MOVIMENTO PER LA VITA

“Venite nelle scuole”: la richiesta di una adolescente al Movimento per la Vita

Più di cinquanta giovani hanno partecipato alla settimana dedicata dal MPV ai ragazzi tra i 15 e i 19 anni. Alcuni hanno vissuto questo momento di formazione e di riflessione come una sorpresa. Si sono resi conto, infatti, di quanta ignoranza ci sia su temi centrali come affettività, concepimento e inizio vita. “Venite nelle scuole!”, questa la richiesta di alcuni di loro, al termine della settimana. 

Brividi belli, emozioni forti che ti portano a fermarti e ad ascoltare: è stato questo e molto altro il Quarenghi 2023, ovvero la settimana dedicata ai giovani del movimento per la vita italiano, che quest’anno si è svolta al finis terrae di Santa Maria di Leuca, e si è conclusa il 1° settembre.

Poco più di cinquanta i giovani presenti, oltre all’Equipe Giovani del MpV che ha organizzato tutto. La maggior parte di loro erano adolescenti tra i 15 e 19 anni, molti di loro vincitori del concorso europeo “Alessio Solinas” del Mpv, altri si trovavano lì perché felici di tornare al Quarenghi, dopo averlo provato gli anni scorsi, e infine tanti si sono accostati a questa realtà per la prima volta, col desiderio di formarsi ed incontrarsi.

Alcuni dei partecipanti non conoscevano il Mpv e le sue tematiche bioetiche e per loro è stato tutto una sorpresa; sorpresa di vedere che si può parlare serenamente di certi argomenti importanti, sorpresa di sentir parlare spesso di sessualità, perché la vita è indissolubilmente unita ad affettività e sessualità.

Allora c’è Marta, che non ha ancora compiuto 18 anni, e ci invita ad entrare nelle scuole per “parlare di queste cose” (vita, aborto, bambini concepiti, affettività, libertà, ecc.) di cui si parla troppo poco, se non per nulla. Chiede di organizzare nei cav e mpv!

Roberto, l’ultimo giorno di seminario vuole condividere un pensiero che per lui (e non solo) è una sintesi di questi giorni: “Ciò che ci rende persona è riconoscere una persona nell’altro, in colui o colei che abbiamo davanti”.

Questa settimana ha acceso “tanta voglia di fare”, dice una giovanissima e c’è anche chi vorrebbe fare un’esperienza pro-vita all’estero…

Un fiorire di risposte, di dialogo, sbocciati dalle relazioni tra relatori, testimoni e organizzatori. Dialogo anche con chi non condivide. E tanti interrogativi che nascono in questi giovani che sono disposti ad ascoltare e a non rimanere agli slogan spesso ideologici dei social e dei media sul tema dell’inizio della vita.

Leggi anche: Direttiva contro la violenza sulle donne: perché l’aborto è promosso come un traguardo? (puntofamiglia.net)

“Un volontario cav si accorge della vita che c’è”, spiega Camilla, una giovane dell’equipe nel raccontare cosa fa il suo cav.

Mentre Simone, altro membro dell’equipe, spiega che aiutare gli altri fa bene e che “dobbiamo imparare a convertirci sempre di più all’amore”.

Maria Luisa, invece, che è volontaria da trent’anni, ti entra nel cuore quando racconta il dramma del suo aborto, compiuto in gioventù “per volontà di altri”. Da quella esperienza dolorosa è scaturita la sua ricerca della verità e della giustizia. Oggi, vuole essere testimone e accogliere tante donne.

Parole che fanno bene, volti che sanano quel senso di nausea che sale, sentendo notizie orribili di violenze di branco su bambine e ragazze. Violenza disumane, che fanno ribrezzo, che fanno vedere tutto nero.

Ecco, non è tutto nero. La gioventù bella c’è. È viva. È la maggioranza.

L’uomo e la donna non sono quella violenza. A quella violenza si risponde mostrando la dignità di ogni persona, sin dal grembo materno. A quei violenti che scelgono, senza neppure saperlo, di allontanarsi dall’umano, di essere asserviti all’istinto animale, bisogna annunciare il Vangelo della vita. Non c’è altra soluzione.

È un dovere della società laica, perché è proprio avere introdotto l’aborto ad avere reso degli oggetti bambine e bambini, uomini e donne. Bisogna affermare che l’uomo e la donna (ogni uomo e ogni donna!) non sono cose a partire dal concepimento. 

Per questo l’aborto non è un diritto, ma è una disgrazia per quel bambino o quella bambina che non è libero di nascere, per quella donna che viene negata nel suo essere donna.

Le violenze mostruose nascono da quella violenza che porta a rigettare dall’inizio, da quando cominci ad esistere e che rigetta la tua mamma ed ogni mamma.

L’aborto non è la verità.

“Il senso della vita è amare ed essere amati e noi siamo fatti per questo” ha detto Marina Casini, presidente del MpV italiano,ai giovani presenti al seminario, “richiede tenacia, forza, passione, capacità d di amare … tutte queste sono caratteristiche della giovinezza”. Per questo, continua la Casini “tra giovinezza e servizio alla vita c’è una sorta di affinità”.

Ed è vero.




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