Diritto d’opinione Solo il gender ci salverà Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 17 Aprile 2015 Nessun commento su Solo il gender ci salverà di don Silvio Longobardi In nome della libertà, lo Stato moderno occidentale ha rinunciato per principio ad ogni etica in ambito sessuale. Anche l’omosessualità è stata liberata dallo stigma morale. Tutto questo non poteva bastare. Nell’immediata vigilia del conclave, dal quale sarebbe uscito vestito di bianco, il cardinale Ratzinger parlò della “dittatura del relativismo”. Sembrava solo un’immagine efficace per descrivere una situazione culturale sempre più dominata dal pensiero debole che fugge ogni certezza come una peste. Nessuno poteva immaginare che, pochi anni dopo, quella dittatura avrebbe assunto una veste giuridica e imposto una nuova “colonizzazione ideologica”. Come ha denunciato papa Francesco nel corso del recente viaggio nelle Filippine. In nome della libertà, lo Stato moderno occidentale ha rinunciato per principio ad ogni etica in ambito sessuale. Anche l’omosessualità è stata liberata dallo stigma morale. Tutto questo non poteva bastare. Il mondo gay ha chiesto e ottenuto il pieno riconoscimento legislativo. Ma non basta ancora. La cultura omosessualista non si accontenta di avere la libertà di esistere, pretende di cambiare radicalmente il volto della società e propone una diversa antropologia che cancella di colpo la sapienza antica che fino ad oggi ha accompagnato ogni epoca e civiltà. Questa nuova antropologia non dà alcun valore alla diversità maschile-femminile, non la considera come l’inossidabile fondamento della vita sociale, anzi la presenta come la fonte di ogni intolleranza sociale. Solo il gender ci salverà. La nuova proposta sociale non nasce come un’ipotesi di lavoro ma come un dogma, non come un elemento che arricchisce il dibattito culturale ma come una legge che impone scelte precise (ad esempio nel mondo della scuola) e impedisce ogni forma di dissenso. Al centro del dibattito pubblico vi è una proposta di legge, conosciuta come Legge Scalfarotto, che riduce drasticamente la libertà d’opinione perché considera l’omosessualità come un diritto insindacabile e bolla come omofobia ogni forma di critica su questo tema. Non basta più il linciaggio morale, la legge trasforma il dissenso in un vero e proprio reato. E così, in nome dell’accoglienza della diversità viene soffocata sul nascere ogni diversa opinione. Qualche mese fa la filosofa Michela Marzano su Repubblica, che difende la proposta di legge, invitava a distinguere l’insulto dall’opinione. Difficile non essere d’accordo. Il problema è un altro: in quali casi l’opinione diventa un insulto? Se ad esempio, affermo che l’omosessualità è un comportamento eticamente sbagliato perché contraddice la grammatica naturale della persona, quella che si esprime nel biblico “maschio e femmina”, sto esprimendo una legittima opinione oppure ho già varcato la soglia dell’insulto e quindi sono passibile di azione penale? A giudizio della Marzano il fatto stesso di riconoscere l’omosessualità come legittima diversità rappresenta già una forma di intolleranza. E come tale deve essere sanzionata dalla legge. La legge non c’è ancora ma gli attivisti LGBT (lesbian, gay, bisexual, and transgender) si preoccupano di attuarla, impedendo agli altri di esprimere pacificamente il proprio dissenso. Viviamo in un clima di crescente intimidazione che prospera perché gode del favore del mondo politico e culturale. Non lasciamoci impaurire. Su questo punto, ha detto il cardinale Bagnasco, “noi Vescovi saremo sempre in prima linea a qualunque costo”. È legittimo dissentire, anzi è doveroso opporsi a viso aperto ai nuovi padroni. Dobbiamo farlo tutti perché ad essere minacciata non è l’opinione di qualunque ma libertas coscientiae di tutti. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Diritto d'opinione, gender, Legge Scalfarotto ANNUNCIO ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: Quando Gesù spiegava che la donna non è una “cosa” e la meta dei coniugi è il Paradiso Trasmettere la fede ai figli? La mia vita cambiò quando iniziammo a pregare in famiglia A chi fanno paura i volontari della Vita? “Mamma, tranquilla, andrà tutto bene”: le ultime parole di Azzurra, morta per far nascere suo figlio Abbiamo invitato Gesù alle nozze. La parola ai giovani “Dignitas Personae”: la Chiesa ribadisce la sua posizione su fecondazione in vitro e altre questioni etiche L’istruttore di nuoto “ci prova”? 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