Genitori

“I miei figli sono in piena adolescenza. Come accompagnare questo tempo?”

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di don Silvio Longobardi

Oggi don Silvio risponde ad una madre che si domanda come fare per alimentare santi desideri nel cuore dei figli adolescenti. Non ci sono ricette, ma l’itinerario è più o meno questo: “Annunciare, testimoniare, pregare e sperare”.

Caro padre,

vi sono giorni in cui la vita impone una verifica del proprio compito genitoriale ed è quello che sto sperimentando in quest’ultimo periodo. I miei figli sono in piena adolescenza, spesso li guardo e mi sento inadeguata ad accompagnarli in questa difficile e delicata fase della vita. Senza dubbio sono un po’ esigente, come spesso mi fa notare il mio sposo, ma ho paura di sciupare il tempo, ho paura che questi anni passino troppo velocemente senza poter dare ai miei ragazzi tutto quello di cui hanno bisogno. Non parlo delle cose materiali, in quelle siamo molto bravi, ci interessiamo della scuola, dei vestiti da comprare e degli alimenti più sani da proporre. Il mio timore è un altro. Spesso dimentichiamo di formare il loro cuore e di far nascere il desiderio sincero di impegnarsi per un mondo più umano e solidale. Non siamo bravi a comunicare questo stile perché, presi dalla frenesia del lavoro e dagli impegni, dimentichiamo di dover essere buoni testimoni e non manifestiamo vicinanza e condivisione con le persone che si trovano nel bisogno.

Li guardo muoversi e parlare. Forse mi potrei ritenere fortunata, del resto tutti e due sono pienamente inseriti e felici di fare un cammino di fede, sono docili ai suggerimenti e buoni con gli amici, si impegnano sempre nel dare una mano quando c’è da fare. E allora? Qualcuno potrebbe rimproverarmi di essere incontentabile. Non è così, so che la loro vita è un dono prezioso e vorrei che la vivessero ancora più e meglio, vorrei che fosse spesa bene e per il bene del prossimo. Purtroppo viviamo in una società attenta più alle apparenze che alla carità, anche i sentimenti rischiano di essere vissuti in modo superficiale e come risposta ad un bisogno. È un mondo pieno di trappole e spesso li travolge facendoli confondere sui valori essenziali della vita. Credimi, se ti dico che talvolta faccio fatico a spiegare loro alcune verità che dovrebbero essere scontate e che invece sono state radicalmente deformate dalla cultura di oggi.

Leggi anche: Quando i figli si allontanano dalla fede. Consigli per i genitori

Oggi penso al mio primogenito che sta per raggiungere il traguardo della maggiore età, come altri amici della sua comunità. Eppure, nonostante il cammino di fede che stanno facendo da alcuni anni, non sento che i loro desideri siano tanto diversi da quelli dei coetanei che frequentano. Pensano ad una festa super bella o un viaggio con gli amici, sperano di avere un’auto… Davanti a questi desideri mi sento sconfitta. Capisco che possono avere questi desideri, comuni a tutti ma… poi? Cosa sognano per il futuro? Hanno desideri santi? Questo ancora non l’ho capito!

Scusa questo mio sfogo. È solo una premessa per chiederti come possiamo, noi genitori e noi catechisti, accompagnare questo tempo? Credo che dobbiamo fare delle proposte concrete, coinvolgenti e affascinanti capaci di dare un senso alla loro vita per evitare che si conformi sempre più alla mentalità di questo mondo.

Alcuni di questi giovani parteciperanno al ritiro che farete sul monte. Li affidiamo a nostro Signore, Lui che ha scelto la croce per proclamare che l’amore non teme di dare tutto, anche la vita. Prega anche tu perché il cuore di questi giovani sia colmo dei veri ideali, quelli che danno senso e futuro alla vita.

Grazie e buon ritiro.

Luisa

 

Carissima amica,

ti ringrazio molto per la tua lettera, testimonianza eloquente di una madre che segue con attenzione i suoi figli, li ascolta e si confronta con loro, conosce i loro pensieri e i loro sogni. Ma tu sei una madre cristiana e perciò desideri con tutto il cuore che essi possano crescere nella luce di Dio ed acquisire uno stile di vita conforme al Vangelo e non alle logiche del mondo. Tutto questo è molto bello. La tua preoccupazione riflette quella della Chiesa che cerca di nutrire i suoi figli con il Pane che dura per sempre.

Hai perfettamente ragione. Non possiamo accontentarci di una fede che si riduce alla partecipazione liturgica, vogliamo che la fede entri nell’esistenza quotidiana, una fede adulta e responsabile, una fede che si traduce in precise scelte di vita, una fede dove ciascuno s’impegna a fare la sua parte all’interno della comunità ecclesiale e della società.

Tutto questo però non avviene automaticamente né basta fare qualche generica esortazione; ma è frutto di un cammino di fede e richiede catechisti disposti a impegnarsi con gioia e fatica. Non abbiamo ricette ma siamo certi che la proposta di fede sarà tanto più efficace se trova un sostegno decisivo nella testimonianza offerta dai genitori e dagli adulti. I nostri giovani hanno bisogno di vedere che i “più grandi” sono i primi nel servire, i primi nel chiedere scusa. Sono quelli che non si tirano indietro quando c’è un impegno faticoso, quelli che non misurano la vita con le proprie risorse ma sono pronti a dare più di quello che hanno.

I giovani sono più deboli e quindi più manipolabili, crescono in una società dove raramente incontrano cristiani che testimoniano la fede con coraggio, cristiani capaci di andare controcorrente pur di manifestare la propria fede. Tutto questo non li aiuta. Che cosa possiamo fare? In primo luogo dobbiamo dare buona testimonianza. È questa la cornice necessaria per adolescenti che vivono la fase delle domande e dei dubbi. In secondo luogo dobbiamo offrire un cammino di fede gioioso e impegnativo, un cammino comunitario che si nutre di catechesi e preghiera, che alimenta la riflessione e l’amicizia, che propone esperienze di condivisione e di solidarietà. In questo contesto possiamo e dobbiamo anche invitarli a acquisire una coscienza critica in relazione alla cultura del benessere che riempie la vita di cose e spegne i desideri del cuore, esalta il benessere individuale e non ci fa neppure vedere le necessità degli altri.

 

Dobbiamo impegnaci con passione, fare tutto questo e altro ancora e poi… attendere. Non tutti i figli crescono allo stesso modo, non tutti maturano nello stesso momento o raggiungono lo stesso grado di maturità. A volte i genitori hanno buoni motivi per essere preoccupati. E poi accade che, quando meno te l’aspetti, i figli compiono scelte significative che ripagano d’un colpo i sacrifici fatti per loro.

Il cammino della vita si presenta come un misterioso intreccio di luci e di ombre, non sempre esprime quello che tu attendi. Ecco quello che dobbiamo fare: annunciare, testimoniare, pregare e sperare. Sperare sempre. A volte sperare contro ogni speranza. Non ti stancare di pregare e sperare che la luce di Dio possa toccarli e commuoverli fino al punto da dire quel sì che non solo rallegra i genitori ma darà gioia anche ai loro angeli custodi. Non solo ti auguro di fare questa esperienza ma prego perché il Signore realizzi i tuoi santi desideri. Ti abbraccio di cuore.

Don Silvio

 




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