Dai piccoli arriva la salvezza: una fila in cassa diventa occasione per annunciare il Vangelo

29 Febbraio 2024

(Foto: Rinelle / Shutterstock.com)

«Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli». È proprio vero che Dio si manifesta attraverso i piccoli, attraverso quelle persone che il mondo non considera. Eppure, Lui le sceglie e le rende annunciatrici della Vita vera. È successo in un negozio di detersivi… 

Non vi sono molte persone, è una di quelle ore che la Scrittura definisce lente. Incontro una donna che conosco da anni e che, dalla nascita, soffre di una sindrome che la rende “candida” come i bambini. Possiamo definirla una donna “straordinaria” a causa della sua patologia. Scambiamo due chiacchiere con affetto, poi si va in cassa. Al momento del pagamento, questa donna, accompagnata dalla sorella, intrattiene un dialogo semplice con la cassiera durante il quale, ad un certo punto, le chiede se lavori anche di domenica. La cassiera, una giovane donna, le risponde che la domenica hanno il giorno di riposo. La donna “straordinaria” ringrazia Dio per il giorno di riposo perché, in questo modo, la cassiera può recarsi in Chiesa. Io resto in disparte e ascolto. Osservo, tuttavia, che gli occhi della cassiera cambiano. Il suo cuore è stato toccato. La giovane donna si ferma e risponde che sono anni che non si reca più in Chiesa e ciò le dispiace. La signora, che di solito non è capace di sostenere un dialogo così lungo e profondo, incalza chiedendole il perché e, soprattutto, le fa notare che non è cosa buona non ringraziare il Signore almeno il giorno della domenica. Aggiunge, con insistenza, che è importante e necessario recarsi alla santa Messa almeno di domenica. 

Resto stupita dal termine necessario. Un termine che quella donna “straordinaria” non proferirebbe, di solito, a causa del suo deficit mentale: eppure sta consegnando qualcosa di grande a quella ragazza. Noto che la cassiera non resta indifferente a nessuna delle parole che le vengono dette. Ringrazia la signora dandole ragione e si salutano.

Non mi sfugge che la ragazza, mentre inizia a fare il mio conto, è assorta nei suoi pensieri. Comprendo che sta riflettendo su ogni singola parola ricevuta. Resto in silenzio, attendendo che quelle parole possano produrre una reazione, che, infatti, non tarda a manifestarsi. Improvvisamente mi dice che è stata toccata nell’intimo e che quella donna ha ragione perché, da quando la pigrizia ha preso il sopravvento sulla sua vita portandola ad allontanarsi dalla santa Messa, lei ha smarrito la gioia e la serenità. A questo punto io colgo la palla al balzo dicendole che, probabilmente, non è stato un caso che quella donna “straordinaria” abbia avuto la forza e la lucidità di parlarle in quel modo. Forse è proprio il Signore che la sta chiamando perché la ama e vuole riconsegnarle quella gioia e quella serenità che ha smarrito. 

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A queste parole vedo risolutezza nei suoi occhi. Tanto che mi dice: “Ho deciso, domenica mi recerò alla santa Messa. Devo riprendere questo contatto con Dio. Come mai mi sono allontanata? Come ho potuto permettere ciò? Sono davvero una stupida nell’aver perso tanto tempo”. 

Io le sorrido dicendole che non sarà facile lottare contro la pigrizia, ma con la forza della volontà ci potrà riuscire, perché il Signore la ama e la sta aspettando. 

Uscita dal negozio, il mio cuore loda Dio per quanto accaduto. In quel momento il Signore è passato nella vita di quella ragazza attraverso una donna “straordinaria” considerata poca cosa dal mondo, ma, evidentemente, non da Dio.

Mentre, a piedi, raggiungo casa, penso che tutto quel dialogo sia stato possibile perché a quell’ora il negozio è vuoto e ciò mi rimanda al passo del Vangelo di Giovanni nel quale si racconta dell’incontro di Gesù e della Samaritana al pozzo di Giacobbe. Anche in quel passo, in un’ora particolare, quando le persone non erano in giro, Gesù è seduto al pozzo per incontrare proprio la Samaritana e consegnarle parole di vita. Ella, dopo quel dialogo, cambiò vita e divenne un’annunciatrice di Cristo per gli abitanti del suo villaggio. 

Il buon Dio continua ancora oggi a camminare sulle strade della storia intrecciandosi col nostro quotidiano. Sta a noi essere attenti e vigili per cogliere la Sua presenza al nostro fianco attraverso i fratelli, persone comuni oppure “straordinarie” come quella donna resa strumento di evangelizzazione. Penso anche un’altra cosa. I genitori della donna “straordinaria” sono persone conosciute nel paese. Tutti conoscono le continue pressioni subite da parte di chi li invitava ad abortire quella nascita destinata alla sofferenza. Da uomini di fede, solida, non hanno ceduto. Essi vedono con gli occhi di Dio una realtà che il mondo si ostina a negare: ogni vita è speciale. Tutte le vite hanno senso. La dignità di una persona è incondizionata, non richiede standard da verificare. Precede e segue la vita terrena di ciascuno. È forte più della morte. Ecco una realtà ancora tutta da annunciare dai tetti.




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Assunta Scialdone

Assunta Scialdone, sposa e madre, docente presso l’ISSR santi Apostoli Pietro e Paolo - area casertana - in Capua e di I.R.C nella scuola secondaria di Primo Grado. Dottore in Sacra Teologia in vita cristiana indirizzo spiritualità. Ha conseguito il Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia presso l’Istituto Giovanni Paolo II della Pontificia Università Lateranense. Da anni impegnata nella pastorale familiare diocesana, serve lo Sposo servendo gli sposi.

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