Lo Spirito Santo è come il vento, che non si può “imbottigliare”. Così il Papa all’udienza

Papa Francesco

(Foto: giulio napolitano / Shutterstock.com)

Papa Francesco all’udienza ha parlato dello Spirito Santo nella Bibbia. Ha fatto notare che la Terza Persona della Trinità è spesso associata al “vento”, perché il vento non lo puoi imbottigliare. Lo Spirito Santo è libero e rende liberi; non di fare tutto, ma di compiere il bene perché lo si vuole e non per costrizione. 

Nella catechesi di mercoledì 5 giugno Papa Francesco ha riflettuto sul nome con cui lo Spirito Santo è chiamato nella Bibbia. “La prima cosa che noi conosciamo di una persona è il nome – ha detto – È con esso che la chiamiamo, che la distinguiamo e la ricordiamo. Anche la terza persona della Trinità ha un nome: si chiama Spirito Santo”. 

Andando alle origini del termine, il pontefice ha affermato: “Il nome dello Spirito, quello con cui lo hanno conosciuto i primi destinatari della rivelazione, con cui lo hanno invocato i profeti, i salmisti, Maria, Gesù e gli Apostoli, è Ruach, che significa soffio, vento, respiro”.

Ha poi aggiunto: “Nella Bibbia il nome è tanto importante da identificarsi quasi con la persona stessa”. “Dice sempre qualcosa della persona, della sua origine, della sua missione. Così è anche del nome Ruach. Esso contiene la prima fondamentale rivelazione sulla persona e la funzione dello Spirito Santo”.

Lo Spirito Santo è dunque associato al “vento”. “Non a caso a Pentecoste lo Spirito Santo discese sugli Apostoli accompagnato dal fragore di un vento impetuoso (cfr At 2,2). Era come se lo Spirito Santo volesse mettere la sua firma a quello che stava accadendo”.

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Per il Papa, “l’immagine del vento serve anzitutto per esprimere la potenza dello Spirito Santo”: il vento infatti è “una forza travolgente, una forza indomabile, capace perfino di smuovere gli oceani”.

Il Papa ricorda anche le parole usate da Gesù a tal proposito: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito” (Gv 3,8).

Per il Papa “Il vento è l’unica cosa che non si può assolutamente imbrigliare, non si può imbottigliare o inscatolare”. Il vento “è libero”. Quindi, non si può “pretendere di rinchiudere lo Spirito Santo in concetti, definizioni, tesi o trattati, come ha tentato di fare a volte il razionalismo moderno, significa perderlo, vanificarlo, ridurlo allo spirito puramente umano, uno spirito semplice”. 

Lo Spirito Santo non si può nemmeno “racchiudere in canoni, istituzioni, definizioni. Lo Spirito crea e anima le istituzioni, ma non può essere Lui stesso istituzionalizzato, cosificato”. Il vento soffia “dove vuole”, così lo Spirito distribuisce i suoi doni “come vuole” (1 Cor 12,11). 

Anche San Paolo assocerà lo Spirito Santo alla libertà: «Dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà» (2 Cor 3,17). “Una persona libera, un cristiano libero, è quello che ha lo Spirito del Signore”, afferma Francesco. Libertà intesa non come “fare il bene o il male”, ma libertà “di fare il bene e farlo liberamente”, cioè “per attrazione, non per costrizione”. Lo Spirito Santo dona la libertà dei figli, non degli schiavi.Il Papa conclude la sua riflessione domandando a chi lo ascolta: “Fratelli e sorelle, dove attingeremo questa libertà dello Spirito, così contraria alla libertà dell’egoismo? La risposta è nelle parole che Gesù rivolse un giorno ai suoi ascoltatori: «Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero» (Gv 8,36). La libertà che ci dà Gesù. Chiediamo a Gesù di fare di noi, mediante il suo Santo Spirito, degli uomini e delle donne veramente liberi”.




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