Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,1-3)
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Il commento
“Gesù se ne andava per città e villaggi” (8,1). Questo breve resoconto di Luca offre una chiara immagine della comunità ecclesiale, malgrado la sua brevità possiamo individuare diversi tasselli di un unico mosaico. In primo luogo emerge la vitalità missionaria della comunità apostolica: diversi sono i soggetti, ciascuno con il suo ruolo e la sua specificità, ma il soggetto principale è sempre e solo Gesù. È Lui il protagonista del grande annuncio missionario. È interessante notare che il verbo andare è al singolare, come se fosse da solo. Solo dopo appaiono “i Dodici e alcune donne” (8, 1-12). Non è un dettaglio storico ma un principio teologico. Se vogliamo partecipare all’opera di evangelizzazione dobbiamo essere uniti a Lui. Quando la Chiesa si raccoglie attorno all’altare del Signore, viene rigenerata nell’amore e fortificata per testimoniare il Vangelo. La celebrazione eucaristica è l’oggettivo punto di partenza della missione perché ci unisce a Cristo. “Ho visto che siete fondati su una fede incrollabile, come se foste inchiodati, carne e spirito, alla croce del Signore Gesù Cristo, e che siete pieni di carità nel sangue di Cristo”, così scrive sant’Ignazio di Antiochia ai cristiani di Smirne.
L’attività missionaria è racchiusa in due verbi: predicare [ kērússō] e annunciare la buona notizia [ euanghelízō]. Il contenuto dei verbi non è qui specificato ma Luca chiude il suo Vangelo con queste parole che il Risorto consegna ai Dodici: “nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati:” (Lc 24,47). Annunciare il Vangelo non significa comunicare i valori condivisi come la giustizia, la pace e la solidarietà. Sono cose buone e necessarie che ogni uomo sano di mente riesce a percepire. Dobbiamo avere il coraggio di dire che “Cristo è la nostra pace” (Ef 2,14). La Chiesa è chiamata a comunicare la bellezza di una storia in cui Dio è presente ed è riconosciuto come il Signore. È questa l’intenzione che oggi presentiamo in preghiera.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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