Il Vangelo letto in famiglia

I DOMENICA DOPO NATALE – Anno B – 31 DICEMBRE 2023

Abbiamo bisogno di modelli di vita

A chi ci ispiriamo? Quali sono i nostri punti di riferimento? Siamo sicuri di aver scelto quelli giusti? Non sembra, soprattutto se ci guardiamo attorno in questi giorni così particolari, dove ciascuno di noi corre in maniera frenetica per organizzare al meglio i festeggiamenti spettacolari di fine anno.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,22.39-40

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

IL COMMENTO

di don Gianluca Coppola

Abbiamo bisogno di modelli: non quelli che compaiono sulle copertine patinate delle riviste di moda, che piuttosto rappresentano dei dis-modelli; abbiamo bisogno di modelli di vita. La crescita umana avviene secondo il processo di imitazione, il nostro carattere, i nostri atteggiamenti si formano proprio osservando il comportamento degli altri e imitandolo, e questo meccanismo è molto evidente soprattutto nei bambini. Allora, comprendiamo quanto sia importante avere dei modelli giusti, delle persone a cui ispirarsi, delle persone che rappresentano per noi dei punti di riferimento. E di conseguenza, comprendiamo anche quanto sia deleterio vivere seguendo dei punti di riferimento sbagliati, dei “modelli” che in realtà si rivelano solo portatori di disvalori. Perché ho scelto di cominciare con queste parole? Perché il Vangelo di questa domenica contempla il modello della Santa Famiglia. Prima di addentarci ulteriormente nel passo in questione, è opportuno porci innanzitutto delle domande. A chi ci ispiriamo? Quali sono i nostri punti di riferimento? Siamo sicuri di aver scelto quelli giusti? Non sembra, soprattutto se ci guardiamo attorno in questi giorni così particolari, dove ciascuno di noi corre in maniera frenetica per organizzare al meglio i festeggiamenti spettacolari di fine anno.

Il Vangelo di oggi ci riporta indietro nel tempo e ci presenta dei modelli che sono antichi, ma non obsoleti, perché ancora oggi rappresentano il prototipo e il modello della famiglia: Gesù, Giuseppe e Maria. Un’antica giaculatoria, spesso pronunciata dalle nostre nonne, recitava così: “Gesù, Giuseppe e Maria, siate la salvezza dell’anima mia”. L’abbiamo dimenticata, e ne abbiamo dimenticato anche il contenuto, perché ormai il nostro modello non è più la Sacra Famiglia. Non solo, ma sembra che il mondo di oggi abbia paura ad avere come punto di riferimento dei modelli “normali”, come se la parola “normale” non possa più essere utilizzata. E invece, è bene ricordare che ci sono delle cose normali e cose che non lo sono, perché esistono dei criteri di normalità e il Vangelo è proprio il primo di questi.

Pertanto, dobbiamo tornare al criterio di famiglia, una famiglia che si basi sull’amore vissuto come scelta e non solo come sentimento. Il concetto di famiglia ha molto a che fare con quello di bene comune, con quello di sacrificio. Spesso, la parola “sacrificio” ci spaventa, ma è ciò che una famiglia affronta ogni giorno per andare avanti ed è una cosa che fa onore all’essere umano, che non lo degrada, anzi lo gratifica e lo innalza. Dobbiamo fare in modo che questi modelli, buoni, sani e normali, tornino ad essere attuali. La famiglia di Gesù, senza dubbio, non ha avuto sempre vita facile, anzi. L’idea secondo la quale dobbiamo vivere sempre nel benessere, con il cuore gioioso, è una bugia, non è attualizzabile nella vita reale. Addirittura, nel Vangelo di questa domenica, Simeone rivolge terribili parole a Maria: «E anche a te una spada trafiggerà l’anima». Perfino Maria e la sua famiglia hanno dovuto attraversare tantissime difficoltà. Pensate che la famiglia di Nazareth non abbia sperimentato quel dolore che due genitori provano nel tentativo di educare i loro figli? Sì, perché si prova dolore quando si educa un figlio, che è una creatura estranea, al di fuori del genitore. Anche Maria e Giuseppe hanno sperimentato la solitudine e la sofferenza, eppure non si sono arresi; Maria è andata avanti, fino al momento terribile della morte in croce di suo figlio e non si è sottratta a questo dolore. Noi, al contrario, fuggiamo dal dolore soprattutto perché ci hanno convinto che dobbiamo fare di tutto per stare bene, costi quel che costi. Ma ci sono dei sacrifici che talvolta ci fanno stare bene, delle rinunce che talvolta ci fanno stare bene, e chi desidera costruire una famiglia lo deve sapere e deve prepararsi a tutto questo. Fare alcuni sacrifici o rinunce non significa essere persone infelici. Purtroppo viviamo sempre come persone che devono affermare in ogni momento il loro status, il loro benessere, ma la vita è fatta anche di momenti in cui non stiamo benissimo, in cui non attraversiamo un buon momento, e questo non vuol dire che la nostra sia una vita infelice o non realizzata. Dobbiamo tornare a pensare che sia buono il sapore del sacrificio, perché guardarsi indietro e affermare “Che bello, ce l’abbiamo fatta, grazie Signore!” è una sensazione impagabile.

Torniamo, allora, alla bellezza della normalità della famiglia. È chiaro, le circostanze della vita, talvolta, ci mettono davanti a dolorose separazioni e ogni caso andrebbe analizzato a sé, ma chi rinnega la famiglia vive nella menzogna e noi cristiani dobbiamo ritrovare il coraggio di difendere determinati valori. È facile dire che laddove c’è amore, c’è una famiglia; ma l’amore, se non è vocazione, che cos’è?  Una famiglia, allora, nasce lì dove c’è vocazione, non banale ed effimero sentimento, e Maria e Giuseppe sono stati testimoni di tutto ciò, in quanto hanno deciso di restare famiglia oltre ogni limite umano. Sì, perché Maria, incinta prima del matrimonio, secondo le consuetudini del tempo, avrebbe dovuto ricevere solo una condanna a morte. E invece, Giuseppe resta fedele al progetto di Dio, costruisce insieme a lei una famiglia.

Allora, io e te vogliamo essere felici? Per fare in modo che ciò accada, dobbiamo preoccuparci che le nostre famiglie si basino sui valori cristiani, perché possiamo salvarci solo tornando ai valori che ci indica la Sacra Scrittura. Oggi, purtroppo, viviamo in un mondo in cui tutto è Sodoma e Gomorra, ma nonostante ciò dobbiamo essere quel piccolo lievito nella pasta del mondo, come ci dice il Vangelo, quella piccola parte di mondo che procede in una direzione diversa. Noi cristiani siamo chiamati a fare la differenza, a non omologarci con il pensiero dominante, con il politicamente corretto. Il Vangelo, lo abbiamo detto spesso, è scomodo, così come essere famiglia cristiana al giorno d’oggi è scomodo, eppure dobbiamo difendere questa verità. Questo discorso può sembrare intollerante, ma non è così perché ciascuno di noi è libero di vivere come desidera la propria vita e troverà sempre accoglienza nel cuore di Dio, nel cuore dei sacerdoti, nel cuore delle comunità parrocchiali.

Chiediamo, allora, al Signore di amare e di accogliere tutti, ma di restare fedeli ai valori del Vangelo; chiediamo a Dio, nel giorno della Santa Famiglia, ultimo giorno dell’anno, di donarci la lucidità per discernere cosa è giusto da ciò che è sbagliato e di saper riconoscere i veri modelli a cui ispirarci. Chiediamogli di avere il coraggio di fare la differenza in questo mondo, la differenza cristiana.




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Gianluca Coppola

Gianluca Coppola (1982) è presbitero della Diocesi di Napoli. Ha la passione per i giovani e l’evangelizzazione. È stato ordinato sacerdote il 29 aprile 2012 dopo aver conseguito il baccellierato in Sacra Teologia nel giugno del 2011. Dopo il primo incarico da vicario parrocchiale nella Chiesa di Maria Santissima della Salute in Portici (NA), è attualmente parroco dell’Immacolata Concezione in Portici. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato Dalla sopravvivenza alla vita. Lettere di un prete ai giovani sulle domande essenziali (2019) e Sono venuto a portare il fuoco sulla terra (2020).

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