Don Aldo Bonaiuto: “Fidanzati, sposi: la familiarità non vi renda irrispettosi tra di voi”

Il 14 febbraio ricorre, come tutti sappiamo, la festa degli innamorati. Cosa dire alle coppie consolidate, che stanno insieme da tanto e forse hanno perso lo stupore, i filtri e talvolta anche il rispetto? Non importa se la fase dell’innamoramento è lontana: amare è un impegno, potete scegliere. A parlare è don Aldo Bonaiuto, che ha vissuto al fianco di don Oreste Benzi per molti anni.

Uno dei primi giorni di febbraio ebbi la gioia di ascoltare dal vivo, nella mia diocesi di Jesi (AN), don Aldo Bonaiuto, un sacerdote molto carismatico, spalla destra di don Oreste Benzi per molti anni. 

“Posso dire che stare con don Oreste significava vivere accanto a un santo e dormire poco…”, ha detto con un filo di ironia, ricordando che i santi dormono poco, perché passano giorno e notte ad aiutare o a pensare a come risolvere situazioni di ingiustizia, impegnandovisi, poi, attivamente. “Don Oreste era così, era testardo… e se gli partiva il pallino per una ingiustizia insopportabile niente lo fermava”. 

Ci ha raccontato molti episodi legati a quest’uomo, oggi “servo di Dio”, per il quale è in atto il processo di beatificazione.

Ci ha raccontato di quando, alle tre di notte, usciva sotto la pioggia per recuperare i senzatetto che dormivano in mezzo ai rifiuti nei parchi limitrofi. Ci ha parlato dell’amore per la vita, della tenacia per combattere ogni forma di schiavitù umana. 

Bonaiuto, che segue le orme di Benzi, è attualmente impegnato su molti fronti: è giornalista e scrittore, ma prima di tutto sacerdote speso per i fratelli e le sorelle, nonché esorcista; vive in una delle sedi della Comunità Giovanni XXIII, di cui Benzi è stato fondatore, continua ad aiutare le “donne crocifisse” salvando molte di loro dalla strada. L’ultimo suo libro, che tratta proprio questo tema, ha avuto la prefazione di Papa Francesco.

Il sacerdote oggi si prodiga in prima persona per soccorrere gli ultimi. Proprio in questi giorni, è impegnato in una missione a Gaza, intento a recuperare – e poi collocare in diversi ospedali italiani – 14 bambini provenienti dalla Striscia, che hanno bisogno di cure in quanto sono affetti da gravi tumori. 

Da giovane presbitero, spesso, aveva paura di dare la vita. Di darla fino a questo punto. Don Benzi gli diceva che è sbagliato aspettare che a fare qualcosa di buono o di eroico sia sempre qualcun altro. “Se non lo fai tu, non lo fa nessuno”, gli diceva. E lui ha accolto l’invito: pian piano si è lasciato trasformare.

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In occasione della sua testimonianza a Jesi, sapendo che erano presenti i fidanzati i quali, in quella parrocchia, si preparano a ricevere il sacramento del matrimonio, Bonaiuto ha voluto iniziare l’incontro lanciando un messaggio a tutte le coppie presenti, di fidanzati ma anche di sposi e che vogliamo riproporre per San Valentino a voi lettori: “Non lasciate che la familiarità vi tolga il rispetto per l’altro”. 

All’inizio, sostiene Bonaiuto, due innamorati sono portati a rivolgersi con gentilezza, a voler mostrare solo il meglio di sé. Poi, pian piano, la presenza dell’altro diventa abitudine e si inizia a parlare con meno riguardo, con meno amore. 

Il coniuge non è più una meraviglia per noi, non è più un mistero e smettiamo di vedere la sua sacralità. Non solo lo diamo per scontato, ma ci rivolgiamo a lui o lei in modo aspro, lo deridiamo, lo apostrofiamo con parole sempre meno gentili. Perdiamo il rispetto nei suoi confronti. 

Mentre, forse, con un uno sconosciuto cerchiamo di avere decoro, con il marito o la moglie esprimiamo insofferenza, utilizziamo parole poco dolci o persino lo umiliamo, la umiliamo.

Ecco, allora, il suo consiglio, forse un po’ ironico ma significativo: “datevi del lei”. 

Non nella forma, ma nella sostanza. 

Non significa non essere intimi, ma stare in guardia dal pericolo che la familiarità ci tolga una sana riverenza verso l’altro. Dobbiamo ricordare che la persona che abbiamo accanto è sacra e resta sacra anche dopo tanti anni che stiamo insieme, non la possiamo trattare come “qualcosa di poco conto”. 

Nel caso di due sposi, l’altro è colui o colei in cui Cristo stesso mi chiede di essere amato. 

Dunque, per questo San Valentino, cari innamorati, cari fidanzati, cari sposi: facciamoci un regalo vero… torniamo a parlarci con riguardo e con amore, qualsiasi sia la nostra età e a prescindere da quanti anni stiamo assieme.   




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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