Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Il commento
“Non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male” (6,13). Una preghiera breve e luminosa, originale e inconfondibile. È la preghiera del Signore! Oggi mi soffermo sulle parole conclusive. Gesù invita a chiedere ogni giorno di essere liberati dal male. Gli autori antichi – da Origine a Sant’Agostino – non avevano alcun dubbio nell’identificare il male con il maligno, cioè colui che opera il male e istiga l’uomo a compiere il male. Non possiamo parlare del male senza parlare del maligno. Non dobbiamo solo fare i conti con un deficit strutturale che appartiene alla condizione umana, è bene sapere che c’è un nemico che soffia sul fuoco e cerca di fare di una piccola scintilla un grande incendio, trasforma le piccole prove della vita in tentazioni e queste, se trovano accoglienza, finiscono per generare il male, prima nel cuore e poi nelle azioni. Se dimentichiamo la presenza dell’avversario, affrontiamo la battaglia con eccessiva superficialità, pensiamo che si tratta solo dell’umana fragilità, un limite o un difetto che possiamo combattere e superare con le nostre forze. È questa la mentalità più diffusa al di fuori dell’ambiente ecclesiale. È un inganno che ci fa cadere nella trappola del maligno. Gesù invece insegna che dobbiamo costantemente invocare la grazia di Dio.
“Liberaci dal male”, leggiamo nel Vangelo. “Liberaci da tutti i mali”, ripetiamo nella liturgia. Dobbiamo intendere bene questa invocazione. La nostra vita è un intreccio di situazioni in cui gioia e dolori sono continuamente presenti. Non possiamo pensare di vivere nella luce senza le prove, né pretendere di amare senza soffrire o di vivere senza mai incontrare alcuna malattia. L’esistenza è segnata da un deficit strutturale, sperimentiamo continuamente il limite: non c’è solo il male fisico che consuma il corpo ma anche il male morale che prende dimora nel cuore dell’uomo quando non siamo più totalmente e intensamente rivolti al bene. Oggi chiediamo la grazia di restare aggrappati al Signore per non cadere nel male e non diventare complici del maligno.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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