante è non mettersi alla guida in quelle condizioni”. Eppure, quando si perde lucidità, si è anche meno portati a riconoscere i pericoli delle proprie azioni.

Di fronte a questi avvenimenti, dobbiamo ricordare che la vera libertà esiste, ma ha tutto un altro aspetto. 

Libertà non è fare qualsiasi cosa, non è superare i limiti, non è trasgressione.

E, soprattutto, esiste una gioia che non ha bisogno dell’alcol per invadere l’anima e non ci fa allontanare da noi stessi. Esiste una gioia che non ci consuma e non ci mette in pericolo: è quella di dare la vita per un ideale di bene, per edificare, per costruire. La gioia di servire, di essere d’aiuto.

Cercatela, cari giovani, invece di riprendervi mentre sfrecciate verso il nulla.

Cercatela e non resterete delusi.




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