Vita nascente

Germania, 7000 persone alla Marcia per la Vita. Bloccati contro-manifestanti violenti

Foto: profilo Facebook Bundesverband Lebensrecht e.V. https://www.facebook.com/BVLebensrecht/

Lo scorso 16 settembre si è svolta la tradizionale marcia per la vita in Germania, come sempre a Berlino, ma, novità 2023, contemporaneamente è stata realizzata anche a Colonia. Quasi 7000 i partecipanti, di cui circa 4000 a Berlino e circa 3000 a Colonia. Un successo, sebbene qualcuno abbia provato a contrastare l’evento, anche in maniera violenta. 

I partecipanti alla Marcia per la Vita, negli ultimi anni, sono in costante crescita, nonostante il clima di avversione e di violenza nei confronti di coloro che difendono la vita dal concepimento alla morte naturale.

In Germania, soddisfatti gli organizzatori di Bundesverband Lebensrecht, l’Associazione Federale per la Vita, membro della Federazione Europea One of Us, che dal 2002 organizzano la Marsh fur Leben, la Marcia per la vita appunto.

Una marcia per la vita pacifica per affermare la vita e per contribuire al dibattito culturale sui temi bioetici. Comune preoccupazione degli organizzatori: difendere la tutela di ogni vita umana sempre senza distinzione di età, sesso, nazionalità.

La Marcia per la Vita, aconfessionale e apartitica, è stata ampiamente a trasversalmente sostenuta dai cristiani protestanti e cattolici, con numerosi messaggi dei vescovi.

Monsignor Rudolf Voderholzer, vescovo di Ratisbona, convinto partecipante anche alle edizioni precedenti, ha criticato la scarsa copertura mediatica che questi eventi pro-vita solitamente ricevono. In un’intervista all’emittente televisiva cattolica K-TV il presule ha detto che «se 20 persone manifestano da qualche parte per il clima, allora questo finisce subito sui media. Se 7.000 persone si battono per il diritto alla vita dei non-nati, e non manifestano contro qualcosa, ma per la vita, allora bisogna essere contenti se appare in qualche nota a margine». Il vescovo Voderholzer ha invitato a non dipendere dalle percezioni esterne, ma a fare ciò che si ritiene giusto “qui e ora”: «Non sta a noi raccogliere, ma dobbiamo seminare. Dobbiamo testimoniare ciò che è buono e poi vedremo cosa porterà alla fine».

Il vescovo di Ratisbona è intervenuto poi anche sulle dinamiche parlamentari dello scorso luglio, quando il Bundestag di Berlino ha bocciato due proposte di legge per regolamentare il suicidio assistito. Il presule si è rallegrato del fatto che i parlamentari tedeschi non abbiano approvato una legge che avrebbe di fatto “normalizzato” il suicidio assistito. Voderholzer ha sostenuto che bisognerebbe continuare a rispettare la vita: «Dio il Creatore è il Signore della vita e della morte, non noi uomini e donne. C’è bisogno di una grande attenzione e di una cultura della vita, che dobbiamo opporre a una cultura della morte».

Il vescovo di Speyer, Karl-Heinz Wiesemann, e l’arcivescovo di Friburgo, Stephan Burger, hanno espresso il loro sostegno alla Marcia per la Vita. Il vescovo Wiesemann ha ringraziato per l’impegno pubblico e le cure amorevoli date ogni anno a tante persone malate. L’arcivescovo Burger ha scritto che «schierarsi a favore della vita significa vedere la vita di ogni essere umano, prendere in considerazione le paure e le difficoltà, accompagnare e non condannare».

Leggi anche: “Venite nelle scuole”: la richiesta di una adolescente al Movimento per la Vita (puntofamiglia.net)

A Berlino la Marcia è partita alla Porta di Brandeburgo, mentre a Colonia il ritrovo è stato nella piazza del mercato Heumarkt. 

«Einzigartig. Leben wagen», cioè Unico. Osa vivere, è stato il motto 2023 per sottolineare l’unicità di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale.

Alexandra Linder, presidente di Bundesverband Lebensrecht, nel suo intervento ha parlato del disprezzo per le donne e i bambini da parte della lobby pro-aborto, sottolineando che una società umana richiederebbe protezione, prevenzione, emancipazione per le donne e i loro figli e non aborto. Infatti, ha sottolineato la Linder, “In nessun paese al mondo esiste alcuna prova che l’aborto abbia benefici psicologici, fisici o di emancipazione per le donne”.

Lo stesso vale per il fine vita, dove si dovrebbero fornire oasi di vita invece del suicidio assistito. “A un anno e mezzo dalle elezioni del Bundestag, il bilancio della mancanza di umanità della politica del governo è visibile in molti settori: le donne con gravidanze difficili sono lasciate sempre più sole, gli aborti sono in aumento, gli studenti di medicina saranno costretti a praticare aborti. Il suicidio assistito, così come la schiavitù delle donne come madri surrogate, unita all’ulteriore degradazione dei bambini a prodotti ordinabili e alla loro disumanizzazione arbitraria prima della nascita” sono segni di una civiltà incapace di prendersi cura delle persone e di rispettare i diritti umani spiega la Linder nel discorso di apertura.

“Contemporaneamente – continua la presidente dell’associazione pro-vita tedesca – crescono le esigenze, le preoccupazioni e le inquietudini delle persone; le richieste di aiuto e di consulenza, di informazioni concrete e di conferenze scientifiche su tutti questi argomenti. Le organizzazioni riunite nel Bundesverband Lebensrecht stanno quindi rafforzando ulteriormente le loro attività di consulenza, assistenza e informazione”.

“Vogliamo che le donne siano pienamente informate su tutte le conseguenze dell’aborto. Vogliamo che vengano dati aiuti alle donne che hanno una gravidanza difficile in modo che siano libere di scegliere e possano dire SI al loro figlio.  Ci impegniamo per il diritto alla vita – per tutte le persone!” spiegano gli organizzatori 

Il convegno, che precede sempre la Marcia, quest’anno si è soffermato sul suicidio assistito e sullo status delle persone prima della nascita, chiarendo tra l’altro, dati alla mano, che l’introduzione del suicidio assistito non riduce il numero dei suicidi, ma può addirittura aumentarli.

A dimostrazione del clima di odio verso i più deboli e di intolleranza per la libertà di pensiero e di opinione ci sono stati i gravi atti di violenza, contro persone e cose, avvenuti a Colonia contro i manifestanti per la vita, che le forze dell’ordine non sono riuscite ad impedire, nonostante la volontà di ricorrere alla violenza fosse stata preannunciata da alcuni gruppi antidemocratici. A Berlino la polizia è riuscita a tenere a distanza i contro-manifestanti violenti, e a proteggere il pacifico popolo della vita.

Gli organizzatori della Marcia hanno preso le distanze dagli atti di violenza fisica e verbale avvenuti a Colonia, ad opera di gruppi estremisti e intolleranti ribadendo che: “Il nostro lavoro è rispettoso del diritto alla vita di tutte le persone, indipendentemente dall’origine, dal sesso, dallo stato di salute o dall’età e si basa sui diritti umani e fondamentali e sulla Costituzione tedesca “.

La marcia si pone quindi come argine all’estremismo e alla violenza, come luogo privilegiato per la pace. L’evento più importante a favore della vita in Germania sta facendo un nuovo passo verso il futuro.




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