
MUSICA E SIGNIFICATI
Perché “Balorda nostalgia” ha vinto Sanremo?
25 Febbraio 2025

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Olly_(Feb_2025;_02).png CC BY 3.0
Di fronte ad un testo – quello di “Balorda nostalgia” – che pone in luce ciò che non si deve fare se ami davvero una persona, ho deciso di fare un esperimento: quello di sottoporlo alla riflessione critica da parte di due categorie di giovani: una prima liceo (14 anni) ed una quarta liceo (17 anni). Le reazioni sono state molto diverse…
Da pochi giorni si è concluso il Festival della canzone italiana. Quest’anno, per la prima volta nella storia, Papa Francesco ha inviato un videomessaggio ai partecipanti e agli ascoltatori. Il Santo Padre ha sottolineato il potere della musica come strumento di pace e unità tra i popoli affermando che: «La musica è bellezza, la musica è strumento di pace. È una lingua che tutti i popoli, in diversi modi, parlano e raggiunge il cuore di tutti».
La musica è davvero una lingua universale e proprio questa sua caratteristica la rende voce di Dio, tanto da essere considerata uno strumento privilegiato per lodarlo, pregarlo e sperimentare la Sua presenza. Nella tradizione cristiana ed ebraica, la musica è vista non solo come una forma d’arte, ma anche come una via attraverso cui Dio parla all’uomo e l’uomo risponde a Dio. Troviamo conferma di ciò nella Sacra Scrittura in cui la musica appare non solo come un’espressione umana, ma una voce attraverso cui Dio si rivela e chiama l’uomo a rispondere.
Anche molti santi e mistici hanno vissuto esperienze profonde attraverso la musica: di Santa Cecilia, patrona della musica, si narra che considerasse il canto come un mezzo per unirsi a Dio. San Francesco d’Assisi compose il Cantico delle Creature, una lode musicale a Dio attraverso il creato. Santa Teresa d’Avila raccontava che la musica l’aiutava a entrare nella preghiera profonda. Sant’Agostino, inoltre, affermava che: «Chi canta prega due volte».
Dunque la musica davvero è una lingua universale, così come ha affermato Papa Francesco nel suo videomessaggio. Nella Bibbia, nella liturgia e nella spiritualità, il canto e la musica sono strumenti per incontrare Dio, elevare l’anima e trasmettere la fede. Ogni nota, ogni melodia sacra può diventare voce di Dio che parla al cuore dell’uomo e lo chiama a unirsi a Lui.
I nostri giovani come si pongono di fronte alla musica? Che genere di musica piace loro? Sono attenti ai testi proposti oppure si legano esclusivamente alla melodia che si attacca alla mente? Hanno ricevuto dalle loro famiglie o dai docenti o da qualche adulto la capacità critica per leggere i testi ed operare una distinzione tra ciò che è costitutivo e ciò che non lo è?
Quest’anno, con lo stupore dei molti, si è classificato primo, al Festival di Sanremo, Olly con il brano “Balorda nostalgia”. Un brano orecchiabile che ha conquistato le teen-ager, in modo particolare la fascia che va dai 12 ai 14 anni. Mi sono chiesta il perché le ragazzine erano così coinvolte. Ho deciso di leggere il testo e mi sono trovata di fronte ad una reale analisi della società odierna che pone al centro il proprio ego rischiando di non fare spazio all’altro. Scherzando, ma non troppo, con qualche formatore, ci si diceva che il brano presenta una sintesi di quelle azioni e concezioni che possono condurre alla nullità di un matrimonio e distruggono una relazione. Insomma tutto ciò che è da evitare se non si vuole che la propria relazione vada in rovina. Mi sono chiesta: le ragazzine che hanno votato la canzone sono coscienti di ciò? Oppure il loro voto è stato dettato dall’emotività legata alla bellezza fisica del cantante e dall’orecchiabilità del brano?
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Di fronte ad un testo che pone in luce ciò che non si deve fare se ami davvero una persona ho deciso di fare un esperimento: quello di sottoporlo alla riflessione critica da parte di due categorie di giovani: una prima liceo (14 anni) ed una quarta liceo (17 anni). Le reazioni sono state molto diverse.
Andiamo per gradi ed iniziamo ad analizzare il testo. Il brano parla di una relazione finita e di come lui (il ragazzo) voglia ritornare con la propria ragazza sperando e desiderando che questo avvenga quanto prima. Il brano canta tutta la sofferenza e il desiderio di lui che così è riassunta: «Vorrei tornare a quando ci bastava ridere, piangere, fare l’amore e poi stare in silenzio per ore fino ad addormentarci sul divano con il telecomando in mano. Non so più come fare senza te. Te che mi fai vivere e dimenticare, tu che mentre cucini ti metti a cantare (…) Ti cerco ancora in casa quando mi prude la schiena».
Questi versi mettono in luce un sentimento egoistico ed autocentrato, vedendo l’altro come colui che mi dà delle cose per farmi stare bene, che riempie un vuoto. Probabilmente, si scherza, dall’altra parte, la ragazza si era stufata di fargli da domestica. Ebbene i ragazzi di quarta di fronte alla frase della “schiena che prude” sono scoppiati in una grande risata e hanno contestato duramente il testo affermando di non essere per nulla d’accordo su una relazione del genere. Hanno espresso pensieri sull’amore alcuni dei quali veramente alti. Sognano un amore forte più della morte che riesca a superare tutte le difficoltà, che si basi sulla sincerità e reciprocità dove ciascuno dia il meglio di sé per l’altro. Per loro questo testo non li rispecchia.
Nella prima liceo, invece, la classe si è divisa. Da una parte ragazze e ragazzi che criticavano il testo e dall’altra alcune ragazze, che pur di vivere accanto ad un ragazzo bello come il cantante, erano disposte anche a cucinare e grattargli la schiena senza neanche la parvenza di una relazione davvero seria e duratura. L’importante era averlo accanto, anche se per un breve periodo. Ho avuto la sensazione che, il cantante in questione, nella mente di queste poche ragazze assumesse le sembianze di un trofeo da esibire.
Di fronte alla reazione di queste poche ragazze di prima ho pensato che probabilmente non hanno mai visto, neanche in famiglia, una buona relazione. Sappiamo che san Giovanni Paolo II ha indicato due pilastri della relazione coniugale autentica: il dono di sé e il dialogo. Questi due pilastri ci fanno riflettere che il matrimonio non è solo una convivenza, ma una vocazione e una missione d’amore, in cui i coniugi sono chiamati a riflettere l’amore stesso di Cristo per la Chiesa (Ef 5,25). Questa visione invita a vivere un amore che non è solo umano, ma riflesso dell’amore di Dio. Tutto ciò manca nel testo della canzone, ma anche nell’orizzonte delle ragazze quattordicenni che invece percepiscono le parole del testo come normali.
Dato che la musica ha sempre avuto un impatto significativo sulle relazioni di coppia, influenzando emozioni, comunicazione e intimità, l’atteggiamento di queste adolescenti genera qualche timore.
La musica resta un linguaggio davvero universale che può rafforzare il legame affettivo, rievocare ricordi condivisi e persino aiutare a superare momenti difficili. La musica ha anche il potere di tradurre sentimenti profondi che a volte le parole non riescono ad esprimere.
Nel nostro caso, la canzone di Olly, ha avuto il potere di esprimere la superficialità della maggior parte delle relazioni che oggi si vivono nella nostra società. Ha vinto, dunque, non inaspettatamente perché ha pescato nell’humus culturale nel quale siamo immersi.
Nonostante la riflessione fatta in classe, infatti, alcune ragazze (la maggior parte) non credono più all’amore come qualcosa di duraturo ed eterno, ma piuttosto percepiscono la relazione come un carpe diem per appagare i propri sentimenti e mancanze. Siamo nel pieno di quella che i sociologi chiamano pure-relationship. Una relazione pura è quella in cui gli individui decidono di continuare a mantenere vivo il rapporto fino a quando soddisfa i loro bisogni emotivi e sessuali e ne possono trarre beneficio – autonomia, auto-realizzazione.
Per dirla con la canzone, fin quando mi serve qualcuno per grattarmi la schiena. Questi giovani, forse, un giorno verranno a bussare alla porta delle nostre chiese chiedendo il matrimonio sacramento senza sapere, evidentemente, cosa chiedono veramente. Avremo noi la capacità di mostrare loro un mondo diverso? Sapremo essere convincenti?
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