17 Febbraio 2024

L’amore creativo di Dio

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,27-32)
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Il commento

Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a conversione” (Lc 5,32). Alle parole ricevute dalla tradizione, che troviamo fedelmente registrate in Marco e Matteo (Mc 2,17; Mt 9,13), Luca ha voluto aggiungere un’ulteriore parola per evitare un’interpretazione riduttiva e falsificante: “a conversione” [eis metánoian]. È una postilla che si rivela ancora più importante e forse decisiva nel contesto di una cultura che fa della legittima e doverosa accoglienza una sorta di preventiva assoluzione. Si diffonde l’idea che amare il prossimo significa automaticamente condividere tutto quello che fa. È certo che Dio ama tutti perché tutti sono suoi figli, ama anche i carcerati ma è altrettanto certo che non ama il male che hanno commesso. Dio ama anche le prostitute ma non credo che apprezzi il loro mestiere. Amare qualcuno non significa approvare quello che fa ma accoglierlo e rispettare la sua dignità di persona, creata a immagine di Dio. L’amore è la mano tesa di Dio che invita, anzi sospinge a modificare radicalmente il nostro modo di vivere. Per amore e con amore Dio chiede a ciascuno dei suoi figli – e lo chiede anche a noi – di abbandonare tutto quello che non ci fa bene, cioè non rivela anzi offusca la nostra dignità.

Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì” (5,28): la vicenda di Levi annuncia nella forma più suggestiva che l’incontro con Dio chiede di abbandonare “l’uomo vecchio” per iniziate un cammino di conversione, mettendosi alla sequela di Gesù. Il Vangelo non accarezza i sensi ma scuote la coscienza, chiede di modificare pensieri e progetti. La Misericordia è l’amore creativo di Dio che tocca il cuore dell’uomo, gli fa scoprire la sua più profonda identità e gli dona la forza di vivere secondo la verità del Vangelo. Dio è capace di guarire il cuore dell’uomo. Lui solo può farlo. Il nostro Dio “ferisce e fascia la piaga, colpisce e la sua mano risana” (Gb 5,18). Levi accoglie e risponde con tempestività e totalità perché si è lasciato ferire dalla parola di Gesù. Oggi chiediamo la grazia di compiere quelle scelte che manifestano in modo più eloquente la bellezza della fede.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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