Fede e ragione

Don Eugenio Merrino: “Dostoevskij e Duns Scoto sono il mio pane quotidiano”

Abbiamo avuto il piacere di intervistare un sacerdote, don Eugenio Merrino, autore del libro “Liberi di credere, liberi di pensare. In dialogo tra scienza e fede nel cambiamento d’epoca ‘in bilico tra Santi e falsi dei’”, uscito recentemente con la casa editrice “La Bussola”. Ecco cosa ci ha raccontato…

Da dove nasce l’idea di questo libro? A chi si rivolge? Quali i temi principali?

Il testo nasce in prima istanza per il desiderio di fare una “passeggiata” con Dostoevskij e Duns Scoto sulla via francigena; desiderio però soprattutto alimentato nel tempo dal dialogo con i nostri giovani, che per l’appunto vivono “tra santi e falsi dei” e che hanno perorato in me la domanda se le nostre idee (spesso in conflitto), sono frutto di una realistica lettura della realtà o invece sono corrotte da sistemi idealistici, volti a produrre prodotti e non persone.

Chi era il beato Giovanni Duns Scoto?

Ha ragione a farmi questa domanda. Per molti è un perfetto sconosciuto. Per me è un compagno di vita. Nella biografia interna al testo, delineo alcuni tratti della sua vita, che possiamo sintetizzare nel dire che è stato un “cavaliere della verità” e soprattutto della libertà, contro coloro che – per dirla con Francesco Guccini – “hanno fatto del qualunquismo un arte”.

Nel testo lei parla dell’“arroganza della ragione”: può spiegarci questo concetto?

Il caro prezzo di questo mondo social non è che il punto di arrivo di quel “Io penso quindi sono” cartesiano e che, per dirla con Leibniz, ha prodotto il “migliore dei mondi possibili”; più semplicemente non basta essere, per esprimere un’opinione, causando spesso anche suicidi e altri disastri. Facile giudicare, difficile invece vivere e guardare nel mare del tempo le vele di questa barca che chiamiamo vita. 

Condizionamento e libertà: quale legame? 

L’irresponsabilità di chi è chiamato a informare e formare, ha troppo spesso creato ideologismi e non idee, perorando così una vita che la Sacra Scrittura definisce “Hevel”, mal tradotto con vanità e che più precisamente significa vaporosità.

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Cosa si intende per “religione laica”?

La fede non annichilisce la ragione ma le dà luce; sta a chi è toccato da questa luce illuminare quel falso laicismo, sotto la cui maschera non vi è che un ateismo ideologico non troppo velato. Faccia caso a come sempre più i vip o gli Influencer se ne guardino di fare gli auguri davanti al presepe, preferendo l’albero di Natale. E già… come ad Erode quel bambino fa paura! Piccoli uomini sotto un grande cielo.

La bellezza che salva dal male… ovvero?

La bellezza è l’impronta di Dio nel creato. Credo che il film “La vita è bella” di Roberto Benigni ne possa far comprendere il significato. Quando parlo di bellezza non mi riferisco a ciò che è espressamente estetico (cioè, che sta fuori), e che appartiene alla sfera dell’Eros, ma di ciò che sta dentro quell’abbraccio, quel ricordo che ci riscalda il cuore a distanza di tempo, in altre parole ciò che la Sacra Scrittura chiama “amore agapatico”, cioè totale.

Il male è all’origine dell’ateismo, in molti casi, ma nel libro si sostiene la tesi dell’“innocenza di Dio”. Cosa possiamo dire su questo ai nostri lettori?

Fortunatamente, la tesi non è mia, ma di San Tommaso e poi di Maritain. Il male si è – per così dire – auto-creato in conseguenza del libero arbitrio. Non esistono persone buone o cattive, esistono però le nostre scelte e queste volontariamente o meno hanno delle conseguenze sulla nostra e altrui storia.

Nel libro si cita Dostoevskij per parlare della realtà del male: perché proprio questo autore e perché partire proprio da dei romanzi?

Duns Scoto e Dostoevskij sono due antipodi che hanno accompagnato da sempre la mia vita, essi rappresentano per l’appunto i miei Santi e falsi dei (sottotitolo del testo). Se da un lato il primo ha rappresentato l’ideale del vivere, l’altro ne ha vissuto e letto il dolore e la fatica del vivere quotidiano.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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