Battesimo di Indi: l’esperienza di Dio vissuta dai genitori, che si dicevano “atei”

23 Novembre 2023

Sébastien Bourdon, The Baptism of Christ (particolare), The Metropolitan Museum of Art - New York

Avevamo parlato, ieri, del fatto che i genitori di Indi hanno voluto battezzarla, pur non essendo essi stessi battezzati, né cattolici praticanti. Questi coniugi, avendo sperimentato il male, si sono convinti che “doveva esistere il Paradiso”. Oggi proseguiamo la riflessione…

Volendo schematizzare – per comprendere meglio la scelta del padre di Indi – le caratteristiche dell’esperienza propriamente detta, esse, si dipanano attraverso quattro gradi: la percezione della propria relazione con il mondo (attraverso i cinque sensi), la percezione della propria relazione con gli uomini (anche attraverso le emozioni e i sentimenti), la percezione della relazione con sé stessi (grazie ad un certo grado di introspezione) e con Dio (la vita spirituale).

Anche l’etimologia della parola “esperienza” ci aiuta. Esperienza deriva dal latino “ex-perior” e significa passare attraverso, attraversare. Si tratta, quindi, di un passaggio attraverso il quale si arriva a conoscere una situazione vitale, qualcosa fino ad allora sconosciuto e nascosto nelle sue molteplici possibilità. 

Si potrebbe addirittura dire che proprio attraverso questi molteplici passaggi successivi, che, tra l’altro, portano con sé, come uno dei frutti, la trasformazione del soggetto che li vive, è possibile arrivare, al grado massimo, ad incontrare Dio, ad arrivare, cioè, alla trasformazione profonda del proprio essere. Nel nostro caso a lasciarsi guidare e trasformare dall’amore di Dio, rifiutando il male e l’ateismo. 

Ogni singola esperienza, positiva o negativa indifferentemente, costituisce un gradino di una scala che, alla maniera di quella di Giacobbe, può condurre, per il credente, ad uno stadio di vita piena e realizzata: in una parola, per i cattolici, alla santità. 

Quanto detto ci introduce nell’esperienza cristiana che ha accompagnato la famiglia di Indi. L’esperienza cristiana, infatti, si palesa in una dinamica complessa che rende visibile l’azione dello Spirito Santo e la partecipazione personale (oltre che libera) dell’uomo redento nella comunione con Dio. 

Leggi anche: Battesimo della piccola Indi. Il padre: “Ho vissuto l’inferno, deve esistere il Paradiso” (puntofamiglia.net)

È questo desiderio di accogliere Dio nella propria vita che ha condotto Dean a scegliere il Battesimo. Egli ha compreso, grazie anche alla testimonianza di uomini e donne che hanno mostrato il volto amorevole di Dio, che il Battesimo è qualcosa di molto grande che ci protegge dall’inferno e dal male che agisce nelle pieghe della storia. Ha scelto la vita spirituale che ha inizio col Battesimo ed è diretta verso la comunione con Dio, ponendo sé e la sua famiglia, in cammino verso questa comunione che supera il tempo e la storia, rendendoli vincitori contro il male.

Si può pensare che le vicende della famiglia di Indi siano state esperienze di conoscenza offerta dallo Spirito Santo attraverso Gesù Cristo. Che possano essere definite conoscenza di Dio anche attraverso la rivelazione fatta da Gesù che si è resa palese nelle azioni concrete degli uomini e delle donne cristiane che i genitori hanno incontrato lungo il loro Calvario che li ha condotti a vedere, come Maria ai piedi della Croce, la loro bambina uccisa dall’odio verso la vita. 

È esperienza dello Spirito, perciò esperienza di fede che tutti i cristiani, prima o poi, nella loro vita, hanno fatto, se sono tali. Se non esistesse il male, infatti, per quale motivo sarebbe venuto Cristo sulla Terra? Se non esistesse il male, in definitiva, perché battezzarsi o battezzare i neonati?

L’accoglienza del Battesimo risulta vera se abbiamo la consapevolezza che Cristo è morto sulla croce per redimerci dal peccato e proteggerci, rendendoci Suoi figli, dal male che, per natura, odia la Vita e l’Amore.

Le cronache di questi giorni, ricche di guerre agghiaccianti, omicidi efferati, violenza gratuita fine solo a sé stessa, sembrano recare questa semplice verità: il Male esiste ed è evidente, è più forte dell’uomo che, da solo, non riesce a fermarlo, nemmeno nelle proprie membra, chiedendogli, proprio per questa sua definitiva impotenza, il ricorso a Colui che ci può salvare. Il Padre di Indi lo ha capito e forse il sacrificio della piccola non sarà stato vano se qualcuno permette di portare frutti inaspettati a quell’Amore che è più forte della morte. 




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Assunta Scialdone

Assunta Scialdone, sposa e madre, docente presso l’ISSR santi Apostoli Pietro e Paolo - area casertana - in Capua e di I.R.C nella scuola secondaria di Primo Grado. Dottore in Sacra Teologia in vita cristiana indirizzo spiritualità. Ha conseguito il Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia presso l’Istituto Giovanni Paolo II della Pontificia Università Lateranense. Da anni impegnata nella pastorale familiare diocesana, serve lo Sposo servendo gli sposi.

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