Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,46-50)
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Il commento

“Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli” (12,46). Gli evangelisti tacciono sull’infanzia e sulla vita nascosta di Gesù, a parte le pagine luminose di Luca. A maggior ragione nulla dicono sugli anni che precedono l’Annunciazione, quando Maria entra sulla scena salvifica e accoglie la parola che fa di Lei la Madre del Signore. La fede degli umili non si accontenta di questo silenzio e ha cercato di capire quali passi ha compiuto Maria prima di ricevere l’annuncio angelico, come si è preparata o, per meglio dire, come è stata preparata ad accogliere con totale disponibilità una chiamata così sorprendente e sconvolgente. Come ha potuto in quel momento dire l’eccomi della fede con quella totalità che non ammette riserve e avvolge tutto l’essere?

Il Protovangelo di Giacomo, un documento che risale al secondo secolo, racconta la storia di Anna e Gioacchino, i santi genitori di Maria che appartengono ai giusti di Israele. Stando a questa narrazione la nascita di Maria è preceduta da una serie di eventi che fanno intravedere una particolare presenza di Dio in quella creatura. Per custodire questo mistero, che sfugge ai loro occhi, i genitori comprendono che la bambina deve essere consacrata a Lui e la portano al Tempio di Gerusalemme. Il racconto è certamente suggestivo ma appare debole dal punto di vista storico. E tuttavia, nulla vieta di pensare che – per quelle vie misteriose che solo Dio conosce – fin dalla più tenera età la Vergine abbia avuto l’ispirazione di consacrare a Dio la sua vita, cioè di impegnarsi a vivere per Lui solo. Crescendo ha certamente ascoltato e ripetuto le parole del salmista: “Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo” (Sal 40/39, 8-9). Affidandoci all’intercessione della Santa Vergine oggi chiediamo la grazia di rinnovare ogni giorno il nostro eccomi con sincerità e umiltà; e di custodirlo fedelmente lungo gli anni della vita, fino alla fine.